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Heroes of The Storm (PC) – Recensione

DotA Docet

Sono ormai passati una decina di anni da quando Blizzard, o meglio, dei modders particolarmente talentuosi, diedero vita a un genere che negli anni avrebbe avuto sempre più successo e seguito, i MOBA. Tutto cominciò, infatti, con Defense of the Ancient, o DotA, una mod amatoriale di Warcraft III, in cui due squadre di giocatori se le davano di santa ragione per distruggere la base avversaria. Meccaniche semplici ma profonde, che affascinarono all’istante l’utenza e che continuano ancora oggi a far rinchiudere in casa migliaia di giocatori, nel tentativo di umiliare e poi sbeffeggiare i membri della squadra nemica (si scherza…ma neanche tanto). Attualmente l’universo MOBA è dominato da un oligopolio che vede Dota 2 di Valve rivaleggiare con League Of Legends di Riot, lasciando ben poco spazio vitale ad altri eventuali competitors (qualcuno ha detto Dawngate?). Blizzard, però, ha deciso di riprendersi un posto in questo genere da lei creato, seppur involontariamente. Ecco che nasce Heroes of The Storm il suo primo reale MOBA, o come amano definirlo gli sviluppatori “Team Brawler“,nel quale gli eroi di Warcraft, Diablo e Starcraft vengono riuniti per massacrarsi l’un con l’altro. Sarà riuscita la casa californiana a proporre un prodotto non destinato al macello da parte dei giganti di Valve e Riot? Scopriamolo insieme:

 

Un MOBA atipico

Va bene Blizzard, non vuoi che HotS venga definito un MOBA ma…vediamo cos’ha in comune con i membri di questo genere? Ok, innanzitutto abbiamo due squadre composte da 5 eroi ciascuna che si affrontano all’interno di un’arena. Alle estremità  sono poste le due rispettive basi, collegate tra loro dalle classiche 3 lane, ciascuna di esse difesa da ondate di creeps e strutture difensive. Insomma, le premesse per poter parlare di HotS come un MOBA ci sono tutte, ma sicuramente in quel di Irvine erano consapevoli che, per riuscire a non trasformare il loro prodotto un agnello sacrificale, bisognava aggiungere un pizzico di magia Blizzard. Ed ecco che invece di una sola e a lungo andare stancante mappa, ce ne vengono servite sul piatto ben sette, ispirate all’universo Blizzard e ciascuna con obiettivi e meccaniche uniche. Nella Valle Maledetta, per esempio, dovrete conquistare i Tributi per maledire il team avversario indebolendo le sue difese; nel Giardino del Terrore, invece, dovrete raccogliere più semi possibile per riuscire a evocare e comandare il Terrore, un gigante fatto di radici che si rivelerà un’ottimo tank; nella Baia Cuorenero dovrete raccogliere dobloni per pagare il pirata al centro della mappa che vi fornirà fuoco d’artiglieria con i cannoni della sua nave e così via. E’ stata inoltre già annunciata un’ottava mappa, ispirata al mondo di Diablo, in arrivo a fine mese. Per completare questi obiettivi, praticamente fondamentali per la vittoria, diventa ovviamente ancora più importante  il gioco di squadra: scordatevi i carry, in HotS si vince e si perde insieme. Non solo perchè avventurarsi da soli per la mappa per cercare di completare gli obiettivi da soli è un suicidio, ma anche perchè Blizzard ha deciso di inserire un sistema di progressione di esperienza comune a tutta la squadra. Non saranno quindi i singoli eroi a livellare, bensì l’intera squadra, garantendo uno sviluppo delle abilità attraverso i Talenti ( che altro non sono che potenziamenti delle abilità di base o abilità passive integrate) omogeneo e equilibrato. Peccato per l’assenza di una chat vocale in game che, sebbene sia stata annunciata come feature in arrivo, sarebbe dovuta essere presente fin da subito in un gioco così team based.

 

Eroi “talentuosi”

Heroes of The Storm garantisce, al momento, un roster di 37 eroi, alcuni vengono forniti gratuitamente a rotazione settimanale in modo da permettere a tutti di giocare gratuitamente, mentre è possibile sbloccare definitivamente un eroe attraverso la moneta di gioco (non tutti gli eroi hanno lo stesso prezzo), oppure acquistandoli con soldi reali (un po’ costosetti in realtà, ma d’altronde è pur sempre un F2P). Forse 37 sono un po’ pochi, ma non dubitiamo che, col tempo, ne verranno aggiunti molti altri. L’intero roster è suddiviso in 4 macro-categorie: ci sono i Guerrieri, eroi in grado di subire e infliggere un discreto quantitativo di danni, inoltre alcuni di essi godono anche di proprietà curative o protettive per i propri alleati; ci sono gli Assassini, a distanza o da mischia, eroi relativamente deboli ma in grado di propagare morte e terrore nel team nemico grazie all’elevatissima quantità di danni che sono in grado di infliggere; immancabili gli eroi di Supporto, che ancora più che in altri MOBA, sono costretti a vivere in simbiosi con altri membri del team data la loro scarsa resistenza e DPS; e infine ci sono gli Specialisti, eroi atipici, ciascuno con poteri e abilità utili solo in determinati casi.  Dopo numerose partite sia in closed beta che con il codice completo (ringraziamo Blizzard per averci fornito una copia del “Kit Introduttivo”) non abbiamo però potuto fare a meno di notare qualche sbilanciamento tra gli eroi, tanto che, nonostante la rotazione settimanale, si è già formato un meta ben preciso, ma non dubitiamo che la situazione andrà via via migliorando patch dopo patch. Una volta scelto il vostro eroe sarà il matchmaking a unirvi ad altri 4 giocatori all’interno della squadra ed ecco forse uno dei maggiori difetti di HotS: non è possibile infatti, a meno che non si costruisca una squadra pre-made con gli amici, scegliere il proprio personaggio concordandolo con gli altri membri della squadra. Sebbene l’algoritmo del matchmaking non funzioni male, cercando sempre di inserirci in una squadra bilanciata, bisogna ammettere che sentiamo la mancanza di una selezione post-unione alla partita.

 

Una volta scesi in campo, come abbiamo già detto, i punti esperienza verranno distribuiti gradualmente e contemporaneamente a tutta la squadra e ogni 3 livelli sarà disponibile un Talento da sbloccare. Inizialmente avremo a disposizione solo Talenti Base, poi, man mano che faremo esperienza con un determinato eroe, lo faremo salire di livello, sbloccando talenti sempre più avanzati, garantendoci quindi la possibilità di personalizzare al massimo le nostre build in base alle necessità. Parlando di build bisogna notificare un’altra grande differenza rispetto agli altri MOBA: l’assenza di denaro e negozi per acquistare equipaggiamento. Eh già, dimenticatevi i last hit e la gestione del denaro, in HotS l’unica maniera per “costruire” il vostro personaggio è sbloccare i talenti man mano che la squadra sale di livello. Sebbene i più appassionati possano storcere il naso, abbiamo trovato questa meccanica decisamente adatta a questo titolo, che fa dell’immediatezza e della rapidità di gioco uno dei suoi punti forti. Attenzione però, ciò non vuol dire che il titolo pecca di profondità, o meglio, sicuramente non può essere confrontato con titoli come LoL o ancora peggio Dota 2, confronto che in realtà non sarebbe neanche corretto, ma preferisce alla complessità e allo studio profondo delle meccaniche, un gameplay più intuitivo e che richiede un approccio più casual. Si sa che i MOBA sono generalmente prodotti che richiedono anni e anni per sviluppare le proprie potenzialità e offrire un’esperienza sempre migliore. Ciò che possiamo dire adesso è che Heroes of The Storm fa dell’accessibilità il suo punto di forza, garantendo un’esperienza assolutamente divertente, ma non frustrante, ai novellini come agli esperti, con una curva di apprendimento non così punitiva ma nemmeno così scontata, soprattutto a livello competitivo.

 

Tecnicamente parlando

Lo stile grafico un po’ cartoonesco scelto da Blizzard è azzeccatissimo, ed è una vera goduria per gli occhi assistere agli epici team fights tra gli eroi. Anche il design delle mappe è apprezzabilissimo, anche se alcune risultano forse un po’ troppo piccole. Peccato però che nonostante la volontà di rendere il gioco accessibile alla maggior parte di giocatori possibile, requisiti alla mano è difficile dire che l’ottimizzazione sia delle migliori: nonostante i nostri requisiti centrassero in pieno quelli raccomandati, nei momenti più concitati ci trovavamo a subire qualche rallentamento di troppo. Molto migliorata la stabilità dei server, ma qualora si venga per disgrazia disconnessi, spesso bisogna dire addio al match, in quanto il sistema di riconnessione alla partita è abbastanza lento e fallimentare. Per quanto riguarda infine il sonoro, buono il doppiaggio italiano anche se per giocare titoli del genere, la lingua originale è d’obbligo.