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Back to the future: The Game. Episode 4 (PC) – Recensione – Recensione

Dopo esserci lasciati alle spalle il finale spezzato di Citizen Brown, montiamo sulle nostre DeLorean per catapultarci in BTTF ep. 4 Double Vision. Con questo arriviamo al penultimo dei 5 capitoli di cui si compone la saga di Back to the future: The Game, l’avventura grafica della Telltale che ha fatto proprio gli stilemi del classico del cinema anni ’80, riportando quelle stesse atmosfere sui nostri PC (ma anche Mac e Playstation). I videogioctori sono pregati di allacciarsi le cinture, perché, come diceva Doc, “dove stiamo andando non c’è bisogno di strade!”

BACK TO… ARANCIA MECCANICA!

Già nel capitolo precedente, un alone di kubrickiano aleggiava intorno al programma Citizen Plus di cui Biff Tannen era stato il primo a sperimentare i benefici (si fa per dire ovviamente), con BTTF ep. 4, si conferma questo sospetto. Ora però, dopo il putiferio che noi, nei panni di Marty , abbiamo scatenato, a farne le spese sarà proprio Doc, il primo cittadino di Hill Valley. Ciò non vuol dire che la nostra vita sia più semplice, infatti, anche noi siamo destinati a far parte del programma di lavaggio del cervello messo in piedi da Edna con la tecnologia sviluppata da Emmett. Dunque non ci resta che ingegnarci su come fuggire dalla struttura in cui siamo rinchiusi, cercando di portare con noi il povero Doc. Armati di sagacia ed aiutati dalla nostra amata Jennifer in versione punk, riusciamo a venirne fuori, ma non è ancora finita, bisogna tornare indietro nel tempo e riaggiustare la linea temporale che abbiamo guastato, mettendo fine alla relazione tra Emmet giovane ed Edna prima cha sia troppo tardi. Dal 1986, dunque, torniamo nel 1931, ma i tempocircuiti della DeLorean fanno le bizze e ci riportano leggermente più tardi del previsto, ovvero nel giorno dell’Expo scientifica di Hill Valley. Nella nostra ennesima corsa con e contro il tempo, dovremo risolvere anche qualche dilemma morale e sentimentale, che ci farà leggere la storia da diversi punti di vista.

GAMEPLAY

Con BTTF ep. 4 prendiamo atto della volontà del team Telltale di non mettere mano al sistema di controllo tramite tastiera, questo è estenuante e recidivo e porta a non pochi momenti di reale prostrazione dove si ha quasi voglia di invocare aiuto dall’alto dei cieli. Le cose non migliorano se si sceglie di guidare Marty McFly tramite l’uso del mouse, ovvero tenendo premuto il tasto sinistro dello stesso e muovendolo a seconda della direzione che vogliamo. Eppure, sono sicuro, qualcosa per aggiustare il gameplay si poteva fare, anche perché, in alcune sequenze di gioco, il personaggio si muove con visuale fissa in semisoggettiva e, in quei rari momenti, le cose non vanno per niente male, anzi c’è una certa fluidità nell’azione e si evitano totalmente i fastidiosi stacchi dovuti ai cambi direzionali. Per il resto, il classico sistema punta e clicca va alla perfezione e, quando è possibile, può tornare utile per risolvere i problemi legati alla tastiera.

GRAFICA E SONORO

Le considerazioni sul sonoro sono quantomai ottime, BTTF ep. 4 mantiene le musiche ed i temi targati Ritorno al futuro che, soprattutto per chi ha amato il film, danno un po’ di emozione in più ed aiutano ad immergersi nelle atmosfere che il gioco vuole evocare. Mi soffermerei un po’ sulla grafica, con questo episodio si conferma la teoria cromatica che rende la veste del gioco particolarmente coinvolgente. Infatti, lo scontro tra i due mondi, quello distopico dell’86 e quello più spensierato del ’31, è sottolineato dalla scelta dei colori. Nella prima parte del gioco, infatti, prevalgono nettamente i toni cupi che avevamo già visto in Citizen Brown, mentre nella seconda parte c’è un chiaro ritorno a quelle tonalità sgargianti dei primi titoli. Ne deriva che, il giocatore, riesce anche solo visivamente, ad immedesimarsi nelle situazioni che vengono accentate dal comparto grafico e scandite da quello sonoro. In definitiva, BTTF ep. 4 conferma le buone sensazioni che, in questo senso, il gioco ci ha dato sin dal primo episodio.