Durante la mia giovane carriera videoludica, mi sono più volte posto la stessa domanda: “Cosa spinge uno sviluppatore a creare giochi?”

Immagino che si potrebbero dare infinite risposte, considerando quanta gente vive al mondo e soprattutto come è differenziata. Ognuno farebbe combaciare i propri ideali con la risposta da dare. Quasi a significare: “Rispondo basandomi sul mio carattere”. Quindi non esiste una risposta esatta, vera, completa? Secondo me no. Però possiamo immaginarcela, possiamo crearla, basandoci non più su un pensiero individuale, bensì collettivo. Insomma, qual è quell’unica cosa che riesce a far muovere popoli di etnie e credo differenti alla stessa maniera? Semplice: il denaro.

Il denaro ha capacità prodigiose; tutto gira intorno ad esso e se questo dovesse venire a mancare, l’interà società smetterebbe di esistere. Il denaro riesce a traformare amici in nemici, riesce ad evocare antipatie nei confronti di chi magari non conosciamo nemmeno, oppure che conosciamo da una vita. Pensate, il denaro riesce persino a resuscitare i morti e a rendere immortali. Pensateci, non vi viene in mente la famigerata “Pietra Filosofale”? Si diceva rendesse immortali e che potesse trasformare ogni metallo in oro. Immortalità e denaro vanno a braccetto.

Cosa c’entra tutto questo con la domanda iniziale? Beh, non è altro che la risposta. È il denaro che spinge lo sviluppatore a diventare tale, a sviluppare videogiochi e molto probabilmente è così per ogni altro tipo di intrattenimento.

Potrei sembrarvi cinico da quello che avete appena letto, ma non sono così. Infatti ho soltanto dato la risposta “esatta”, quella universalmente riconosciuta, quella che rispecchia il mondo per come è. Ricordate? “Ognuno farebbe combaciare i propri ideali con la risposta da dare”. Qual è l’ideale del mondo se non il denaro? È proprio questa la risposta data dal mondo: il denaro!

Manco a dirlo, io non condivido il pensiero del mondo, della collettività. Semplicemente non mi accontento di risposte formulate da qualcun’altro, ma mi metto a cercarne altre all’interno di me stesso. La domanda me la sono posta io, perciò al diavolo cosa pensa il mondo! Devo essere io a rispondere. E questa risposta ancora non l’ho trovata.

Purtroppo però, non si può sfuggire alle regole del mondo, bisogna sottomettersi. Perciò, in mancanza di altro, sono costretto a prendere per vera la risposta del denaro. È proprio su quest’ultima che vorrei costruire il mio discorso.

Da anni sono fiorite tantissime saghe di videogiochi e ognuna si è fatta conoscere per le proprie caratteristiche e le proprie costanti. È per questo che una serie di giochi si può definire saga: ogni gioco ha caratteristiche molto simili a quelle del predecessore. Generalmente si condivide lo stesso gameplay. Per esempio la saga di Need for Speed è considerata tale perchè ogni Need for Speed uscito sul mercato è un gioco di guida.

Ci sono casì però dove esce un gioco sul mercato che porta il nome di un brand famoso, condividendo magari i personaggi, la storia, l’ambientazione. Ma non il gameplay. Cosa succederebbe per esempio se una saga famosa per i suoi platform, facesse uscire all’improvviso un gioco di guida? Ma soprattutto, cosa ha spinto la casa produttrice a fare ciò? Il denaro? Uhm… la risposta è ancora dubbia.

Non c’è bisogno di tenere ancora per molto il sipario calato. Avrete già capito che sto parlando della saga di Super Mario e dei relativi Mario Kart.

La saga di Mario è semplicemente fantastica, anche se ultimamente sta ricevendo qualche scossone. All’epoca la saga di Mario ci mise un po’ a decollare, ma per farlo aveva davvero bisogno di un gioco di guida?

La saga Mario Kart, non posso negarlo, è ottima. Mi ha regalato ore e ore di divertimento “Made in Nintendo”. Però lascia un po’ di amaro in bocca pensare che potesse essere stata tutta una manovra commerciale. Dopotutto stiamo parlando di giochi ottimi e l’eccellenza deriva in ogni caso dalla passione. Non prendete dunque per vero quello dico. Dubitate, ragionate. La saga di Mario Kart infatti potrebbe essere nata esclusivamente dalla passione e così molte altre saghe che apparentemente non c’entrano molto con il brand di origine. Possiamo sempre citare i vari Mario Tennis e tutti gli altri giochi dedicati al mondo dello sport. Oppure altre IP come Sonic, Crash e ultimamente anche LittleBigPlanet o persino la Formula 1 stessa. Questa moda sembra essersi dilagata a macchia d’olio, fino a portare ad una conclusione: i go-kart piacciono.

Ovviamente non sono stati solo i kart a far la fortuna di queste serie. Nintendo ha indicato la via con i vari power-up e i famosi “trucchetti” per farsi strada tra gli avversari, perciò nessun gioco di questo tipo è completo senza.

Ma lasciando stare la moda dei kart e tenendo sempre la domanda in sospeso,  passiamo invece ad una ben più recente: quella dei reboot.

Ricordate quando ho scritto che: “Il denaro riesce persino a resuscitare i morti e a rendere immortali.”? Mi riferivo proprio a questo. Se il denaro riesce a rendere immortali saghe come quelle di Mario kart attraverso i kart stessi, riuscirà anche a far resuscitare saghe morte o quasi morte attraverso i reboot. Perciò questa è la prova definitiva? Alla fine è davvero il denaro la risposta alla fatidica domanda? Non è detto.

Cosa si può dire dei reboot? Si tratta di prendere una IP che ha fatto successo in passato e cercare di farla tornare al lustro di un tempo. Un vero e proprio nuovo inizio. Quante saghe stannno tornando alla ribalta dopo anni di silenzio? Tante. Tomb Raider e Hitman in evidenza. Poi però vediamo quei brand che si sono scostati di molto dal gameplay iniziale e che cercano poi di tornare come prima. Oppure quelle che danno un taglio netto al passato e offrono nuovi tipi di sfide. Sempre di nuovi inizi si tratta.

Ancora una volta: perchè? Per il denaro?

Beh, credo che sia arrivata l’ora di dare la risposta che ho pensato io. Stiamo parlando di giochi che hanno fatto divertire milioni di persone e che sono rimaste impresse nel cuore di tantissimi giocatori. Non può non scendere una lacrimuccia quando si viene a sapere del ritorno di una saga che si ha amato molto tempo fa. E che magari è proprio come ce la ricordavamo, con lo stesso gameplay e lo stesso tipo di divertimento. La risposta? Scusate se è banale, ma gli sviluppatori faranno pure queste cose per il guadagno, ma anche per noi: i fan.

Jake Joke
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