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SSX – Boostami ‘sto trick

RetroGaming è una rubrica che guarda al passato dei videogiochi per rapportarlo al presente – in altre parole, pesco un vecchio gioco che conosco da più o meno tempo e cerco di analizzarlo sia inquadrandolo nella sua epoca storica sia mettendomi nei panni di doverlo giocare oggi come videogiocatore moderno. Esce alla domenica, con cadenza bisettimanale.

 

I titoli sportivi si sono sempre mossi lungo una linea a volte più e a volte meno marcata: quella che separa arcade da simulativo. Le pretese simulative sono iniziate non appena la tecnologia lo ha permesso; quando sia avvenuto esattamente non credo di sapervelo dire.

Per mia fortuna tutto questo non ha importanza. Non ne ha perché SSX è al 100% un gioco arcade, e uno dei migliori che ricordi di avere mai giocato in vita mia.

 

Il tema, chiaramente, è lo snowboard. SSX vede uno o due giocatori più dei bot sfidarsi lungo alcuni tracciati a chi arriva prima al traguardo, nulla di più semplice. Ad essere non complicato, ma incredibilmente ben fatto, è tutto quello che si nasconde nei dettagli.

 

PS: visto che trovo pochissimi screenshot di SXX e che sono tutti orribili, ma d’altra parte un intero articolo senza stacchi grafici farebbe di me un panda molto triste, oggi a fare da separazione tra i paragrafi sono dei video di gameplay. Farvi guardare direttamente il gameplay è anche il secondo miglior modo possibile per farvi cogliere l’epicità di questo gioco (il primo, chiaramente, sarebbe farvelo giocare).

 

 

Per prima cosa dovreste fare attenzione alla data d’uscita: ottobre/novembre 2000. SSX era a tutti gli effetti un titolo di lancio per PS2 in Europa e Nord America, quindi uno dei primissimi per la console. Il che, a mio avviso, rende ancora più incredibile la cura sia tecnica che visiva del gioco.

Generalmente i titoli di lancio per una nuova console sono giochi della generazione precedente con grafica migliore e magari qualche idea nuova abbozzata e buttata nel mezzo. Qui invece abbiamo un titolo già completamente “nuovo” rispetto a qualsiasi cosa vista su PS1, che anche dimenticandoci dell’aspetto grafico struttura tutto il proprio gameplay su un ardito sistema di fisica e di impatti con cui il giocatore è lasciato interagire a piacere.

E la cosa si rispecchia anche nelle recensioni: SSX ha una media di ben 93/100 con 35 recensioni, e 8,3 da parte, curiosamente, di soli 22 utenti. Non capisco se un numero così basso di voti significhi qualcosa in particolare, ma sospetto sia in primo luogo perché il gioco non è troppo noto. E, beh, eccomi qui con questa rubrica.

 

La caratteristica più importante e curiosa di SSX è quella di non essere “su rotaie”. Voglio dire che i tracciati in cui si corre non sono corridoi chiusi artificialmente con degli script, all’interno dei quali il giocatore ha libertà di muoversi ma che non riesce a lasciare. Il gioco – ironicamente diventando così un po’ più “simulativo” anche di molti titoli simulativi – è tutto o quasi regolato solo dalla fisica: se riuscite a saltarlo, l’avete saltato; se fallite, cadete con la faccia nella neve, vi rialzate e ripartite.

SSX richiede sicuramente pratica per essere padroneggiato, ma è estremamente concessivo e non dà mai l’impressione di chiudervi lungo un binario in cui dovete essere di una precisione meccanica per fare al meglio – neppure per gli standard a cui siamo arrivati oggi. Questa incredibile modernità concettuale gli ha permesso di non invecchiare di un solo giorno, anche se ormai sono passati quasi 15 anni.

 

A sposarsi alla perfezione con questa meccanica di fondo è l’altro fiore all’occhiello del titolo, il design delle piste. I tracciati non sono solo estremamente distinguibili, sia per aspetto esteriore che per stile di gioco richiesto, ma pieni di percorsi secondari, possibilità per provare a tagliare e meccaniche particolari che servono a spezzare la monotonia.

La fantasia non mancava a chi li ha realizzati, ma sono anche tutti (tranne forse l’ultimo, talmente folle da diventare un po’ casuale) ben bilanciati e con un proprio tono. Hanno un personalità. Trovatemi un altro racing game di cui potreste dirlo. Così poi lo compro.

 

 

Altra caratteristica importante di SSX è il sistema di boost, che è abbastanza tradizionale ma fa il proprio lavoro. Quando si è in volo si possono eseguire svariati “trick” con i quattro dorsali del controller, e se si salta si può anche caricare una rotazione laterale, verso l’altro, il basso o diagonale, con cui a sua volta si possono combinare dei trick.

Più numeri si eseguono in un solo salto e più a lungo li si mantiene più si accumula del boost, ma se si atterra male e si cade tutto quanto fatto durante il salto viene perduto. Il boost è attivabile a comando con , e basta lasciare il pulsante per fermarlo. Eseguire di continuo sempre gli stessi numeri perde di efficacia, quindi bisogna anche stare attenti ad essere un po’ creativi per non diventare ripetitivi.

Per la cronaca, sì, con Select venite “riposizionati”, e a volte lo si può usare sia per rialzarsi più in fretta che per tagliare pezzetti del tracciato. I vecchi trucchi sporchi non muoiono mai.

 

I controlli sono piuttosto precisi, anche se all’inizio si può fare confusione su come eseguire i salti e con che tempi. In volo si ruota abbastanza liberamente il personaggio, quindi se ad esempio si salta di sbieco o si finisce dove non si vorrebbe ci si riesce a raddrizzare e atterrare senza cadere. L’inerzia del personaggio si sente ma ha il giusto peso, non diventa mai motivo di frustrazione richiedendo virate assolutamente perfette, e dall’altra parte non permette di fare qualsiasi cosa.

Oltre ad esserci vari personaggi tra cui scegliere con caratteristiche proprie, per ognuno si può anche usare tutta una serie di tavole. Le tavole sono di tre tipi, da quelle più “freestyle” a quelle di velocità, e il tipo di tavola utilizzato ha anche un discreto impatto sul tipo di gara che dovete tenere, e persino su che movimenti potete fare.

 

La campagna offerta dal gioco è abbastanza basilare, ma riesce comunque ad aggiugnere un motivo tangibile per rigiocare le mappe più e più volte. Si sceglie uno dei personaggi, con cui bisogna partecipare a delle corse nei vari tracciati per sbloccare quelli successivi e gli altri personaggi; c’è anche una seconda modalità, in cui siete da soli nel tracciato e dovete totalizzare un minimo di punti con dei trick prima di arrivare alla fine per ottenere le varie medaglie.

Completando le varie gare si ottengono anche punti esperienza che vanno spesi per potenziare le statistiche del personaggio utilizzato e si sbloccano nuove tavole e abiti per esso. Ogni personaggio ha anche un “libro dei trick”, con un elenco di trick e combinazioni di trick che vi viene chiesto di eseguire durante le competizioni fino al completamento.

 

PPS: visto che un terzo video di gameplay mi sembra superfluo, vi do un assaggio dell’audio.

 

 

Per chiudere il quadro, SSX è splendido da vedere e ha un’ottima colonna sonora. La grafica ha uno stile molto semplice ma dettagliato e ben costruito, e perfettamente funzionale al gameplay. L’audio è un insieme di musice hip-hop e simili, un campionario di effetti sonori stupidi in stile cartoon e l’annunciatore più “in” che gli anni ’90 avevano lasciato in eredità al genere umano.

 

C’è solo un aspetto negativo di SSX che mi viene in mente: i contenuti non sono tantissimi di numero. Le piste sono sette o otto, e i personaggi altrettanti. Sì, c’è varietà, ma oggettivamente non ci metterete molto prima di avere visto tutto. A mio modesto parere il livello qualitativo del gioco basta e avanza a far riprovare ancora e ancora sempre le stesse gare sempre nelle stesse piste per migliorare i propri risultati e potenziare più personaggi, ma oggettivamente la mia concezione di come prendere i videogiochi è ferma a quando SSX è uscito, quindi qualcun altro con meno primavere sul groppone potrebbe dissentire.

Se riuscite a passare sopra a questo e non odiate i giochi arcade, SSX è da comprare. Punto.

 

 

Potrebbe farvi piacere sapere che nel 2001 è uscito una sorta di mezzo sequel di SSX, chiamato SSX Tricky, che prende parte dei contenuti dell’originale, li rimescola e ne aggiunge di nuovi. Non l’ho mai provato, ma il gameplay dovrebbe essere sostanzialmente identico, quindi se non ne avete mai giocato nessuno dei due e non trovate l’originale penso possa essere un discreto rimpiazzo. Tricky è uscito anche su Xbox e GameCube… ed è il motivo per cui esiste un SSX 3 senza un capitolo con “2” nel titolo. Ma di questo parleremo magari un’altra volta.

C’è anche un SSX per PS3 e Xbox 360, ma è un reboot, un gioco completamente diverso (che non ho mai avuto occasione di provare), non un port in HD o qualcosa di simile, quindi non fate confusione.

 

Che altro dire? Nulla. Ora, un altro paio d’ore in SSX prima di andare a letto. Me le sono meritate.

Alla prossima.