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Tengami (PC) – Recensione

Wolves Sleeping…Beneath Pale Moonlight…Dreams Unfold

Nel primo titolo del neonato team di sviluppo britannico Nyamyam (fondato dagli ex Rare Phill Tossel e Jennifer Schneidereit) vedevamo tutte le premesse per una piccola perla videoludica: stile grafico eccelso, ambientazione innovativa, insomma il tutto faceva pensare ad un titolo potenzialmente memorabile. Dobbiamo ammettere di essere invece un po’ delusi dopo la prova di Tengami, peraltro davvero molto breve. Ma andiamo con ordine:

Apri il libro e comincia l’avventura

Come abbiamo già detto, l’ambientazione di Tengami è probabilmente uno degli elementi più innovativi di questo piccolo Indie: ci troveremo infatti a impersonare un Samurai all’interno di un “pop-up book”, uno di quei libri che probabilmente tutti abbiamo avuto da piccoli, nei quali, semplicemente tirando delle linguette, si potevano, quasi per magia, far muovere i personaggi, far apparire delle strutture e molto altro. E le fondamenta di questo punta-e-clicca sono esattamente le stesse: riuscire a completare gli enigmi che ci bloccheranno la strada attraverso lo sfruttamento degli elementi cartacei all’interno del libro. Per aprire una porta basterà farla scorrere, per attraversare un fiume basterà far apparire il ponte e così via. Potremo addirittura cambiare ambientazione o addirittura stagione semplicemente facendo scorrere i fogli delle pagine. Meccaniche intuitive che, unite allo spettacolare stile grafico, incantano fin dai primi istanti di gioco e ci spingono a continuare. Ben poco sappiamo del personaggio principale, di quale sia la sua storia, di quale sia la sua missione. Procediamo quindi per inerzia scoprendo, nel corso del gioco, che il nostro obiettivo è raccogliere 3 fiori di ciliegio che troveremo alla fine dei 3 livelli di cui è composto il gioco, grazie ai quali potremo far fiorire nuovamente l’albero a cui appartenevano.

Oltre a questo però, non sappiamo assolutamente niente. Le ambientazioni che andremo a esplorare sono sicuramente suggestive, ma eccessivamente vuote e monocromatiche il che a lungo andare stanca, rendendo il nostro procedere nel livello un semplice e noiso cliccare continuo. A migliorare la situazione la piacevole colonna sonora composta da David Wise, altro ex Rare, che è riuscito creare melodie che entrano perfettamente in simbiosi con le ambientazioni, cullandoci e rilassandoci una piega dopo l’altra.

Tutto molto bello ma…cosa sto facendo?

Ora, siamo avvezzi a titoli che fanno della trama criptica e misteriosa uno dei loro punti forti (basti pensare alla Lore della saga dei Souls, dove saremo noi a dover ricostruire la trama ottenendo informazioni qua e là), ma il vero problema di Tengami sta proprio nell’assenza totale di un intreccio narrativo. Il gioco si configura quindi come una semplice esperienza audiovisiva, poco più.

La stessa Schneidereit ha spiegato che il gioco è stato pensato per “essere giocato prima di andare a letto“, e dobbiamo ammettere che Tengami si configura benissimo come un conciliante per il sonno: il lento procedere del personaggio attraverso scenari perlopiù vuoti e poco diversificati, la semplicità disarmante della gran parte dei puzzle, il ritmico cliccare del mouse per far procedere il protagonista, riescono più di una volta a farci abbassare le palpebre e a pensare di terminare la nostra sessione, ed è qui che ci attende un’ulteriore spiacevole sorpresa: il gioco non permette di salvare i propri progressi. Qualora decidessimo di uscire da Tengami saremo costretti, nostro malgrado, a ripetere tutto da capo. Siamo quindi costretti a terminare il gioco in un’unica run, per fortuna non troppo lunga, visto che il nostro orologio si è fermato esattamente a 78 minuti all’apparire dei titoli di coda. Resta però una grave mancanza in fase di sviluppo l’assenza di slot di salvataggio.

Non un brutto gioco, piuttosto un porting poco azzeccato

Già, perchè Tengami nasce, fondamentalmente, come titolo portatile per iOS, poi portato su PC, MAC e WiiU. Ed ecco spiegato il motivo per cui il gioco, giocato su altre piattaforme, non entusiasma. Il titolo infatti rispecchia perfettamente quelle che sono le prerogative di un buon phone game: stile grafico semplice ma di grande effetto perfetto per i dispositivi portatili, ottima integrazione del gameplay con le meccaniche di uno schermo touch (girare le pagine con il nostro indice risulta sicuramente più appagante rispetto all’utilizzo di un mouse), può essere giocato nei momenti liberi durante la nostra giornata e non necessita di salvataggi in quanto basta lasciare aperta l’app. Tengami, nella sua versione PC, non può essere sicuramente considerato un fallimento come gioco, bensì una scelta non proprio felice di porting su piattaforme diverse da quella nativa, per la quale il titolo era stato pensato e ideato.