Ci sono poche certezze nella vita. Una di queste è che a novembre, ogni anno, arriva il momento di provare il nuovo Call of Duty di turno. Infinite Warfare, il capitolo uscito questo novembre, è opera di Infinity Ward (o meglio, quello che ne è rimasto), lo studio di sviluppo che diede una vera e propria svolta al brand proponendoci Modern Warfare nell’ormai lontano 2007. Non a caso la versione remastered di quel meraviglioso capitolo è stata venduta in un bundle speciale assieme a Infinite (noi però non abbiamo avuto modo di provarla), quasi a significare che, come Modern Warfare, anche Infinite Warfare avrebbe segnato una nuova era nel brand. Ma sarà proprio così? Andiamo a scoprirlo…

Chi ben comincia…

Inutile dire che le premesse erano terribilmente negative. Il video trailer che trovate qui sopra è esattamente il filmato che fu mostrato per presentare il titolo e, come potete notare, conta più di 3 milioni di dislikes, il che lo rende uno dei video meno piaciuti dell’intero database di Youtube. Oltre al fatto di essere esageratamente futuristico, i fan non hanno decisamente apprezzato l’impossibilità di recuperare la remastered di Modern Warfare in maniera separata dal nuovo capitolo, una scelta di marketing che, per quanto antipatica, ha dato i suoi frutti visto che Infinite Warfare ha raggiunto ottime posizioni nelle classifiche di vendita mantenendosi comunque al di sotto di un buon 60% rispetto alle vendite del predecessore Black Ops III.

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The only easy day was yesterday

In un futuro non meglio precisato la Terra ci andrà troppo stretta. Sorge quindi la necessità per il genere umano di ampliare i propri orizzonti e le nazioni si riuniscono in un’unica grande organizzazione politica chiamata United Nations Space Alliance . L’UNSA si occupa di colonizzare e sfruttare le risorse presenti su altri pianeti del Sistema Solare. A difendere gli interessi dei cittadini della Terra c’è la Solar Associated Treaty Organization (SATO), un’organizzazione che appunto coordina le operazioni militari di difesa. Dopo una lunga guerra civile di cui poco sappiamo, infatti, un gruppo di separatisti riunitisi sotto il nome di Settlement Defense Front (SDF) vuole sterminare la popolazione terrestre e appropriarsi delle sue risorse. Arriviamo dunque all’inizio del gioco: a Ginevra, durante una celebrazione, l’SDF sferra un violentissimo attacco che, oltre a ridurre la città a un cumulo di macerie, distrugge quasi interamente la flotta terrestre. Una volta respinto l’attacco prendiamo quindi il comando di Nick Reyes, il nuovo Capitano della Retribution, una delle poche navi da guerra rimaste intatte. In qualità di Capitano saremo noi a decidere quali missioni affrontare e quando, all’interno del Sistema Solare. Vi sono ovviamente missioni principali che ci permetteranno di proseguire con la storia e missioni secondarie che potremo usare per migliorare il nostro equipaggiamento oppure semplicemente per staccare dalla storia principale e fare altro. Un buon tentativo di garantire una certa libertà di movimento al giocatore (siamo pur sempre il Capitano di una nave da guerra!) e di mascherare l’eccessiva linearità della trama.

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Purtroppo però le missioni secondarie, tutte uguali, riescono poco nel loro scopo in quanto ripetitive e poco remunerative, e una volta provatene un paio le accantoneremo. Giocando a difficoltà normale arriveremo al termine della campagna in circa 6-7 ore. Non bastano certo celebri comparse come quella ben poco comprensibile del pilota di Formula 1 Hamilton o di Kit Harrington nei panni di un villain davvero poco convincente a rendere il single-player degno degli albori passati. Interessante l’assenza di caricamenti durante lo svolgersi degli eventi, caricamenti che vengono però troppo esplicitamente mascherati con  cut-scenes in CG estremamente compresse e in forte contrasto con la risoluzione FULLHD a cui abbiamo giocato il titolo. Tra le novità interessanti dobbiamo anche annoverare le dog-fights con i Jackal, velocissime navette d’assalto che saremo chiamati a usare più volte in frenetici combattimenti nello spazio, purtroppo eccessivamente scriptati; e le missioni in Zero-G, in cui dovremo combattere a gravità zero tra asteroidi e navette in orbita, queste davvero ben riuscite. Una volta terminata la campagna inoltre sbloccheremo due modalità tra loro legate, una chiamata Specialist e una YOLO (che in sostanza è Specialist con il permadeath). Specialist ci obbliga a giocare l’intera campagna in una versione decisamente più impegnativa: l’interfaccia è legata al nostro casco, il quale può venire distrutto durante il combattimento lasciandoci quindi senza riferimenti. Non è inoltre presente il recupero della salute automatico, che dovrà invece essere effettuato attraverso dei medikit sparsi per la mappa; inoltre in base a dove verremo colpiti, la ferita ci impedirà l’utilizzo della funzione relativa all’arto ferito (la gamba ci impedirà di correre, il braccio di mirare, un colpo all’arma ce la farà sfuggire di mano etc…). Insomma una modalità davvero interessante che, essendo legata al completamento della campagna, purtroppo non sarà in molti casi sufficiente a spingere molti giocatori a cimentarvisi in una seconda run.

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Guerra infinita

Messa da parte la pratica singleplayer (che tra l’altro non è giocabile in co-op come in Black Ops III) ci siamo subito approcciati alla componente multigiocatore del titolo. Squadra che vince non si cambia e, visto il successo che la serie riscuote anno dopo anno in termine di ore spese online dalla community, non ci aspettavamo grandi cambiamenti. Avevamo ragione. Se nella campagna, per quanto generalmente mediocre, lo studio ha cercato di osare proponendo meccaniche sicuramente interessanti come i combattimenti in assenza di gravità, nel multiplayer questo coraggio non c’è stato, e sarebbe sicuramente possibile scambiare Infinite Warfare come un DLC di Black Ops III o addirittura di Advanced Warfare. Al posto degli specialisti presenti nel primo, vengono introdotti i Kit da Battaglia, che constano semplicemente di diversi modelli giocatore, ciascuno con una letale abilità che si carica nel corso della partita e che può essere attivata dal giocatore una volta che la barra si è riempita.In totale sono sei: il Guerrigliero, abbastanza versatile e bilanciato; il Mercenario, dotato di più punti vita e maggiore resistenza; Sinapsi, un robot molto veloce; Iperluce, il personaggio ideale per i giocatori “run ‘n gun”; Spettro, l’immancabile cecchino e Striker, un support. Ciascuno di essi è dotato di quasi impercepibili boost a specifiche caratteristiche come resistenza o punti vita, che dovrebbero spingere i giocatori a scegliere quello più adatto al loro stile di gioco. In realtà, essendo i loadout giocabili da ciascuno dei sei Kit, c’è ben poca differenza e sceglieremo in base all’abilità finale che più ci va a genio. Parlando di loadout il sistema rimane pressochè immutato con armi primarie, secondarie, granate e perks, non dimenticando ovviamente le immortali Serie Uccisioni, mai così difficili da ottenere come in questo capitolo. Il multiplayer di Infinite Warfare infatti ci è sembrato esageratamente frenetico, risultando spesso e volentieri un insensato e frustrante “scambia bare”. Tra nemici salterini e design delle mappe creato per facilitare il movimento aereo, spesso sarà davvero impossibile riuscire a coprire tutti i settori da cui i nemici potrebbero attaccarci. Strano ma vero in un gioco in cui il movimento perpetuo è così incentivato, uno dei metodi migliori per ottenere una serie di uccisioni è…stare fermi.

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12 le mappe disponibili al lancio, la maggior parte delle quali poco ispirate. La celebre Terminal di Modern Warfare 2 riadattata in veste futuristica è una pugnalata al cuore per i fan di vecchia data. Le modalità di gioco sono molte, come al solito, ma tutte già viste, a parte Defender, una rivisitazione di Cattura la Bandiera in cui le due squadre dovranno catturare un drone e impedire che questo finisca in mano nemica. L’arsenale che avremo a disposizione, oltre ad essere ancora una volta poco ispirato, non è ampio, ed è destinato a restringersi ancora di più una volta che si saranno individuate le armi davvero competitive. Dal punto di vista della personalizzazione Infinite Warfare convince, riproponendo un numero spropositato di skin e personalizzazioni per armi, emblemi e equipaggiamento. Questi saranno ottenibili completando determinate sfide, attraverso il nuovo sistema di crafting oppure acquistando gli ormai noti bauli del furiere. Per quanto riguarda le sfide, oltre alle classiche riguardanti utilizzo delle armi e equipaggiamenti, troviamo le nuove Missioni di Squadra, particolari sfide abbinate a quattro differenti fazioni che ci permetteranno di ottenere ricompense bonus al loro completamento in game. Tra le ricompense a fine partita ci sono anche le chiavi del furiere, utili per aprire i rispettivi bauli (10 chiavi il normale, 30 il più favorevole in termini probabilistici) e ottenere quinti elementi cosmetici o addirittura versioni modificate delle armi, le quali saranno però ottenibili anche attraverso il già citato sistema di crafting che ci permetterà di costruire gli oggetti che più desideriamo e non riusciamo proprio a trovare. Facile a dirsi, più difficile a farsi, in quanto il grinding che ci aspetta per ottenere armi Leggendarie o Epiche è davvero spropositato e degno del più ostico MMO orientale.

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Welcome to Spaceland!

Tutto è iniziato con i nazi-zombie di Call of Duty World at War, quasi per gioco. La modalità zombie è ora una delle più apprezzate in ogni capitolo della saga tanto da determinarne il successo in termini di vendite. E’ ormai noto che uccidere zombie, specialmente in compagnia, è estremamente divertente e Zombies in Spaceland è sicuramente la modalità che più ho apprezzato (e giocato) durante le mie due settimane con Infinite Warfare. A conquistarmi è bastata la Lore: siamo negli anni ’80 e quattro aspiranti attori di film horror si presentano a un’audizione, per poi venire catapultati a Spaceland, macabro luna-park in cui dovranno affrontare orde infinite di zombie per riuscire a sopravvivere. La mappa, unica presente per ora, è davvero ampia e ben realizzata e sarà esplorabile, come al solito, pagando l’accesso per sbloccare le sue varie zone, stando sempre attenti a non farsi uccidere dagli zombie che la invaderanno. Sono inoltre presenti mini-giochi a tema che potranno essere svolti durante la sessione per guadagnare Ticket utili per sbloccare armamenti devastanti. E’ stato inoltre aggiunto un sistema di carte Fortuna e carte Fato: ogni giocatore potrà tenerne massimo 5 per partita e ciascuna di esse potrà essere usata per ottenere boost salvavita quando la situazione inizierà a sfuggire di mano. Insomma, tra orde di zombie da massacrare, boss anche abbastanza impegnativi e dark humor sarà impossibile non farsi prendere da questa modalità, l’unica che forse vale veramente l’acquisto di Infinite Warfare.

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Tecnicamente parlando…

Infinite Warfare non brilla dal punto di vista grafico. Certo i 60fps sono granitici anche nei momenti più critici, ma il compromesso per rendere questo possibile è evidente: textures a bassa definizione, pop-in e sfondi statici sono solo alcuni tra gli artifici grafici impiegati per rendere stabile il titolo e, dopo aver visto ciò che i ragazzi di DICE sono riusciti a fare con Battlefield 1, non possiamo esattamente definirci soddisfatti. Stesso discorso vale per gli assets e le animazioni che sembrano ormai gli stessi da diversi anni, sarebbe forse il caso di dare una svecchiata alla saga e rinnovarli? Dal punto di vista prettamente artistico non si può ignorare la generale poca ispirazione per quel che riguarda ambienti e armi (fatta eccezione per le missioni in Zero-G e i pochi minuti di gioco sulla Terra). Musicalmente il titolo si difende bene, con una colonna sonora gradevole ma tutt’altro che indimenticabile. Doppiaggio sufficiente, anche se spesso in pieno contrasto emotivo rispetto a ciò che succede su schermo, un compitino, niente di più. Tutt’altro discorso va invece fatto per la modalità zombie, che sembra decisamente un gioco totalmente diverso: appagante, ispirato e dannatamente divertente.

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Il commento di Lorenzo Agonigi

Call of Duty Infinite Warfare ha confermato tutti i dubbi sorti durante la prima visione del reveal trailer. L'ambientazione futuristica, quasi una parodia di se stessa, fa rimpiangere i bei vecchi tempi del Capitano Price e il sergente Soap MacTavish. La saga, ormai snaturata, è da anni alla ricerca di un punto di svolta che, molto probabilmente, consiste in un ritorno alle origini, testardamente e inspiegabilmente ignorato. E non bastano motore grafico e assets ormai riciclati da anni per placare la nostra nostalgica affezione alla saga. Se da un lato non manca la frenesia e l'epicità che contraddistinguono la saga, dall'altra non si può far a meno di notare come questa sia davvero poco ispirata e fuori luogo, con contenuti che non sono altro che un copia e incolla di anno in anno tra team di sviluppo diversi. Tra una campagna breve e tutt'altro che indimenticabile e un multiplayer che punta più sull'estetica che sulla sostanza, una sola modalità da sola regge in piedi il titolo, la modalità zombie. Ben curata, complessa e divertente, racchiude nella sua apparente semplicità tutto ciò che ci si aspetterebbe da uno sparatutto. Sicuramente un'occasione fallita mascherata da vendite tutt'altro che fallimentari, ma anche qui c'è da chiedersi se il merito sia di Infinite Warfare o di Modern Warfare. Di questo non siamo certi, ciò di cui invece siamo sicuri è che il prossimo novembre speriamo di giocare a un Call of Duty migliore, magari anche al migliore di tutti, perchè no...

6.5
GAMEPLAY
E' il Call of Duty che siamo ormai abituati a conoscere, non bastano un paio di innovazioni per giustificare un nuovo titolo
6
COINVOLGIMENTO
Le 6 ore di campagna scorrono linearmente, fin troppo. Qualche missione divertente, il resto è già dimenticato
7.5
LONGEVITÀ
Tra multiplayer e modalità zombie il gioco può intrattenere per parecchie decine di ore
6.5
GRAFICA
La versione da noi provata su PS4 non è al passo coi tempi, apprezzati i 60fps
6.5
SONORO
Colonna sonora discreta, doppiaggio italiano mediocre
0
BONUS
Né bonus né malus
6.6 MEDIA + 0 BONUS = 6.6 TOTALE
  • Zombies in Spaceland è una delle migliori mappe zombie
  • E' l'unico modo per ottenere Modern Warfare Remastered
  • 60 fps
  • Poco ispirato
  • Tecnicamente non al passo coi tempi
  • Il multiplayer è frustrante

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