Avete presente il dito e la luna?

In origine prevedevo di pubblicare un unico articolo in cui studiavo un po’ il fenomeno delle petizioni online sui videogiochi e di infilarci dentro questa petizione in particolare trattandola molto brevemente. Ovviamente non ho resistito alla tentazione di allargarmi (e di smentirmi quando qualche giorno fa dicevo di non voler avere più niente a che fare con storie come questa), quindi eccomi qui puntuale a nuotare contro corrente per parlare a favore dei “cattivi” additati dalla folla.

Per la cronaca, l’altro articolo arriverà comunque prossimamente. Ma facciamo una cosa alla volta.

 

Antefatto

Per chi non sapesse di cosa sto parlando, la storia è andata bene o male così. Assassin’s Creed Unity uscirà fra poco più di un mese su PS4, Xbox One e PC. Non si sapeva ancora nulla, fino a qualche giorno fa, su risoluzione e frame rate a cui sarebbe girato su PS4 e Xbox One, se non che gli sviluppatori “puntavano a 1080p e 60 fps” (che è un po’ come dire che se corro una gara “punto” a vincere l’oro).

Poi, diversi giornali hanno avuto modo di provare il gioco a porte chiuse, e Videogamer.com ha colto l’occasione per intervistare Vincent Pontbriand, coinvolto nello sviluppo del titolo. Un’intervista integrale e coesa non l’abbiamo, ma sappiamo che tra le altre cose Pontrbiand ha detto:

1) Unity gira a 900p, 30 fps su PS4 e su Xbox One

2) Il motivo del risultato modesto ottenuto è soprattutto nell’IA e nei limiti delle due CPU

3) “Abbiamo deciso di bloccarle [le due versioni] alle stesse specifiche per evitare discussioni e quant’altro”.

 

L’ovvia conseguenza di queste dichiarazioni è stata che la gente ha cominciato ad accusare le reciproche console di stare castrando la versione della propria, e ben presto si è delineato un fronte secondo cui Unity potrebbe girare molto meglio su PS4 di come dice Pontbriand, è stato creato l’hashtag “NoPS4Parity” e in generale la parte più animosa dei siti videoludici ha comniciato a chiedere la testa di Ubisoft, come d’abitudine.

Ubisoft è quindi intervenuta – abbastanza rapidamente – pubblicando una chiarificazione, che dice (riassunto, l’integrale lo trovate qui) che il gioco non è mai stato “castrato” su nessuna versione e che 900p, 30 fps su PS4 e Xbox One sono le caratteristiche delle build testate dai giornalisti quel giorno, ma che le specifiche definitive per il lancio non sono ancora confermate. Ovviamente bisognerà aspettare di vedere come uscirà Unity per sapere la verità, ma in ogni caso quasi nessuno si è fumato questo intervento, e chi lo ha fatto lo ha fatto giusto per il tempo di bollarlo come scuse senza senso e continuare la crociata.

 

Uniti contro Unity

Sta di fatto che al momento esiste una petizione che chiede a Ubisoft di “Rendere Assassin’s Creed Unity a 1080p e 60 fps su PS4“. Il testo del foglio virtuale, firmato al momento da poco meno di duemila persone, recita quanto segue:

Solo perché l’xbox one non può reggere 1080p questo è un motivo perché anche la gente che ha una ps4 sia tenuta indietro (?!). E lo stesso per gli fps, assunto che la ps4 possa reggere anche 60 fps. So che originariamente ubisoft prevedeva una patch al day one per rendere la versione ps4 del gioco a 1080p e non c’è nessun motivo perché debbano fare marcia indietro ora solo per “evitare discussioni e quant’altro”. Non c’è motivo per trattenere una console solo per evitare dibattiti perché secondo questa logica dovreste trattenere il PC bloccato a 900p 30 fps anche se può superare quelle specifiche. Mettete ogni console a quello che può reggere!

 

Ok… sul serio. Chi sta firmando questa roba l’ha almeno letta tutta o si è fermato al titolo?

Sorvolando sulla stesura, il vero problema è che quello che c’è scritto qui è in totale distacco dalla realtà. Non sappiamo se PS4 potrebbe far girare Unity a 1080p. Non sappiamo se PS4 potrebbe far girare Unity a 60 fps. Sicuramente non sappiamo cosa voglia o non voglia fare Ubisoft con le patch e come intenda gestire eventuali cambi di risoluzione post-lancio. Non solo non sappiamo tutto questo, ma la petizione con ci offre nessuna spiegazione, o anche solo un appiglio, per le ipotesi che sta proponento.

Il testo di questa petizione è solo e soltanto pura speculazione, basata solo sulle emozioni del momento. “So che è così, perché voglio che sia così”. Sospetto che a scriverla sua stato qualcuno di NeoGAF (o al limite di reddit), e lo dico perché contiene in sé le cicatrici tipiche di un fenomeno che si verifica sempre sui forum di teste calde: ci si ripetono a vicenda le cose fino a convincersene, anche se non hanno nessun fondamento razionale prima e continuano a non averne dopo.

 

Se tutto questo fosse solo un commento postato su qualche forum o sito la mia analisi si fermerebbe qui, ma voglio farvi apprezzare una sfumatura ulteriore: questo non è uno sbotto, è una richiesta.

Chi ha scritto queste righe non solo se n’è convinto o si è fatto convincere; chi lo ha scritto, e chi lo sta firmando, pretende che l’azienda cambi i propri piani e il proprio prodotto in base ad un’analisi estremamente superficiale, sbrigativa e semplicistica che ha decretato una propria versione dei fatti passata addirittura per certezza, che ora chiede a tutti e allo sviluppatore stesso di assecondare, senza neanche degnarsi di spiegarla a dovere.

Non sto facendo il gioco della grande azienda a svantaggio dei consumatori. Non sto cercando di convincervi che bisogna prendere quello che arriva senza avere voce in capitolo perché è giusto così. Sto cercando farvi capire che 1) questa è una battaglia impossibile, che 2) in ogni caso il gioco non vale la candela, e che 3) impuntarsi su queste stronzate distoglie lo sguardo da quello che andrebbe veramente tenuto d’occhio.

 

Una parabola stupida

Permettetemi una breve metafora per illustrare più chiaramente la situazione per come la vedo io.

 

Diciamo che il Parlamento europeo stia per promulgare una direttiva, piuttosto marginale e che non avrà nessun effetto particolare sulla vita di nessuno; magari sta cambiando la tassazione sull’importazione di un tale bene di lusso, non so, diciamo le lavatrici provenienti specificamente dal Vietnam. I Paesi dell’Unione europea tutti sommati hanno su per giù 500 milioni di abitanti. La stragrande maggioranza degli interessati o non sa di questo avvenimento o non se ne cura, e anche se lo sente di sfuggita alla radio va serenamente avanti con la propria vita.

Ma c’è una città di medie dimensioni, con qualche centinaio di migliaio di abitanti, da qualche parte in uno dei Paesi, che non ci sta. I media locali si dicono scandalizzati da questa nuova direttiva, si formano dei comitati, si fa volantinaggio, la città si mobilia contro questa direttiva, considerandola sbagliata e per nessuna ragione da approvare. Il grosso degli abitanti della città non capisce nulla di leggi o di economia, ma si aggrega lo stesso, senza neanche sapere che effetti reali avrà l’applicazione o no della direttiva. Insomma, la città è ufficialmente contro il cambio delle tasse di importazioni delle lavatrici, con un unico fronte.

Pensate che, realisticamente, queste persone l’avranno vinta? No, l’Unione europa neanche li considera e approva la direttiva come se niente fosse. Allora scatta il boicottaggio: nessuno in città comprerà più una lavatrice vietnamita per protesta. “Così”, si dicono i cittadini, “arrecheremo un danno economico e saranno costretti ad ascoltarci”. Ovviamente anche questo non porta a niente, visto l’impatto quasi nullo delle mancate vendite in un’unica città. Tutti i “rivoltosi” allora si sentono presi in giro perché ancora non li si ascolta, e la rabbia repressa cresce. Non hanno un modo per farsi dare retta, per quanto ci provino.

Così il prossimo voto dell’Unione europea, anche se non c’entra niente con le lavatrici, viene visto con sospetto. E quello dopo. E quello dopo ancora. Tutto ciò che fa l’Unione all’improvviso è dipinto come qualcosa di pessimo, e se non rispecchia esattamente il desiderio espresso da quella cittadina è da buttare e frutto di una truffa ai danni della popolazione. L’Unione europea è ufficialmente un ente nemico, e da nemico si passa ben presto a definirlo corrotto, vigliacco, pericoloso. In altre parole, è il male.

E mentre tutti guardano oltre le frontiere per tenere sotto controllo un nemico immaginario, dio solo sa cosa stanno combinando il sindaco e la giunta della città con tasse, appalti, leggi e quant’altro.

 

Nel caso non si fosse capito, il Parlamento europeo sono gli sviluppatori, l’Unione europea è l’insieme delle persone che acquistano e giocano videogiochi e la città è il popolo degli eterni lamentoni su internet (ogni riferimento a vertici corrotti di NeoGAF è pura speculazione).

 

Esagerato e disperato

Una sfumatura di questa analogia partorita dalla mia mente malata è che nessuno sta opprimendo i “rivoltosi”, perché tanto non fanno veri danni a nessuno se non a se stessi. Hanno il diritto di esprimersi, e lo stanno esercitando. Hanno il diritto di non acquistare lavatrici provenienti dal Vietnam, e lo stanno esercitando. Hanno il diritto di farsi idee paranoiche su chi sta dall’altra parte della questione, e lo stanno esercitando.

Ciò che li rende oggettivamente ridicoli agli occhi di chiunque non sia stato trascinato nel loro vortice di pensiero non è il fatto in sé che stanno facendo quello che stanno facendo, ma che stanno sprecando inutilmente le loro energie in qualcosa di tanto stupido quanto impossibile. La città sta muovendo un gran vespaio assolutamente per nulla, focalizzando l’attenzione di tutti su un problema finto e insolubile, e intanto magari dimenticandosi di altre faccende sia più pressanti che alla loro portata.

 

La prima parte della questione è facile da spiegare. In inglese esiste un’espressione ironica per delineare queste circostanze: first world problems. Si usa quando ci si lamenta o agisce in modo sproporzionato per qualcosa che può sì essere considerato un “problema”, ma che è di entità talmente piccola che qualsiasi persona bilanciata ci passerebbe sopra e basta.

Se passeggiando per Roma ci si imbalza su una mattonella lievemente mal messa e si rischia per un attimo di cadere, la rezione normale non è prendere e andare immediatamente infuriati alla sede del comune a chiedere un incontro con Ignazio Marino per lamentarsi personalmente della cosa. E se anche ci vado al comune, e se per assurdità riesco anche a parlare col sindaco e a farmi promettere che quella mattonella verrà immediatamente messa a posto, io non ci ho guadagnato virtualmente nulla, nessuno ci ha guadagnato virtualmente nulla, ma intanto ho perso una giornata senza fare altro.

Si tratta di saper dare il giusto peso alle varie situazioni che si incontrano, ed esserne in grado è anche e soprattutto nell’interesse dei singoli: concentrarsi su un problema finto spesso impedisce di vedere o occuparsi di quelli veri. Ma su questo, applicandolo specificamente al caso dei videogiochi, tornerò fra poco.

 

La seconda parte è quella più difficile da comprendere, in particolare in un ambiente come internet in cui è impossibile trarre al volo le proporzioni degli avvenimenti e fare raffronti con eventi al di fuori di internet stesso.

Se in una stanza, a casa di qualcuno, cinque persone su cinque sono perfettamente d’accordo su qualcosa, si genera un certo senso di sicurezza, ci si dà coraggio e convinzione a vicenda su quel qualcosa, anche involontariamente. Se in un forum su internet decine di persone, che per di più provengono da più parti del mondo e non si conoscono già bene precedentemente, sono tutte d’accordo su qualcosa, questo senso di convinzione reciproca è ancora più forte. Il problema è che rimangono solo qualche decina di persone, a fronte di decine di milioni di esseri umani “interessati”, nel mondo là fuori. Per quanto le loro idee e le loro scelte possano sembrare condivise e condivisibili nel loro ambiente, quello da solo non basta a dimostrare che lo siano davvero.

Se anche tutto l’internet molto attivo fosse d’accordo su una singola cosa – e non arriva o arriverà mai neanche lontanamente vicino ad esserlo – l’insieme “internet” è un campione viziato per definizione, perché non include l’enorme fetta di non chi su internet ci va poco o non ci va affatto, e quindi non può rappresentare l’umanità intera, neppure a campione. E il grosso degli acquirenti di videogiochi, e di sicuro di Assassin’s Creed, non vive su internet, motivo per cui la loro percezione di tutta la vicenda semplicemente non esiste, e quindi Ubisoft non si preoccuperà della cosa – il che, nel caso non si fosse capito, rende inutile qualsiasi petizione.

 

Sapere di cosa si parla prima di tutto

Ancora una volta, con questo articolo potrei passare per un fanatico pro-Ubisoft o pro-Assassin’s Creed, ma come ho già spiegato non sono io a decidere il terreno dello scontro. Il punto qui non è né Assassin’s Creed né Ubisoft, è la gente che ne parla e in che termini ne parla. Se al centro dell’attenzione in un caso identico a questo ci fosse qualsiasi altro gioco simile per portata e tipo di pubblico (perché cambiare target del gioco richiede anche nuove considerazioni su chi effettivamente lo comprerà), la mia posizione non cambierebbe di una virgola.

 

La cosa in fin dei conti più triste – e triste mi sembra davvero l’aggettivo più adatto, viste le circostanze – è che chi si intestardisce di più su questioni di questo tipo generalmente non le conosce neppure abbastanza da capire veramente di cosa parla.

Il dibattito tra risoluzioni, frame rate e più in generale rivalità tra piattaforme vede in maggioranza persone che mancano delle conoscenze tecniche minime per prendere parte ad un tale dibattito. Molta gente non discute davvero su quale console sia migliore, o quali risultati sarebbe lecito aspettarsi da ciascuna, perché non conosce questi argomenti abbastanza a fondo per trattarli realmente ad un livello pertinente. Il dibattito tra due bambini delle elementari su quale squadra vincerà la Champions ha la stessa valenza di merito.

 

Non dico tutto questo per senso comune, ma perché da persona con discrete conoscenze di videogiochi, di grafica 3D e di costruzione delle immagini in generale posso serenamente affermare che nel momento in cui si nomina la parola “grafica” la risoluzione è l’ultimo dei problemi che bisognerebbe porsi, tantopiù finché si viaggia su numeri bene o male paragonabili (e 900p e 1080p sono abbondantemente paragonabili). Le questioni che contano sono ben altre, anche se non essendo semplificabili con un numerino facile da ripetere il grosso della gente le ignora.

Eccovi cinque semplici aspetti tecnici di cui dovreste preoccuparvi ben più che di 180 righe in meno di risoluzione, se volete farvi un’idea della differenza visiva tra le versioni PS4 e Xbox One:

  1. Tipo di antialiasing
  2. Screen tearing
  3. Draw distance
  4. Pop-in
  5. Filtro delle texture

 

Qualcuno sa dirmi qualcosa su queste cinque voci? Qualcuno si è anche solo preoccupato di quale antialiasing girerà su PS4 e quale su Xbox One (un buon antialiasing riduce quasi a zero anche da solo una differenza così piccola nella risoluzione)? Se una delle due versioni sarà instabile e il v-sync causerà un tearing costante dell’immagine, che è tra le cose più fastidiose che si possano avere in un gioco a 30 fps? O se magari su PS4 vedrete tutta la vostra bella città in lontananza con dovizia di dettagli, mentre su Xbox One i palazzi distanti saranno dei cartonati? O se girando per le strade noterete le persone a 20, 30, 40 metri da voi apparire dal nulla? O se tutto quello che non è guardato frontalmente, ad esempio un muro visto di sbieco, sarà un pastone di colori irriconoscibile?

Questo è il problema del fallire nell’assegnare le giuste priorità ai problemi. Se le due versioni fossero entrambe a 900p ma tutti i cinque punti da me scritti fossero trattati molto meglio in una delle due, la differenza visiva tra i due giochi sarebbe notevole; se al contrario queste cinque cose fossero perfettamente identiche, ma una delle due versioni girasse a 900p e l’altra a 1080p, i più anche solo per accorgersene dovrebbero aspettare un ariticolo di Digital Foundry.

 

La questione del frame rate si risolve anche prima: questo gioco non girerà mai a 60 fps su PS4. Open world, pieno di NPC, pieno di texture a buona risoluzione, physically-based render delle luci, elementi cloth dinamici, pieno di fumi e nebbie semi-trasparenti, multiplayer… Non esiste; di sicuro non stabilmente: “girare a 60 fps” vuol dire girare a più di 60, in modo che quando ci siano dei cali non si vada comunque sotto a 60, quindi in realtà state chiedendo 70+ fps, qualcosa che, port “aiutando”, sarà veramente difficile da ottenere persino sul grosso dei PC, con tutti i settaggi alti.

C’è un motivo se 30 fps sta diventando il nuovo standard su console: per come sono fatti i televisori e quasi tutti i titoli, è più che sufficiente sia a giocare che a godersi i giochi. Non fatevi imparanoiare, non mi pare il caso. Se restate scettici su questo, posso solo rimandarvi a questo mio vecchio articolo sull’argomento.

 

Basta con le analisi dell’asilo, per favore

Badate bene, non sto proponendo di cambiare quella petizione in “Ubisoft: dicci che antialiasing usa Unity” o qualcosa del genere. Sto cercando di farvi capire che i fattori in ballo, quelli veri e che importano davvero, sono semplicente troppi per sperare di farsi un’idea chiara della situazione senza neanche vedere le due versioni di Unity.

Internet ha sempre fretta, vuole sempre anticipare i tempi. Un gioco non è neanche uscito e ha già persone che lo idolatrano, persone che lo odiano, persone che tessono teorie del complotto basate su particolari futili di cui a nessuno tranne loro stessi importa nulla, persone che fanno confronti arbitrari tra quel gioco e un altro gioco, che magari non è neanche uscito a sua volta…

 

Essere giornalisti seri e videogiocatori consapevoli non significa passare la propria vita montando idiozie del genere e cercando di dimostrare che si è tanto bravi, tanto appassionati e tanto esperti da capire tutto prima che le cose arrivino. Non è semplicemente possibile. Giudicare un certo aspetto di qualcosa senza avere né le conoscenze necessarie su quell’aspetto né delle informazioni minime su quel qualcosa non dimostra quanto si è furbi, accorti, esperti o dedicati, solo quanto si è coglioni. È come un ipovedente che si lamenta che in una partita di calcio il rigore non c’era, prima ancora che la partita sia stata giocata.

Quella petizione, e tutto questo complottismo auto-generato sulle fondamenta di un’ignoranza a 360° spaventosamente diffusa, sono solo carta straccia. Il giorno in cui Unity uscirà niente di tutto questo avrà più nessun valore, perché arrivata la realtà dei fatti si faranno nuove analisi direttamente su quella, cioè le analisi con un senso di esistere, e allora si capirà cosa va e cosa non va, e se qualcosa non andrà, credetemi, non saranno certo 180 righe in meno.

 

La cosa ancora più triste di tutto questo è che, visto che a quanto pare le specifiche a noi note non sono ancora definitive, la versione PS4 al lancio potrebbe davvero girare a 1080p, e in quel caso tutti questi fanatici ignoranti e paranoici si convinceranno che sarà stato grazie a loro, e soprattutto di avere ottenuto un’importante vittoria.

Il dibattito tra risoluzioni, soprattutto prendendo la cosa ad un livello così maniacale, è il più grande specchietto per le allodole che mi ricordi nella storia dei videogiochi, ed inizio a credere che non ce ne libereremo mai più. Come ho scritto tempo fa, la storia è scritta dai vincitori, e su internet ormai hanno vinto l’ignoranza e l’immaturità.

 

 

Questa generazione di giochi la vedo molto bene. L’utenza media di questa generazione la vedo molto male. Un pretesto in più per staccarsi un po’ da internet e giocare un po’ di più.

Alla prossima.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

3 Responses to “Le mie impressioni sulla petizione per un AC Unity “migliore” su PS4”

  1. […] ho già spiegato qui e ancora più estesamente in almeno un’altra occasione, tutto questo fa male a tutti e tutto, sempre. Se non ci sono problemi reali, ne crea di finti. Se […]

  2. […] Comunque vada, e come ho scritto sia qui sotto nelle vecchie parti della news sia in quest’altra pagina apposita, tutta questa polemica mi sembra pretestuosa e infinitamente disinformata. Persone senza […]

  3. […] faccio in tempo a pubblicare un lungo articolo sull’argomento che ci sono già delle novità […]

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