Redentore o distruttore?

La mia prima reazione, quando circa quattro mesi fa trapelarono le prime informazioni sull’esistenza di Nosgoth, era di cauto ottimismo. Non sarebbe stato certo il primo vecchio franchise che Square Enix avrebbe riportato alla luce, seppure a modo proprio con dei discreti risultati e soprattutto con un minimo di occhio all’originale.

Sapevo già perfettamente che un nuovo gioco, qualsiasi cosa sarebbe stata, non avrebbe ripreso la storia da dove Defiance l’aveva lasciata, e il motivo è semplice: è passato troppo tempo, e il mercato è cresciuto. I soli fan della serie “sopravvissuti” non potrebbero mai giustificare, oggi, la produzione di un titolo tripla A; è evidente che si deve puntare, almeno in parte, a prendere dentro nuovo pubblico, e, di tutti i franchise passati in mano a Square Enix con l’acquisizione di Crystal Dynamics, Legacy of Kain è di sicuro quello più impensabile da “continuare” cercando allo stesso tempo di rivolgersi ad un nuovo pubblico. Con questo avevo già serenamente fatto i conti.

Quando però Square ha annunciato che il gioco sarebbe stato “diverso dalle precedenti installazioni” e ha fatto capire che in sostanza si sarebbe trattato di un titolo muliplayer di qualche tipo ho cominciato veramente a preoccuparmi. Difficilmente si può trasportare una serie da sempre solo singleplayer in un gioco solo multiplayer senza causare un disastro, e questo discorso vale dieci volte tanto per Legacy of Kain, che persino come singleplayer marginalizza tutti gli elementi mai possibilmente mantenibili in un multiplayer di qualsiasi tipo. In un certo senso, col tempo, fino all’annuncio di mercoledì scorso, avevo smesso di chiedermi cosa sarebbe saltato fuori; ero predisposto al “peggio”, ma ero comunque curioso di vedere il risultato.

 

Quando ieri è stato diffuso il trailer di Nosgoth è stato come se tutto quello che mi aspettavo potesse andare male fosse andato molto, molto peggio. Immediatamente nella mia mente il fatto che si trattasse di un gioco multiplayer era passato in secondo piano, nella lista dei “problemi”: il punto era che mi trovavo davanti alla beta di un gioco visibilmente monotono, banale, completamente privo di ispirazione e palesemente indietro di almeno due o tre anni sotto ogni aspetto tecnico possibile.

Insomma, la cosa che più mi rodeva non era che avessero trasformato Legacy of Kain in un multiplayer free to play, ma che lo avessero trasformato in un gioco dozzinale e trascurato. Quello era davvero troppo da reggere.

 

Ovviamente la situazione nella mia testa non è migliorata quando ho scoperto che Square Enix stava precedentemente lavorando anche a un altro gioco della serie, intitolato Dead Sun, cancellato dopo tre anni di sviluppo e con la “parte artistica” del lavoro sostanzialmente tutta finita (doppiaggi e motion capture inclusi) che aveva un aspetto molto, molto interessante. Da quanto si sa Dead Sun era stato pensato per essere un titolo per PS4 al lancio, e accidenti se sembrava una buona idea; da quello che ho avuto modo di vedere del gioco, dovendomi immaginare un reboot di qualche tipo della serie in cui tutti i personaggi dovevano sparire per forza difficilmente un altro concept e un altro stile mi avrebbero convinto più di quello.

Immediatamente ho fatto due più due, e mi sono reso conto di come stavano le cose: Square aveva preferito sopprimere in fase avanzatissima il gioco che avrebbe davvero potuto salvare capra e cavoli, avendo successo oggi e dando nuova vita alla saga senza distruggerne almeno lo stile, per concentrarsi su quel misero aborto di PvP che avevo davanti.

 

Tesi 1: Square Enix è diventata così avida e noncurante da snaturare completamente le serie che ha tra le mani pur di seguire le mode di mercato. Legacy of Kain era stato prima sostanzialmente salvato – tutto era stato fatto nel modo migliore possibile con i mezzi a disposizione in quel momento – e poi si era deciso di buttare alle ortiche un progetto che sapeva quasi di miracolo per inseguire la più becera delle mode per fare soldi rivolgendosi al pubblico più lontano possibile da quello del gioco originale pur continuando a cercare di sbandierarlo come capitolo della saga.

 

 

E questa è la conlcusione della prima parte dell’articolo nonché dei miei pensieri. È una conclusione giusta? Di sicuro è una conclusione possibile.

Ma questo punto di arrivo aveva qualcosa che non andava. Negli ultimi anni Square Enix si è impegnata sul serio per dare nuova vita a tutte le serie che ha per le mani: Deus Ex, Tomb Raider, Hitman… forse non sono esattamente quello che i fan avrebbero chiesto, ma si tratta senza dubbio di giochi curati, ispirati e che cercano almeno nelle intenzioni di mantenere il più possibile il senso delle saghe originali adattandole a stili di gameplay più moderni.

Con un reboot di Thief ancora previsto per il prossimo anno che magari non sarà un gioco straordinario ma che di sicuro dimostra di stare provando in ogni modo ad essere un prodotto sia godibile sia abbastanza attento agli originali, con tutte le difficoltà che può comportare la cosa, come mai solo Legacy of Kain avrebbe dovuto subire un destino simile? Dead Sun era previsto per il lancio di PS4, quindi era molto probabilmente in sviluppo da ben prima di Thief, e allora perché un cambio di linea da tenere ha colpito così duramente il primo e non ha neanche sfiorato il secondo, che pure pare abbia avuto uno sviluppo travagliato e con tutte le premesse per un annullamento?

 

Non ci ho messo molto a finire di nuovo su NeoGAF, dove in meno di sei ore si era sviluppata una discussione di più di otto pagine che continua anche ora a crescere. Non sarò aggiornato sugli ultimi post quando questo articolo sarà pubblicato, ma quel che ho letto mi è bastato e avazato per capire un po’ meglio la questione dal punto di vista del publisher.

Come capita spesso sul sito, è intervenuto – con una certa costanza –  un portavoce di Square Enix per rispondere alle domande e per cercare di convincere più persone possibili della buona fede dell’operazione. E devo dire che il quadro che ne è emerso mi ha convinto, e parecchio.

 

Le cose sarebbero andate bene o male così. Il gioco principale in sviluppo nei piani di Square Enix era effettivamente Dead Sun, previsto appunto per il lancio di PS4. Quello che oggi si chiama Nosgoth, e che è l’unico titolo che per adesso vedremo pubblicato, sarebbe dovuta essere la sua componente multiplayer o alternativamente un gioco multiplayer gratuito (come è ora) da lanciare in parallelo, affinché i due si facessero pubblicità a vicenda. Dead Sun è finito cancellato – e la cosa viene sottolineata più volte – per ragioni completamente indipendenti dal destino di Nosgoth; non ci è dato, almeno per ora, sapere esattamente il perché, ma quello che viene detto è che al momento della decisione di staccare la spina al primo gioco il secondo non era un elemento dell’equazione.

Al contrario: ci si è chiesti cosa farsene di quel multiplayer, una volta andatosene il gioco principale. E la soluzione a cui si è arrivati è stata di non buttare via anche quella parte di lavoro, che evidentemente non era toccata da qualsiasi ragione abbia fatto affossare l’altra (i due erano anche in sviluppo presso due team completamente indipendenti). Il risultato, cioè Nosgoth, è quindi quanto è stato salvato da quello che avrebbe dovuto essere il vero nuovo Legacy of Kain.

 

L’addetto di Square Enix alle pubbliche relazioni, la persona che interveniva sul sito, ha continuato a rispondere e a controbattere alle domande incalzanti e agli attacchi (anche pesanti) dei fan per ore, fino all’una di notte inoltrata, cercando di far ragionare e calmare tutti e mettendoci del proprio per dimostrare che anche lui stesso conosce perfettamente la saga e che vuole vederla rinascere.

Su YouTube i commenti e i voti al video sono stati disattivati, è vero, ma la ragione (dice lui stesso) è che si sapeva già perfettamente della prima ondata di ostilità che avrebbe investito l’annuncio, e (aggiungo io) se su NeoGAF sarebbe stato difficile discutere su YouTube sarebbe stato semplicemente impossibile; combattere le battaglie che si possono vincere, evitare quelle perse in partenza.

Che senso avrebbe avuto cercare così testardamente di far ragionare la fanbase se il gioco, o almeno il progetto più ampio in cui è incluso, non prevedesse la loro partecipazione? Se Nosgoth è nato apposta per sfruttare il nome di un brand completamente snaturandolo perché continuare, nonostante tutto, a convincere anche solo qualcuno dei vecchi fan, quando il nuovo pubblico è di sicuro molto più numeroso e si farà molte meno domande?

 

Partendo da questo nuovo assunto, tutto quanto filava molto meglio. Sapendo che i due titoli non erano mai pensati per escludersi a vicenda il senso di Nosgoth si iniziava a intravedere: di sicuro non poteva avere la qualità e la forza per essere il rilancio del franchise, ma come multiplayer del titolo principale, palesemente di tutt’altra taratura, era senza dubbio credibile.

 

Ci sono però ancora un paio di domande da farsi, prima di chiudere la questione così. Come mai sono stato costretto a finire su NeoGAF e a leggermi otto pagine di interventi per iniziare a scoprire come era andata veramente? Ovvero, non sarebbe stato più semplice spiegare apertamente le cose come stavano e basta?

Sono convinto che dopo avere letto quello che ho riassunto qui sopra molti fan si saranno almeno un minimo calmati o tranquillizzati; se fosse vero vorrebbe dire che la serie non è stata abbandonata, che non si è deciso arbitrariamente di snaturarla per sempre e che circostanze spiacevoli hanno solo obbligato, per ora, a rimandare a data da destinarsi quello avrebbe pututo succedere fra neanche un mese.

Quello che Square Enix ha sbagliato al 100% è stato come Nosgoth è stato presentato, ad ogni livello.

 

La mia impressione è che si sia adottata una linea promozionale che sarebbe potuta andare bene nel caso il gioco fosse davvero stato il doppio di un titolo singleplayer: per uno tutti gli aspetti della storia e dell’atmosfera, con l’altro poche chiacchere e sapere subito come si gioca. Se si toglie il primo gioco però (e non si dice neanche che è esistito), senza poi cambiare nulla di come viene presentato il secondo, il risultato può essere solo devastante. E così è stato.

Le grandi aziende hanno l’abitudine di non dire mai al pubblico quello che succede veramente al loro interno; ma perché in un’industria come quella dei videogiochi, così passionale e ancora non grettamente “di massa”, non si arriva davvero a capire che dire le cose come stanno sarebbe molto più apprezzato che tenere sempre una faccia sorridente sul palco e raccontare che tutto va secondo i piani?

 

Quello che Square Enix avrebbe dovuto fare era semplicissimo. Bastava dire pubblicamente: “Fan di Legacy of Kain, sappiamo che state attendendo da un decennio un nuovo capitolo, ed è nostra intenzione darvelo, ma ancora non abbiamo modo di farlo. Prendete questo gioco che rilasceremo ora come un’anticipazione per sondare il terreno e prendere le misure sul da farsi: dateci il vostro contributo su come aggiustare il tiro per permettere al brand di Legacy of Kain di essere di nuovo famoso come merita e per farlo conoscere anche ai nuovi utenti in vista dell’arrivo dei titoli di peso”.

La fanbase di Legacy of Kain è spaventosamente attiva in rapporto alla sua dimensione; non conto i tentativi (molti onestamente falliti) di realizzare dei remake o dei sequel amatoriali, e il progetto Blood Omnicide, in cui ho la fortuna di essere coinvolto, è in tutto e per tutto un titolo di livello professionale, anche se di fatto completamente amatoriale. Dire le cose come stavano avrebbe garantito loro decisamente più supporto di quello che avranno ora che si sono fatti odiare da tutti. Dovevano solo avere il coraggio di presentare il progetto nel suo insieme – se questo è davvero il loro progetto – e di mettere tutti davanti alla realtà, ovvero che bisognerà accettare dei compromessi, per esempio inserire anche un multiplayer nei nuovi capitoli, per arrivare a dei risultati. Sarebbe stato compreso molto meglio di come è stato recepito quell’orribile video di gameplay che è stato diffuso ieri.

Al contrario, la cosa più sbagliata possibile da fare (cioè quello che è stato fatto) era presentare Nosgoth come la portata principale, sperando che i fan o se ne sarebbero stati zitti in un angolo o avrebbero da soli capito quello che sto cercando di spiegare qui io, sperando allo stesso tempo per magia che un gioco in palese difficoltà per come è ora (ma che viene presentato come se le quattro cacchiate che permette di fare siano la fine del mondo) fosse accolto con entusiasmo dalla parte più casual del pubblico, che col nome del brand ci fa la birra.

 

Riguardo al gioco di per sé, il modo in cui è stato mostrato, come ho già detto, avrebbe potuto andare bene se fosse stato solo parte dell’offerta complessiva. In quel video si sta molto semplicemente puntando al target sbagliato: per ora quello e solo quello è il nuovo capitolo, non potete rivolgervi unicamente ai casual. Un filmato che tutti i fan avrebbero semplicemente ignorato avendo davanti anche Dead Sun dicendosi “sì, beh, quello doveva entrarci in qualche modo; io tanto mai lo giocherò” è finito per sembrare una vera e propria presa in giro alla memoria della serie.

Il gioco andava presentato dando un minimo di importanza al fatto che si trattava, di fatto, della rinascita della serie. Si sarebbe dovuto adottare un tono molto diverso, dando in primo luogo un contesto credibile a quello che si vede – che per adesso suona tanto di forzatura, anche se vengono promesse spiegazioni o addirittura correzioni pur di non creare discrepanze con la storia originale – stando sul vago riguardo i dettagli di mero gameplay. I giochi di Legacy of Kain vivono di atmosfera, e cercare di crearne, magari anche a sproposito, sarebbe stato un’ottimo modo per dimostrare che almeno avevate capito in che direzione si voleva che andaste, anche se al momento ancora non ci eravate riusciti veramente. Mostrare più ambienti, diversi tra loro, e dare solo dei brevi flash dei personaggi; insomma, “creare una storia” col trailer.

Quello che ho visto io è un Gameplay Trailer, non un Announcement Trailer, e presentare alla fanbase un Legacy of Kain in cui il gameplay sembra tutto equivale a salire su uno sgabello e infilarsi il cappio al collo. Approcciarsi all’argomento facendo sembrare che di tutto quello che dovrebbe essere importante in un gioco di Legacy of Kain non solo a Square Enix non importa nulla, ma forse neppure si sono accorti che esiste, era davvero il modo più suicida possibile. Sto scoprendo ora che un franchise è rinato dopo quasi dieci anni, per prima cosa voglio avere un’idea chiara di quale direzione verrà presa, non sapere che gli umani hanno una classe col lanciafiamme e il lanciagranate e che il razielim può sollevare i nemici in volo e farli cadere a terra. Davvero nessuno ha pensato che ci possa essere un po’ di emozione nella rinascita della serie? Perché non sfruttarla, magari fomentarla un po’, come si è fatto per ogni singolo altro franchise resuscitato da Square Enix negli ultimi anni?

 

Questa disastrosa campagna pubblicitaria ha fatto trasparire esattamente il contrario di quello che si è poi affannosamente cercato di spiegare “privatamente” nei forum e tra i commenti. Tutte le buone intenzioni non sono state palesate, e al contrario si è dato ampio spazio a dubbi seri su quello che si è deciso di fare con un nome molto, molto pesante per chi ancora se lo ricorda.

 

Tesi 2: Square Enix ha effettivamente intenzione di trattare Legacy of Kain esattamente come tutti gli altri franchise maggiori che ha acuisito, ma per il momento, per ragioni interne al processo di sviluppo del nuovo gioco, non lo ha ancora fatto. La pubblicazione nonostante tutto di Nosgoth è quindi la dimostrazione che c’è l’intenzione di andare avanti e di riprovare in futuro a pubblicare un titolo completo, perché il gioco ha il solo scopo di cercare di attrarre un po’ l’attenzione del nuovo pubblico sul franchise per preparare la venuta di un capitolo “completo”. Tutto questo è stato universalmente frainteso per il modo sbagliatissimo in cui si è deciso di presentare la cosa.

 

 

Siamo arrivati a due tesi completamente opposte, tutte e due razionalmente possibili. Dove sta la verità? Secondo me, nel gioco stesso, in Nosgoth.

Se Nosgoth sarà una palese macchina per soldi, il più spudorato e becero pay to win che si riesce a immaginare nonostante tutte le promesse di Square Enix su NeoGAF, allora saremo autorizzati a non credere a quanto ci viene raccontato, e vorrà purtroppo dire che la tesi 1 è quella più vicina alla verità dei fatti.

Se invece Nosgoth si dimostrerà un titolo tendente ad essere “in perdita”, ovvero che punta più a farsi conoscere ed apprezzare, anche e soprattutto con l’aiuto di meccaniche free to play poco invasive, piuttosto che a fare cassa, allora la prima tesi sarà stata smentita alla radice, e la seconda di conseguenza acquisirà molta più credibilità.

 

La community di Legacy of Kain è infinitamente paziente, e credo che in gran parte accetterebbe di buon grado, o come minimo tollererebbe, un titolo come Dead Sun, se portato a compimento con criterio. Responsabili di Square Enix, dimostrate che avete un minimo di coscienza in quello che fate, che accetterete di farvi guidare la mano da quello che diranno i fan (e in un free to play online in beta non c’è niente di più facile) e che non ucciderete tutto sul nascere.

Redentore o distruttore? Ditemelo voi.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

1 Responses to “Analisi ragionata su “Nosgoth” e sul senso che può avere”

  1. […] da quello. Se volete una visione più ampia sulla reale situazione globale del franchise leggete questo articolo, e col senno di poi Nosgoth stesso si è dimostrato un titolo sorprendentemente valido, almeno a […]

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