Senza quello venduto separatamente, bisogna per forza connetterli all'unità centrale

Nintendo Switch controller grip

Giusto ieri ho scritto un lungo articolo in cui, tra le altre cose, mi basivo della politica di prezzi adottata da Nintendo per Switch; sembra che la tana del Bianconiglio non abbia veramente mai fine.

 

Come riporta Eurogamer.net, Nintendo ha confermato oggi che il grip incluso con Switch non permette di ricaricare i due Joy-Con che vi vanno attaccati; in altre parole, è solo un pezzo di plastica a cui fissare i pad per impugnarli più comodamente. Se si vuole ricaricare i Joy-Con li si può attaccare ai lati di Switch stessa, ma questo rende ovviamente impossibile giocare su un televisore e ricaricare i controller al tempo stesso. Per ricaricare i Joy-Con mentre Switch è impostata in modalità fissa, quindi, è obbligatorio acquistare un Charging Grip a parte, quello “vero” di colore argento, prezzo consigliato 30€.

Il sito ufficiale di Nintendo afferma che i Joy-Con hanno un’autonomia da nuovi di circa 20 ore (tempo di ricarica 3,5 ore), il che si spera non renda tutto questo un problema eccessivo per l’utente.

 

Presi da soli, 30€ per una funzione accessoria di piccola comodità personale potrebbero sembrare un compromesso accettabile. La vera questione, d’altra parte, sta diventando di immagine, con Nintendo impegnata in una campagna di specializzazione e sovrapprezzo degli accessori da fare invidia alla peggiore Apple.

Come ho già scritto ieri, questo approccio farà in primo luogo male al lancio della piattaforma, soprattutto per gli “utenti occasionali”, che vengono messi davanti ad un entry cost totalmente insostenibile rispetto all’offerta immediata e alle alternative sul mercato.

 

Nintendo Switch sarà disponibile nei negozi a partire dal 3 marzo prossimo – se la politica di scarsità artificiale che sembra in programma per la sua distribuzione (altro capitolo che meriterebbe un bel discorso a parte) ne farà arrivare davvero qualche unità nei negozi.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

Lascia un commento