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Un neofita degli rpg classici alle prese con Tyranny

Essere un videogiocatore, seppur iper appassionato, non vuol dire giocare a qualsiasi cosa passi per le mani ma necessariamente ci saranno generi che si preferiranno, generi che si eviteranno, generi che ti possono appassionare a seconda di una serie di fattori.
Per quanto mi riguarda i giochi online non esistono, così come i giochi di guida, mentre i giochi di ruolo (con la deriva più action) li posso definire come la mia passione. Senza comunque andare nel particolare del discorso, nonostante le premesse, posso dire con molta onestà di aver giocato poche volte però agli rpg super classici, al momento dell’uscita ho amato i due Neverwinter Nights (seppur non li consideri così radicali) e poco altro: purtroppo non tanto per una questione di gusti ma perchè li ho considerati e tutt’ora li considero poco compatibili con le mie sessioni di gioco, sporadiche e purtroppo la maggior parte delle volte veloci. Per questo motivo mi sono sempre sentito “bloccato” ma trovando l’opportunità di recensire Tyranny non c’ho pensato due volte ed eccomi qua a parlarvene dopo un bel po’ di intense ore di gioco.

Una vita da cattivo

In Tyranny impersoneremo il Fatebinder, uno dei principali sottoposti dell’imperatore Kyros che nel corso degli anni è riuscito ad inpadronirsi, con una serie di innumerevoli vittorie, di gran parte del mondo. Questo fino all’arrivo nella regione sud occidentale chiamata Tiers, capace di opporsi all’avanzata dell’indomabile impero la cui incredibile impresa si deve non solo all’immenso ed organizzato esercito ma anche per l’utilizzo dei cosiddetti editti, una sorta di maledizioni a tempo (di varia natura) capaci addirittura di sterminare intere popolazioni.

Ed è proprio qui che entra in gioco il Fatebinder, con il compito di risolvere questa aggrovigliata situazione che sta causando anche delle crepe interne tra le varie fazioni di cui l’esercito imperiale dispone.

Il nostro sarà quindi un ruolo di mediatore, una sorta di ambasciatore che dovrà cercare di far rispettare la volontà del proprio leader, con le buone o con le cattive; l’importante sarà l’obiettivo finale.

Volendo dare un giudizio generale, come al solito Obsidian è riuscita nell’impresa di costruire un grande universo, ricco di fazioni, personaggi e una multitudine di linee di dialogo più o meno interessanti ma sicuramente di qualità e che si possono considerare per davvero il fulcro del gioco, attraverso di essi infatti caratterizzeremo le nostre azioni, le nostre alleanze, le nostre amicizie,  le nostre destinazioni. Il risultato finale è, come spesso avviene in fin dei conti con le narrative raccontate in questo modo, una storia ben caratterizzata ma con poco mordente e incapace di spronare la vostra avanzata.

Un rappresentante perfetto del genere

Scopriamo il gameplay di Tyranny, passo per passo, per non perderci nessun dettaglio: partiamo dalla creazione del personaggio, altamente personalizzabile a partire dall’aspetto (i pg hanno uno stile leggermente caricaturale e cartoonesco), dal sesso, fino ad arrivare alla classe o per meglio dire agli stili di combattimento, considerando che potremo selezionarne due da poter switchare in qualsiasi istante dell’avventura, anche nel corso dei combattimenti, a seconda dei vostri gusti o delle necessità strategiche.

Terminata questa prima fase, il gioco ci darà la possibilità di iniziare in modo veloce la partita o definire una serie di scelte che riguarderanno le conquiste degli ultimi territori prima degli eventi raccontati: in particolare impersonando sempre il Fatebinder andrete a decidere le modalità di conquista di essi in modo da definire un primo allineamento con le due fazioni principali dell’esercito (i Disfavored e gli Scarlet Chorus) che nel corso del gioco saranno quasi sempre in disaccordo seppur rientrino nello stesso schieramento.

tyranny_world_map

Solo a questo punto, dopo una prima oretta passata in questo modo, si comincia ritrovandoci catapultati nel tutorial iniziale e alle prese con i primi combattimenti, immeditamente di seguito descritti ma che precisiamo essere piuttosto classici all’interno del genere: il party sarà costuito da 4 personaggi, incontrati nel corso dell’avventura e che si aggregheranno alla missione a seconda del vostro allineamento e dei dialoghi. Ovviamente questi, piuttosto numerosi, andranno a ricoprire tutte le possibili classi in modo da formare il miglior team possibile. L’intelligenza artificiale dei partner è piuttosto basilare e poco personalizzabile, scelta che troviamo corretta considerando che le maggiori soddisfazioni proverranno dallo sfruttamento della pausa tattica, appagante e allo stesso tempo necessaria per la vittoria nei combattimenti più ostici, attraverso l’impiego migliore delle abilità dei vari personaggi.

Tyranny screen 1

Per quanto riguarda la progressione, questa risulta completamente gestibile: dalle caratteristiche principali (forza, agilità, etc..) fino ad arrivare alle abilità attive o passive che siano e all’equipaggiamento, in tutte le sue componenti. A seconda del rapporto instaurato, funzione non solo dei dialoghi ma anche delle scelte compiute nelle varie missioni, si potranno sbloccare una serie di perk speciali.

Le missioni principali e secondarie, così come l’intera struttura dell’opera, non si discostano dal genere e non risultano sicuramente brillanti; anche nella longevità non troviamo alcuna nota di merito: la durata della campagna principale, considerando una velocità di avanzamento media, si può stimare intorno alle 20 ore ma l’estrema rigiocabilità è sicuramente fonte di ulteriori decine di ore di gioco.

Il fantasy secondo Obsidian

Giudicare il comparto tecnico di titoli di questo genere significa in sostanza tenere in considerazione della capacità del team di creare un mondo vario, ricco di sfaccettature e dallo stile artistico unico, obiettivo secondo me raggiunto solamente in parte: se da un lato, infatti, ritroviamo uno stile dei personaggi, delle fazioni, dei nemici piuttosto interessante e variopinto, nonostante l’assenza delle numerose solite razze tipiche del genere, dall’altro ritroviamo uno stile delle ambientazioni sicuramente più dark e decadente, rispetto al precedente Pillars of Eternity, ma che non da l’impressione di un’ampia varietà.

Per quanto riguarda i dettagli un po’ più tecnici, non ho trovato bug all’interno delle missioni o problemi nei salvataggi, nessun calo improvviso di framerate nemmeno nelle fasi più coincitate con tanti nemici a schermo e numerosi poteri attivi, probabilmente anche per la poca ampiezza delle mappe, numerose ma davvero limitate dal punto di vista dell’estensione.

Nonostante i requisiti hardware non siano i più esosi riporto comunque la mia configurazione con cui ho giocato ad una risoluzione Full HD e 60 frame al secondo (per maggiori dettagli non esitate a chiedere nei commenti):

Sistema Operativo: Windows 10 64 bit

CPU: Intel Core I7 4710HQ

Scheda Video: Nvidia Geforce GTX 860m da 2 GB

RAM: 8 GB

Nota di merito va fatta per il comparto sonoro: le musiche orchestrate sono veramente evocative, piacevoli da ascoltare e l’intera atmosfera, nonostante il clima cupo, risulta più vivace e movimentata.

Il commento di Lorenzo

Obsidian si conferma software house di grande talento: i loro giochi, seppur non perfetti, riescono a soddisfare gli appassionati che ormai sanno cosa aspettarsi. Il risultato è vero che risulta prevedibile e poco sorprendente ma la certezza di avere un gioco di qualità è praticamente garantita e tutto sommato un ottimo compromesso.

Tyranny rappresenta in pieno tale concetto: definirlo un incredibile rpg risulta esagerato così come un rpg mediocre, è perfetto per gli appassionati ma probabilmente non farà cambiare idea ad altri tipi di giocatori che sono alla ricerca di esperienze diverse.

9
GAMEPLAY
Seppur manchino innovazioni, il gameplay risulta ben riuscito, con dialoghi curati, combattimenti appaganti e profondi.
7
COINVOLGIMENTO
La storia, a parer mio, non riesce a diventare motivo di avanzamento, risulta è vero godibile ma poco entusiasmante.
8
LONGEVITÀ
Se siete tra gli amanti della rigiocabilità, il titolo vi garantirà decine e decine di ore di gioco
8
GRAFICA
Con uno stile dei personaggi e delle ambientazioni ricercato e un'ottima pulizia del codice non possiamo che essere soddisfatti
9
SONORO
Una delle componenti più curate con musiche orchestrate davvero evocative, da riascoltare con piacere anche al di fuori del gioco.
0.1
BONUS
Considerando il genere non reputiamo la mancanza di innovazione un eccessivo difetto ma un pizzico di coraggio è sempre apprezzato.
8.2 MEDIA + 0.1 BONUS = 8.3 TOTALE
  • Un perfetto esempio di rpg classico: gameplay raffinato e praticamente senza sbavature
  • Musiche eccezionali e curate
  • Tecnicamente pulito, privo di bug e stilisticamente ricercato...
  • Innovazione e sperimentazione del tutto assenti
  • Storia non così emozionante e coinvolgente
  • ... ma anche in questo caso privo di incredibili picchi di qualità

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