Lo strampalato titolo di Crian Soft ce l'ha fatta davvero

Forse qualcuno ricorderà che, un paio di mesi fa, un action sidescroller 2D intitolato Age of Barbarian era salito marginalmente agli onori della cronaca per la sua manifesta, totale follia. Nel caso non ve lo ricordaste, questo articolo vi chiarirà meglio la situazione.

 

Age of Barbarian era già uscito indipendentemente sul sito dei suoi creatori, tale Crian Soft, ma in quei giorni era anche da poco sbarcato su Steam Greenlight con la promessa – nel caso il titolo fosse stato approvato e pubblicato dalla piattaforma di Valve – di realizzarne una versione estesa e migliorata.

Ebbene, la campagna ha avuto successo, e ora è ufficiale: Age of Barbarian Extended Cut uscirà prossimamente su Steam.

 

Segnalo anche, già che ci siamo, che un secondo titolo di Crian Soft è già disponibile su Steam. Si intitola Karate Master 2 Knock Down Blow, e anche se non raggiunge i livelli di assurdità di Age of Barbarian sembra comunque molto fuori dal coro e meritevole di almeno di un paio di minuti di attenzione. Questo è il trailer ufficiale:

 

Tra l’altro, ho indagato ancora un po nei criptici profili social dell’azienda, e sono sempre più convinto che Crian Soft sia una compagnia italiana: su Facebook in un paio di occasioni hanno risposto in italiano a dei commenti, in generale la percentuale di italiani che li segue è superiore alla media naturale che mi aspetterei di vedere e nel trailer di Karate Master 2 si vede in almeno un punto che stanno giocando con la lingua impostata sull’italiano.

Se così fosse, Age of Barbarian sarebbe annoverabile come uno dei 50 videogiochi sviluppati in Italia più conosciuti nel mondo (e uno dei 10 o 20 non di macchine o di moto), anche se magari non tra i 50 più giocati (per il momento, almeno). Il che dà incidentalmente anche un’idea della situazione dell’industria nel nostro paese, ma tanto di cappello a Crian Soft in ogni caso.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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