O meglio, banna Hatred...

Nella giornata di ieri Twitch, il servizio di streaming videoludico più famoso e usato nel mondo, ha aggiornato il proprio regolamento e ha vietato espressamente la trasmissione di qualsiasi videogioco classificato come “Adults Only” dall’ESRB.

In un primo momento si era scatenato il panico, perché sembrava che qualsiasi gioco considerato per maggiorenni da qualsiasi organo di valutazione mondiale fosse proibito; nel giro di qualche ora è stato però specificato che solo l’ESRB viene preso in considerazione (anche perché se tutti i titoli PEGI 18+ fossero proibiti se ne andrebbero a casa una buona metà degli AAA degli ultimi 10 anni). L’elenco dei giochi non più trasmissibili su Twitch, quindi, è consultabile qui impostando “Rating: Adults Only” come unico parametro di ricerca.

 

 

Questa decisione è comunque destinata a fare discutere molto, per almeno due motivi.

 

Il primo è che, per l’ennesima volta, si decide di limitare unilateralmente la libertà degli adulti a favore della presunta salvaguardia dei bambini. In Italia la questione praticamente non esiste (almeno non ancora), ma in vari paesi del mondo sono in vigore leggi per cui la vendita di un videogioco può essere vietata del tutto solo perché viene considerato troppo violento o sessualmente esplicito (vedi Australia e, nella pratica dei fatti, Germania). A questo bisogna aggiungere che siamo ancora nel pieno di un periodo in cui diversi movimenti sociali e politici estranei ai videogiochi cercano di ragolamentarli dall’esterno e imporre loro i propri valori morali con la forza (GTA V è stato ritirato da Target in Australia in seguito ad una petizione “femminista” basata su una visione distorta del reale contenuti del gioco) e svariati giornali internazionali, primi su tutti siti come Kotaku e Polygon, hanno fatto e fanno ancora propaganda spinta in questa direzione, accusando di “sessismo” e di “razzismo” giochi a destra e a sinistra.

In poche parole, un avviso che segnali la presenza di contenuti AO e richieda una conferma dell’età da parte del pubblico (o addirittura, come YouTube, obblighi a loggare con un account dall’età dichiarata di 18 o più anni) prima dell’apertura dello stremaning sembra una via di mezzo più ragionevole. Non ultimo perché si sta parlando di un sito in cui, giusto per dirne una, spesso e volentieri la chat da sola è da 18+ e oltre.

 

La seconda ragione, dimostrata dal tempismo di questo cambio di norme e appunto dalla loro radicalità assoluta, è il vero motivo per cui oggi Twitch si è svegliato e ha deciso di vietare completamente qualsiasi cosa classificata come AO: impedire che da lunedì prossimo, quando uscirà Hatred, la piattaforma si riempia di video di gameplay col potenziale di attirare su di sé parte degli attacchi e delle polemiche che il titolo riceverà a prescindere.

Se servissero altre prove a sostegno di questa teoria (e non sono certo il solo ad averla formulata), il gioco di Destructive Creations è indicato chiaro e tondo come primo esempio degli AO vietati, e il 99% degli altri AO esistenti erano di fatto già impossibili da trasmettere prima di oggi per via delle regole riguardo le scene di nudo. Le norme ad personam non sono mai belle da vedere, soprattutto quando istigate dalle motivazioni di cui sopra.

 

 

Vi informeremo se ci saranno ulteriori sviluppi, ma se state preparando dei pop corn tanto vale che li conserviate fino a lunedì, quando metà dei giornali inglesi uscirà di testa e definirà Hatred il gioco peggiore della storia e l’altra metà soffierà sul fuoco per non perdersi la festa.

Come diceva Schiller: “Il nostro libro sarebbe bruciato in piazza, e così avrebbe un successo folle.” Non aggiungo altro.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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