Ma non ha problemi a fornirle a YouTuber e streamer, a quanto pare

Dishonored 2 grigia

In un comunicato pubblicato sul proprio sito, Bethesda ha chiarito senza giri di parole che le sue prossime uscite (Skyrim Special Edition e Dishonored 2) non avranno recensioni il giorno dell’uscita, per la semplice ragione che la compagnia ha deciso di continuare nella politica di non inviare con un po’ di anticipo codici da recensione alla stampa specializzata.

 

Con l’imminente uscita di Skyrim Special Edition e Dishonored 2, continueremo la nostra politica di inviare codici da recensione ai media un giorno prima dell’uscita. Anche se continueremo a lavorare con media, streamer e YouTuber per supportare la loro copertura dei nostri giochi – prima e dopo l’uscita – vogliamo che tutti, incluso chi è nei media, vivano i nostri giochi nello stesso momento.

Capiamo anche che qualcuno di voi voglia leggere le recensioni prima di prendere una decisione, e in questo caso vi incoraggiamo ad attendere che i vostri recensioni preferiti condividano la loro opinione.

 

 

Potreste sospettare che quello che sto per scrivere sia fomentato da un conflitto di interessi, ma davvero, noi personalmente non chiediamo neppure così spesso copie da recensione – e ancora meno spesso ce ne arrivano. La questione in ballo è di una portata ben superiore a ciascun singolo individuo e quello che gli fa comodo.

 

 

Assumiamo che gli intenti di Bethesda siano i migliori del mondo, e che questa scelta venga presa puramente per ridurre a zero il rischio che un gioco venga spoilerato prima dell’uscita; perfetto. Mi sembra che gli svantaggi di questo approccio siano comunque di gran lunga superiori ai vantaggi.

È naturale che si voglia evitare che informazioni o dettagli sui propri giochi (alcuni generi più di altri) vengano divulgati anzitempo; ciò nonostante, l’utente medio in attesa di un gioco ha praticamente sempre la possibilità di non andarsi a cercare eventuali spoiler, anche se il titolo in questione è vittima di leak.

Quella che così viene rimossa, al contrario, è ogni possibilità di farsi un’idea preliminare del gioco basata su fonti indipendenti. Questo toglie molti importanti strumenti decisionali agli acquirenti che non vogliono attendere giorni, se non settimane, prima di acquistare il titolo in questione, e di fatto mette l’utente in una situazione in cui è combattuto tra la propria pazienza e il correre un rischio molto maggiore del necessario.

 

 

Ora, lasciamoci alle spalle il mondo degli orsetti di zucchero e diciamoci le cose come stanno: Bethesda non vuole che nessuno metta il becco nei suoi pre-ordini.

 

La pratica dei pre-ordini laddove non esiste nessuna possibilità successiva di rimborso (questo è il caso su ogni piattaforma eccetto Steam) serve a spostare il ritorno economico di un videogioco dal gioco stesso al marketing pre-release. Come ho già spiegato più nel dettaglio in passato, questo ha l’effetto pratico di disincentivare la creazione di giochi di qualità, e sposta i budget dagli sviluppatori ai pubblicitari. In altre parole, pre-ordinare un gioco ad alto budget significa dimostrare al suo publisher che cosa c’è nel gioco ha una valenza relativa, e ad importare davvero è quello che viene raccontato alla gente per spingerla a comprare d’impulso.

La favoletta che “tutti devono vivere un gioco nello stesso momento” viene platealmente contraddetta dalla stessa Bethesda, che ha già adesso inviato key per Skyrim Special Edition a svariati youtuber e streamer. Qui sotto, alcuni di molti possibili esempi che ho trovato su YouTube solo scrivendo “Skyrim Special Edition”; ce ne sono di vecchi di una settimana, e il gioco ancora neanche è uscito.

 

 

 

 

Questa pratica, ovviamente, distrugge ogni pretesa di “salvaguardare la sorpresa del gioco” per così dire, dato che non solo lascia aperta la stessa esatta porta a potenziali leak anonimi (una volta che dai in giro il codice a più di un ristrettissimo numero di persone fidate, la situazione è sempre la stessa), ma invoglia addirittura i riceventi dei codici a mostrare il più possibile, anziché mediare e regolarsi nell’esposizione del titolo (come nel caso di molti recensori).

La vera differenza tra un letsplayer e un giornalista, e la vera ragione per cui i primi vengono promossi e i secondi tagliati fuori, è che i primi tendono ad operare poco lavoro critico e a cercare più lo spettacolo nel risultato finale che una rappresentazione il più bilanciata e ragionata possibile del titolo. Dato che sono appunto showmen e non critici, finiscono per diventare pure e semplici fonti gratuite di pubblicità per il gioco in questione, a patto che esso non sia così disastrato da essere letteralmente immostrabile.

 

 

Non vorrei che ora qualcuno pensasse che sto dando addosso agli YouTuber e agli streamer; sto solo cercando di spiegare la differenza tra il loro lavoro ed il mio. E ci tengo a mettere in evidenza che buone dosi di malizia ed ipocrisia sono richieste, quando con una scusa si abbassa una voce scomoda, e allo stesso tempo se ne alza un’altra più gradita smontando il proprio stesso ragionamento.

Non pensiate neanche che tutto questo riguardi solo Bethesda. Sempre più spesso capita che titoli di grossa portata (l’ultimo in ordine di tempo è Civilization 6) vengano consegnati il meno e il più tardi possibile alla stampa, e si tenti di “sopperire” agli occhi dell’utenza chiamando a raccolta sempre più letsplayer e streamer vari (scelti tra l’altro più per fama che per competenza in materia del genere o della serie in questione).

 

Non so come questa tendenza si evolverà, ma l’orizzonte che ho davanti agli occhi sinceramente non mi piace.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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