RetroGaming, 18^ puntata: Primal (2003; PS2)

RetroGaming, puntata 18: Primal (2003; PS2)

RetroGaming è una rubrica che guarda al passato dei videogiochi per rapportarlo al presente – in altre parole, pesco un vecchio gioco che conosco da più o meno tempo e cerco di analizzarlo sia inquadrandolo nella sua epoca storica sia mettendomi nei panni di doverlo giocare oggi come videogiocatore moderno. Esce al sabato, con cadenza bisettimanale.

 

La quantità di giochi degli anni 2000-2006 circa che meriterebbero di essere ricordati più di quanto non lo siano è impressionante; io ne sto prendendo alcuni, e ne conosco solo alcuni, ma sono convinto che chiunque di voi giocasse già in quegli anni si ricorda, e magari ha ancora in casa da qualche parte, almeno un titolo che ha adorato e di cui tutti sembrano aver perso memoria.

L’articolo di oggi è su Primal, un’esclusiva PS2 sviluppata da Cambridge Studios (tra gli altri, Medievil 1 e 2 e Killzone: Mercenary) nel 2003. Un gioco molto, molto interessante dal punto di vista storico, e anche davvero bello.

Ah, e l’articolo di oggi mi è uscito un po’ sconclusionato, quindi se per caso non capite tutto alla perfezione date pure la colpa agli esami universitari, grazie.

 

primal screenshot 1

Ci sono sia il gargoyle che una ragazza. Il titolo dell’articolo non mentiva!
Immagine originale qui.

 

Come ormai faccio d’abitudine, quando devo parlare di un vecchio gioco voglio per prima cosa capire come fu accolto dalla critica. In questo caso il risultato è… strano. Su Metacritic Primal ha una media di 73, ma con voti singoli che vanno da 10 a 3,5; non “il più basso è 3,5, il più alto 10”, c’è veramente quasi ogni dannato voto nel mezzo. Ora, 10 secondo me è sempre un’esagerazione; se avessi dovuto giudicarlo all’epoca credo sarei andato a finire da qualche parte intorno a 8,5-9. Ma è in fondo alle liste che ci si fanno sempre le risate migliori.

I voti in rosso sono due, un 3,5 e un 4, tutto il resto è da 5 in su. Il 3,5 è di tale GameCritics.com, qualsiasi cosa sia. Il 4… dai, potete arrivarci. Sì, loro. Proprio loro, sempre loro. Un giorno qualcuno con dieci anni meno di me scriverà un articolo di retrogaming su Lords of Shadow 2 e farà notare quanto alcuni giornalisti fossero stati teste di cazzo nel 2014, contribuendo al suo fallimento – cose che fanno riflettere.

Commento d’accompagnamento al voto:

Qualcuno lassù probabilmente considera tutto questo come il gusto avanguardistico dei futuri blockbuster high-concept e buoni-per-tutti-quanti. Pensateci, e provate la vera “primal fear”.

primal - voto edge

“Edge: social warrior arroganti e indisponenti fin dal lontano 2003”.

 

Anche se sono ogni giorno che passa più convinto che non aver mai neanche guardato i voti dei giornali per decidere quali giochi comprare mi abbia permesso di avere un’infanzia più ricca, stimolante e felice (e questo mi fa porre a sua volta serie domande sul senso del mio lavoro), cerchiamo di passare oltre. Cos’è, e com’è Primal?

 

Di sicuro, qualcosa che deve aver messo in crisi la critica, come abbiamo visto. Primal andrebbe accreditato come uno dei primi esempi di ibridazione pesante di generi; non è un Action per come li si intendeva allora, non è un'”Avventura”, non è niente derivato da un modello evidente e unico, ma un esperimento dannatamente coraggioso.

 

primal screenshot 2

Per essere l’epoca storica degli spigoli nei videogiochi, qui ci sono fin troppi cerchi. Sono confuso.
Immagine originale qui.

 

Togliamoci subito la parte facile: la grafica era fuori da ogni mondo.

Sono sinceramente rimasto stupito nel rigiocare oggi a Primal, perché è ancora più bello di quanto me lo ricordassi. Modelli e texture dei due personaggi principali sono fantastici, e potrebbero perfettamente essere quelli di uno dei primissimi titoli per Xbox 360; il corpetto di Jen (la protagonista) ha persino una qualche mappa riflettiva per la luce che lo fa sembrare, un po’ da lontano, più vero di qualsiasi cosa abbia mai visto su una PS2.

Tutto il resto non è altrettanto bello, ma è comunque ben sopra la media, ed è ancora più folle pensare che ci si spostava in ambienti discretamente grandi senza nessun tempo di caricamento nel mezzo. A questo vanno aggiunte parecchie finezze, come degli ottimi effetti di luce e dettagli ambientali per niente scontati, come fronde degli alberi e cespugli oscillanti al vento. E metteteci pure anche un framerate terribilmente stabile (penso intorno ai 30), una risoluzione altina per gli standard dell’epoca (non l’ho ovviamente misurata, ma siamo sulla fascia medio-alta di tutte quelle esistenti su PS2, e si vede) e un design artistico fantastico.

 

Non tanto tempo fa ho provato a rifare un po’ di Prince of Persia: Spirito Guerriero (2004) sempre su PS2, e (per quanto straordinario fosse a sua volta sotto un’infinità di altri punti di vista) graficamente in confronto a questo sembra un gioco dei cereali: risoluzione bassa, inceppamenti nel framerate ogni volta che si cambia ambiente o anche solo che si allarga la telecamera, ambienti spoglissimi e fintissimi e la faccia del principe poligonale come le illustrazioni di un libro di geometria.

 

primal screenshot 3

Ripeto: PS2, 2003.
Immagine originale qui.

 

Ora che la parte in cui faccio la graphics whore è finita, torniamo al gioco. Come l’immagine qui sopra vi ha in parte spoilerato, Jen non è solo la graziosa ragazza che vi ho mostrato fino ad ora: ha infatti il potere di tramutarsi in demone utilizzando la “primal energy”, che Scree può raccogliere e canalizzare per lei.

Nel gioco si controllano sia Jen che Scree (il gargoyle) alternatamente, potendo passare liberamente dall’uno all’altro. Il gameplay è per struttura fondamentale pesantemente asimmetrico, perché i due servono a compiere azioni completamente diverse, tranne quando sono entrambi necessari insieme per fare qualcosa (tipo spingere un portone o sollevare un cancello).

 

Poco fa ho detto che Jen “si trasforma in demone”, ma è più corretto “demoni”: quattro demoni diversi, uno per ogni mondo che si attraverserà. Ogni forma demoniaca ha delle particolarità e delle capacità uniche (una può eseguire salti sovrumani e corre più in fretta, un’altra nuota, un’altra ancora ferma momentaneamente il tempo e la quarta… picchia solo di più), e vanno man mano tutte combinate per risolvere i vari enigmi che si incontrano nel corso del gioco.

Anche Scree è necessario alla risoluzione degli enigmi, e le sue proprietà sono ancora più peculiari di tutte quelle delle forme di Jen. In primo luogo, può muoversi su molte superfici di roccia (muri di case, soprattutto), persino sul soffitto. Può sollevare oggetti pesanti, e può portare delle torce. Se si butta in acqua… affonda, e poi continua a camminare, scalare e compiere qualsiasi altra azione esattamente come se fosse sulla terra ferma. Può anche trasferire la propria anima in alcune particolari statue, controllandole momentaneamente per vari scopi.

Gli enigmi nel gioco non sono standardizzati, spesso ruotano attorno all’esplorazione, all’uso dell’ambiente e soprattutto si appoggiano moltissimo alle qualità particolari dei due protagonisti, il che li rende sempre stimolanti e mai troppo facili. Non credo si arrivi a dover usare una guida per procedere, al massimo in un paio di punti, ma rimane che un gioco a prova di idiota di sicuro non è.

 

primal screenshot 4

A Solum è eternamente notte. Il paradiso dei centri per l’abbronzatura.
Immagine originale qui.

 

Ah, e niente fasi platform: salti e scalate sono contestualizzati. Piangete, ridete, ma rendete merito ad un gioco 3D a movimento libero che già ci provava, riuscendoci molto bene, nel 2003.

 

Il combattimento è più discutibile. Non è brutto, è solo più semplificato. La parola che fa tremare a comando tutti i recensori di questo mondo.

Jen è l’unica a combattere, Scree durante ogni scontro si pietrifica (cioè, si pietrifica più di quanto non lo sia già) e resta immobile come una statua. Difficile dargli torto, visto che è una statua. Comunque, Jen può combattere anche da umana, usando un coltello, ma le forme consigliabili sono quelle demoniache. Ognuna ha una propria barra della vita, che si ricarica raccogliendo ed assegnandole energia dai cadaveri dei nemici o da alcuni oggetti (la vita della Jen umana si ricarica invece da sola, ma non durante gli scontri), e ognuna ha attacchi e particolarità specifiche anche qui. La prima causa parecchi danni, la terza è veloce e colpisce più ad area, la quarta permette di usare sia doppie armi leggere che un’unica enorme lama di luce dalla potenza devastante.

La seconda, di cui non mi sono scordato, è per gli scontri sott’acqua, ed è l’unica utilizzabile lì, quindi se si viene de-demonizzati mentre si è immersi si muore direttamente (la Jen umana non sa nuotare, come lei stessa ci dice). Di contro, non la si può usare fuori dall’acqua, perché da brava pesce non respira, e perde gradualmente vita, obbligando a tornare rapidamente umani, volenti o nolenti.

 

Il combattimento usa un sistema di tasti molto insolito, ma che in fondo non funziona male. Si usano principalmente i pulsanti dorsali (L1, L2, R1 e R2), che coprono parata, attacco con la destra, attacco con la sinistra ed attacco ad area. Con Tasto X PS3 si cambia bersaglio locckato, e con Tasto cerchio PS3 si usa – se ce n’è una – l’abilità speciale del potere demoniaco attivo.

Al di là della semplicità dei comandi, la facilità dei combattimenti è tutta relativa, e il risultato sono scontri dal ritmo molto strano, lento, più tattici che frenetici, anche se non eccelsi comunque godibili e per nulla banali. La telecamera occasionalmente dà da pensare, ma la si può controllare liberamente con la levetta destra e sono più eccezioni che regole, anche perché non è fondamentale una percezione perfetta di tutto quello che c’è nell’ambiente intorno a voi in ogni istante.

 

primal screenshot 5

Sono l’unico a trovare un po’ di gotico in praticamente ogni gioco per PS2 non militare o sportivo? Sul serio, chi è che in un palazzo tiene un corrimano a scacchiera? E questo non è neppure il mondo demoniaco a tema gotico!
Immagine originale qui.

 

La cosa bella è che non ho neanche iniziato a parlare della trama, che è uno dei punti più forti del gioco.

 

La premessa è un viaggio per salvare l’ordine cosmico, attraversando appunto i quattro regni demoniaci per sventare i piani del signore del Caos Abaddon, che vuole sopraffare la signora dell’Ordine Arella alterando l’ordine naturale di quelle quattro realtà ognuna a modo proprio cristallizzata in una propria struttura sociale ora messa in pericolo.

Non è a caso come sembra, ci sarebbe spazio per riflessioni più interessanti che non ho il tempo di fare e c’è anche qualche colpo di scena ben messo, fino ad un finale sulla linea del tragico e della sospensione drammatica. Di quel tipo di sospensione drammatica che non ha decisamente bisogno di essere macellata con un sequel a base di ragazze in minigonna; sto guardanto te, Final Fantasy X.

 

I due protagonisti sono una combinazione perfetta come poche ne ho viste in un gioco. Jen è sempre sarcastica e si atteggia un po’ da black comedy, prendendo le cose sul ridere per non doverci fare davvero i conti, mentre Scree cerca di essere serio e distaccato, sempre dedito al dovere; l’impatto di questi due caratteri incompatibili finisce per far cambiare entrambi di tono e di atteggiamento, influenzandosi un po’ a vicenda nel corso della storia e mostrando meglio il proprio carattere e lato umano.

Anche i quattro mondi, di cui sarebbe il caso di dire molto più di così, sono veramente ben caratterizzati, oltre che originali e decisamente vari. Ormai, però, è tempo di chiudere. Spero di essere riuscito a farvi capire almeno lo spirito del gioco, se non i dettagli, e di avervi convinto che Edge per quel che mi concerne può andare a pelare patate fino alla fine dei tempi.

 

primal screenshot 6

Vi avviso, le cose potrebbero farsi un po’ strane. Non tanto più di così.
Ah, e questo è il mondo gotico.
Immagine originale qui.

 

Primal è un gioco originale, unico, senza paura di sperimentare in molti modi e capace di ottenere risultati più che buoni in tutto quanto. I motivi per giocarlo sono svariati, dalla trama e i personaggi accattivanti, all’originalità stessa, all’atmosfera, agli ottimi elementi di avventura alla varietà della formula di gioco. Sì, a volte si fa un po’ criptico o un po’ difficile, ma davvero nulla di insuperabile, e se avete una PS2 a mano e del tempo libero sarebbe un modo fantastico per impiegare entrambi.

Per fortuna bastano anche il secondo è una PS3, perché Primal è disponibile sul PSN come classico PS2; non è la versione che ho giocato e non so dire niente sulla qualità del port, ma se anche solo è la versione PS2 schiaffata sulla console dopo credetemi, vale i pochi euro che costerà.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

1 Responses to “Primal – Il gargoyle e la ragazza”

  1. […] sembrasse una sparata, ma alcuni degli ambienti nel filmato mi ricordano molto il livello visivo di Primal – che è uscito nel 2003 su PS2, e girava comunque decisamente meglio di quello che vedo […]

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