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Valhalla Hills (PC) – Recensione

E’ tempo di costruire

Dagli sviluppatori di classici come “The Settlers” e “Cultures” ecco Valhalla Hills, un simpatico e coloratissimo strategico in cui noi giocatori nei panni di Leko, dio costruttore della mitologia nordica, dovremo aiutare i nostri fedeli vichinghi a riconquistare un meritato posto negli opulenti banchetti del Valhalla. Saremo capaci di svolgere con onore un tale compito?

N.B.: Valhalla Hills si trova ancora in Accesso Anticipato su Steam, la seguente recensione va a giudicare il titolo allo stato attuale delle cose, sarà poi nostra premura andare eventualmente a modificarla e aggiornarla una volta che Valhalla Hills sarà pubblicato in versione definitiva.

Pathway to heaven

I figli, si sa, sono una continua fonte di angosce e preoccupazioni, anche se il padre è un tale Odino, il Signore di Asgard. Il piccolo Leko, infatti, non è proprio il miglior figlio che un dio vichingo possa desiderare: invece di fronteggiare coraggiosamente altre divinità in tornei di lotta o di bevuta, Leko fin dalla tenera età ha dimostrato un estremo interesse per l’arte della costruzione, tanto da venire addirittura chiamato da suo padre Dio dei Costruttori. Nel giorno del suo diciottesimo compleanno, però, Leko fallisce miseramente l’esame per diventare un dio e il padre, infuriato, lo esilia sulla terra chiudendo dietro di sè le porte del Valhalla, il paradiso vichingo. E così, i poveri defunti vichinghi, morti con onore in battaglia per riunirsi agli dei nei divini simposi del Valhalla, vengono invece gettati sulla brulla terra senza tante cortesie, costretti a guadagnarsi, ancora una volta, l’accesso al paradiso. Starà quindi a noi, Leko, rinnegato Dio dei Costruttori, aiutarli a costruire una strada che li riporti, ancora una volta, sulle vette del Valhalla, passo dopo passo, pietra dopo pietra.

Giochiamo a fare la divinità

All’inizio di ogni partita di Valhalla Hills potremo scegliere tra due modalità diverse: la modalità normale, nella quale verremo introdotti volta per volta a tutte le tipologie di edifici e meccaniche presenti nel gioco, offrendoci quindi la possibilità di progredire imparando; oppure una modalità ovviamente più complicata in cui tutto è già sbloccato fin dall’inizio e starà a noi decidere quale strategia utilizzare per permettere alla nostra tribù vichinga di sopravvivere e prosperare fino al raggiungimento del paradiso. Oltre alla modalità è possibile scegliere anche il livello di difficoltà, sostanzialmente ce ne sono due, quello base, e quello “alla vichinga“, che consiste in mappe di dimensioni maggiori, con maggiori pericoli al loro interno e con un maggior numero di nemici pronti a sterminare il nostro popolo una volta aperto il portale. Quale portale? Ma quello del Valhalla ovviamente! All’inizio di ogni “livello”, infatti, i nostri vichinghi pioveranno letteralmente dal cielo su un’isola generata proceduralmente, vicino a un piccolo pilastro attorno al quale sono posizionati dei materiali da costruzione basilari per dare il via alla costruzione dell’insediamento. Oltre a questo, nel punto più alto dell’isola, è posizionato appunto il portale del Valhalla, portale che dovremo attraversare per portare a termine il livello e garantire alla nostra tribù il ritorno nel regno degli dei. A dire la verità abbiamo trovato un po’ ripetitivo il dover ricominciare sempre tutto da capo al termine di ogni livello, dato che le strategie costruttive, una volta apprese, risultano essere sempre le stesse, così come l’obiettivo per passare al livello successivo.

Ogni livello ha una durata che varia dai 10 ai 60 minuti circa, tempo che spenderemo, per la maggior parte, a goderci il panorama (graficamente il gioco è davvero piacevole, ma ne parleremo più avanti) e a osservare i nostri vichinghi muoversi e operare autonomamente: già, in Valhalla Hills non avremo infatti controllo diretto sulle azioni svolte da ciascun membro della tribù, ma verrà tutto gestito dall’ IA che, bisogna dirlo, opera nella maggior parte dei casi in maniera corretta. Il nostro apporto quindi consisterà semplicemente nel posizionare efficientemente gli edifici in maniera che ciascuno possa interagire con le aree di influenza degli altri, e lasciare fare il resto ai nostri volenterosi e instancabili vichinghi. E ciò è, almeno nei primi livelli, tutt’altro che intuitivo e scontato. Il tutorial, per quanto presente, non è assolutamente sufficiente: certo, ci vengono spiegate le funzionalità di ogni edificio, come posizionarli efficientemente sul terreno ma, oltre a queste informazioni, saremo lasciati totalmente a noi stessi, e ciò crea un po’ di confusione. Fortunatamente assieme al codice di review ci sono stati forniti due video tutorial davvero molto utili ma che non possiamo pubblicare per espressa richiesta del team. Ci chiediamo perchè non siano stati inseriti all’interno del gioco stesso in quanto ci hanno facilitato non poco la vita.

Ed è proprio una  volta superato lo stordimento iniziale che si inizia ad apprezzare veramente Valhalla Hills. Inizieremo a comprendere quali siano le strategie di costruzioni più efficienti per consentire uno sviluppo omogeneo e sicuro del nostro accampamento, quali edifici hanno la priorità e quali invece possono essere ignorati, se adottare un approccio militare nei confronti dei difensori del portale del Valhalla, oppure se tentare di placarli con offerte e sacrifici (via peraltro un po’ troppo semplicistica, almeno nelle fasi iniziali, rispetto a quella bellica). Ovviamente finchè la ruota produttiva gira senza ostacoli il tutto risulta piacevole e soddisfacente. Purtroppo però si sono verificati più di una volta degli inconvenienti per cui inspiegabilmente le cose smettevano di funzionare: vichinghi che senza apparenti motivi si mettono a girovagare per la mappa in cerca di un fantomatico oggetto, edifici che interrompono la produzione per via di mancanza di materiali che in realtà abbondano, abitanti ridotti alla fame nonostante le riserve di cibo siano ben protette all’interno dei depositi. Quando troppe cose sono sotto il controllo dell’IA diventa quindi difficile anche il “problem solving” che generalmente negli strategici rappresenta uno dei principali compiti del giocatore: risalire al problema che ha causato un’anomalia nel sistema produttivo talvolta può risultare difficilissimo se non impossibile e ciò costringe noi giocatori ad abbandonare la mappa e generarne un’altra per ricominciare da capo. Onestamente non sappiamo dire se ciò sia dovuto a instabilità nel codice visto che il titolo non è ancora terminato, o a nostre mancanze gestionali, ma ci riesce difficile pensare che il povero Olaf ieri sia morto di fame volontariamente nonostante a due passi dalla sua capanna fosse presente un ricco cespuglio ricolmo di bacche.

Tecnicamente parlando…

Valhalla Hills si presenta con una grafica davvero molto pulita e apprezzabile anche a settaggi più bassi. I temibili vichinghi sono rappresentati quasi come innocui gnomi da giardino, visto lo stile artistico cartoon scelto. Le isole, generate randomicamente, sono sempre ben caratterizzate e ricche di vita. Peccato però che il sistema di telecamera sia un po’ approssimativo e di difficile controllo. L’alternanza giorno-notte è davvero affascinante con le torce che illuminano gli edifici e i vichinghi che si ritirano nelle loro abitazioni o sotto gli alberi per riposarsi dalle fatiche quotidiane. Anche il sonoro è davvero ben realizzato con la colonna sonora che si adatta alle situazioni vissute sull’isola: tranquilla e placida durante la raccolta del grano, concitata quando i vichinghi si trovano alle prese con un golem di ghiaccio o più semplicemente un lupo spintosi troppo fuori dalla foresta, festosa quando finalemente si attraversa il varco del portale per il Valhalla. Nota leggermente negativa per la traduzione del gioco che risulta, allo stato attuale, fastidiosamente mista.