Central Park nasconde un terribile segreto. Edward Carnby, investigatore del paranormale è colui che dovrà svelare quale orrore si cela dietro a quest’immensa distesa di verde tra i grattacieli di New York.

Alone in the Dark è un videogioco survival horror, sviluppato da Eden Games e pubblicato da Atari nel 2008. Il gioco, quinto capitolo della serie omonima era uscito inizialmente sulle console di “nuova generazione” Xbox 360 e Nintendo Wii; solo alcuni mesi dopo su Playstation 3 sarà pubblicata la versione Inferno, che al suo interno presentava degli episodi esclusivi aggiuntivi e colmava alcune lacune presenti nella versione originale.

Tra le migliorie emergeva un sistema di telecamera migliorata e la possibilità di sfruttare i controlli in modo più lineare e comodo. Inoltre la versione Playstation 3 possedeva un numero maggiore di pixel che ne garantiva ai fini della risoluzione, una definizione migliore. Tali miglioramenti avvenuti grazie alla costruttiva critica proveniente da tutto il mondo hanno consentito di colmare parzialmente alcune insufficienze presenti nel modello iniziale.

Carnby vittima di un’amnesia si risveglierà nella New York del 2008 e si ritroverà a sfidare numerose entità misteriose. Indagherà in modo meticoloso per scoprire il proprio passato. Egli sarà costretto per forza di cose a comprendere come mai una misteriosa setta di fanatici, guidata da un tipo di nome Crowley, lo voglia morto.

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Uno degli elementi chiave di questo gioco; percepibile dal titolo stesso è il buio. Come in qualsiasi survival horror che si rispetti la presenza dell’oscurità è costante. Così; soli nell’oscurità ci recheremo alla ricerca del misterioso segreto che si nasconde nelle viscere del parco. Tutto ciò si evolve attraverso una serie di sfide e scontri con personalità demoniache, persone indemoniate, fughe rocambolesche in auto ed enigmi.

  • Giocato su Xbox 360

Grafica: una delle caratteristiche di maggiore rilevanza di questo titolo è rappresentata dal comparto grafico. Gli ambienti sono ricchi di dettagli, ben curati e pieni di elementi interattivi. L’ambientazione di Central Park è realizzata minuziosamente e l’impatto visivo è positivo.

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Anche il protagonista a livello grafico “fa la sua figura”, risulta ottimamente caratterizzato. Le texture sono dettagliate e nitide; in particolar modo quelle relative agli abiti di Edward Carnby, alle ferite e ai volti dei personaggi.

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Non mi sento comunque, nonostante questa affermazione di promuovere da un punto di vista qualitativo tutti i personaggi che ruotano intorno al protagonista. Alcune figure non sono del tutto convincenti, in quanto alcuni elementi che le caratterizzano non sono pienamente incisivi e lasciano delle perplessità. Non proprio curate a dovere. Buoni risultano alcuni effetti grafici; tra questi è assolutamente da premiare il lavoro svolto dagli sviluppatori relativo alla realizzazione del fuoco.

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E’ veramente piacevole non solo da un punto di vista del gameplay, ma anche tecnicamente, ammirare alcuni materiali utilizzati da Edward a contatto con il fuoco. Seguire le fasi di questa dinamica è veramente entusiasmante; dal momento in cui il fuoco si propaga sul materiale, alla fase in cui brucia con una certa consistenza fino all’attimo in cui si carbonizza. Da un punto di vista grafico gli effetti dati dai giochi pirotecnici del protagonista e dalle ambientazioni sono eccelsi. Il fuoco è sicuramente uno degli elementi vincenti.

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Infatti gran parte del merito ai fini della resa visiva è da imputare all’illuminazione e al fotorealismo degli “incendi”. Nonostante alcuni elementi sono stati realizzati con grande attenzione e cura al dettaglio, “non è tutto oro quello che luccica”.

Infatti tra questi bagliori vi sono anche elementi, tanto per rimanere in tema di oscurità; “bui”.

Al di là di alcuni personaggi e alcuni ambienti non particolarmente seguiti come meritavano; il motore che sostiene la grafica del gioco non è stato ottimizzato al massimo; tanto da creare rallentamenti. Deludente l’utilizzo delle telecamera, in particolar modo quando si ruota lateralmente, da sinistra a destra o viceversa.

Anche le espressioni di alcuni personaggi sembrano fuori contesto, potremmo reputarle non attinenti alle dinamiche che si concretizzano sullo schermo e questo è un peccato, in quanto l’atmosfera che ruota intorno essendo ben realizzata è un punto di forza.

Giocabilità: ha un gameplay per molti aspetti originale, ricco di elementi e dinamico. Tali singolarità fanno emergere un prodotto che per diversi aspetti risulta esemplare. Sicuramente incide in modo estremamente positivo la possibilità di poter eseguire delle combinazioni tra gli oggetti che troveremo lungo il percorso. Questi oggetti una volta raccolti, saranno inseriti nella nostra giacca (funge da inventario). Al momento appropriato potremmo sfruttare al meglio ciò che abbiamo preso per ricavare: molotov, bombe esplosive, oggetti contundenti… insomma armi portatrici di morte. Una delle soddisfazioni più grandi è data dalla combinazione di una bomboletta di spray medico e un accendino; dall’unione di questi due oggetti ne consegue un lanciafiamme preparato lì per lì.

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Tanti oggetti che all’apparenza possono risultare inutili;  saranno nel cammino del gioco, grazie all’intuitivo elemento della “mescolanza”, letali e pericolosi. Altra “chicca” del gioco è la possibilità attraverso un coltello o un cacciavite di poter bucare il serbatoio di una delle auto presenti, per creare una scia di liquido incendiario, che una volta bruciata distrugge tutto ciò che la circonda.

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L’inventario svolge certamente un ruolo vincente nel processo vitale dell’azione di gioco; attraverso questo meccanismo di costruzione/combinazione, il videogiocatore sperimenta e realizza quegli elementi che gli consentono di andare avanti nel percorso video-ludico.

Un’altra delle caratteristiche del gameplay è quella di poter guidare delle automobili; divertente la possibilità, qualora non si trovassero le chiavi, di collegare i cavi in pieno “stile furto” per accendere la vettura. Così, ci si può spostare con le macchine da una parte all’altra di Central Park. Il sistema di guida è degno di nota, in quanto le auto sono pratiche da guidare, anche se le fasi di fuga in automobile non sono molto esaltanti; regalano scarse emozioni, poichè noiose e quasi insignificanti. Si potevano evitare. Le automobili sono sicuramente utili per spostarsi, per sbloccare l’obiettivo “Brucia tutte le radici del male”. Anche se ripetitivo può piacere!

Il contesto in cui si muove il protagonista è avverso e ricco di nemici, anche se questi ultimi non sono molto svegli in quanto l’intelligenza artificiale li porta a ripetere le stesse azioni.  Sono comunque molto ostili, in quanto resistenti.

Riusciremo nell’intento creando le armi e attraverso l’utilizzo della visione spettrale, che ci consente di individuare i punti deboli dei nemici. Inoltre va considerata come altro elemento fondamentale per la prosecuzione, l’abilità curativa. Nel caso si venisse feriti è essenziale utilizzare o uno spray medico, qualora vi fossero sul corpo ferite superficiali o delle bende qualora vi fossero sul corpo ferite profonde che porterebbero in breve tempo il protagonista alla morte per dissanguamento.

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Longevità: questo titolo possiede una longevità non particolarmente elevata. E’ la narrazione stessa che alimenta la vita di questo gioco. E’ diviso in otto episodi, dalla durata massima di quaranta minuti ciascuno. E’ possibile sostenere che l’unico motivo che spingerebbe il giocatore a ripetere la storia è l’acquisizione degli obiettivi mancanti.

Sonoro: La colonna sonora presente nel gioco è eccelsa. Scritta da Olivier Deriviere ed eseguita dal Choir The Mistery of Bulgarian Voices (il coro delle voci bulgare) è un capolavoro. Per farvi capire a quale esperienza musicale andreste incontro durante le fasi di gioco; mi sento persino di azzardare a sostenere che  valga la pena di provare questo gioco oltre che per le qualità precedentemente descritte…per ascoltare la bravura di questo coro di voci. Acquistando il titolo in Limited Edition troverete “the official soundtrack CD”.

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Alcuni elementi dell’audio sono sublimi: i rumori in lontananza, le grida, le voci distanti, lo sfrigolio della legna che arde. I dialoghi sono ben costruiti e le battute tra i personaggi si alternano in modo sensato. Meno positivo il giudizio sul doppiaggio in italiano, che non sempre si rivela essere all’altezza della situazione.

Un prodotto che nonostante possieda qualche limite; è da provare. Una varietà di situazioni rendono questo titolo piacevolmente giocabile.  Accompagnato da una colonna sonora di spessore e da un’interazione con gli oggetti esaltante… “non saremo proprio soli nell’oscurità”. O meglio “soli” si, ma non sempre nell’oscurità; vista l’ottima competenza pirotecnica di Edward.Tale caratteristica sommata al fatto che ogni episodio comincia con un video riassuntivo di quello precedente, ci consente di godercelo a pieno senza troppa frenesia. Essendo un titolo del 2008 e considerato l’attuale prezzo di mercato; oltre a tutte le potenzialità descritte, provarlo potrebbe non essere una possibilità “oscura”.

Il commento di Doktor Alibi

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GAMEPLAY
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LONGEVITÀ
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SONORO
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BONUS
Né bonus né malus
0 MEDIA + 0 BONUS = 0 TOTALE

One Response to “Alone in the Dark (PS3) – Recensione”

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