RetroGaming, puntata 33: Earache - Extreme Metal Racing (2006; PC, PS2)

RetroGaming, puntata 33: Earache - Extreme Metal Racing (2006; PC, PS2)

RetroGaming è una rubrica che guarda al passato dei videogiochi per rapportarlo al presente – in altre parole, pesco un vecchio gioco che conosco da più o meno tempo e cerco di analizzarlo sia inquadrandolo nella sua epoca storica sia mettendomi nei panni di doverlo giocare oggi come videogiocatore moderno. Esce alla domenica, con cadenza bisettimanale.

 

Natale è appena passato, capodanno è in vista, e RetroGaming prosegue implacabile come un carro armato lanciato contro un castello di carte. Ma bando ai convenevoli: ci sono vecchi giochi da giocare e descrivere, e non si giocheranno e descriveranno certo da soli.

 

Una delle cose che amo di più dell’epoca PS1 e PS2, e che oggi è praticamente sparita, è che alcuni giochi non avevano timore di presentarsi come trashate ignoranti; te lo sbattevano in faccia, quasi se ne vantavano. Basta guardare la copertuna di Earache: Extreme Metal Racing e ricollegarla al titolo, e viene inevitabilmente da pensare…

Earache Extreme Metal Racing cover

“Ok, questo è un gioco stupido.”

 

Il fatto è che “stupido” non equivale necessariamente a “brutto”! Ed è vero anche in questo caso particolare… ma perché “brutto” supera “stupido”. Di diversi ordini di grandezza.

Non voglio provare a giustificare Earache o anche solo tirarla troppo per le lunghe: questo è un gioco fatto in cantina, con pochissimi contenuti, grafica piatta, costruzione del sonoro che fa pieno onore al titolo e un gameplay tanto misero quando afflitto da scelte allucinanti.

 

Earache dovrebbe essere una sorta di wacky race, con veicoli strampalati armati di strumenti improbabili che competono per arrivare primi in delle corse su circuito o semplicemente per farsi fuori a vicenda. Il tutto è ovviamente a tema “metal”, al punto che le 10 vetture presenti (il numero più alto che leggerete nell’articolo di oggi, per inciso) sono chiamate col nome di gruppi musicali reali che hanno dato i diritti e alcune loro canzoni al gioco. Si tratta di: Mortiis, Decapitated, Morbid Angel, Akercocke, Deicide, Municipal Waste, the Berzerker, Biomechanical, Linea 77 e Society 1.

Dato che non conoscevo neppure una di queste band se non di nome, non so dire se e quanto la loro “trasposizione in macchine” sia sensata e fedele. Magari un fan di qualcuna di esse potrebbe trovarci qualche sorta di appiglio per apprezzare Earache per qualcosa (ed effettivamente sospetto che in queste licenze sia finita buona parte del budget), ma non è il mio caso.

 

earache extreme metal racing screenshot 1

Anche su PS2 la grafica è abbastanza definita e pulita, ma per ogni auto in gioco il frame rate cala di circa 5 punti. E non parte da 60.
Immagine originale qui.

 

Sempre perché non conosco le band non voglio spingermi troppo in profondità su questo aspetto, ma ho anche l’impressione che il tentativo di incarnare il “fattore metal” come è stato fatto sia sopra le righe in maniera un po’ troppo telefonata. Ok, tra gli album delle suddette band – citati dal libretto di istruzioni del gioco – figurano nomi come “Il tanfo della redenzione”, “Abominazioni della desolazione” e “Lo stupro del nazareno bastardo”, ma l’idea di ridurre lo spirito di un intero genere musicale a “cose metalliche appuntite, demoni, seghe circolari ed esplosioni di sangue senza senso” mi pare un tantino parodistico.

In altre parole, dubito che persino un fan di questi gruppi possa guardare Earache e dire “wow, è il gioco che ho sempre desiderato!”. Cioè, dopo averlo giocato non lo direbbe comunque, ma parlo preventivamente.

 

Tornando a noi, il primo problema del gioco, come ho già detto, è nei contenuti. Ci sono 10 vetture, 5 mappe e un pugno di modalità. Non c’è una “carriera”, “storia” o nulla di simile, anzi, tutte le modalità tranne una sono eventi singoli (e quell’una, per l’appunto, sono tre gare di fila).

Ma facciamo un’escursione più dettagliata in tutto quello che Earache ha da offrire:

  • Single Race: uno o due giocatori umani, 4 auto totali in campo. È una normale gara, vince chi fa per primo 3, 5 o 7 giri. Ok.
  • Time Trials: qui state giocando contro niente meno che… voi stessi. E non intendo solo che siete gli unici in pista, ma che non c’è nessun “trial”, perché non ci sono obiettivi, neanche solo suggeriti. Ogni volta che completate un giro vi viene detto quanto ci avete messo, e il gioco si ricorda il vostro miglior risultato della sessione (neanche di sempre, quindi appena abbandonate l’evento è tutto cancellato). Su, cosa aspetti? Fai qualche altro giro, sono sicuro che puoi migliorare.
  • Challenge: sono 3 in tutto, ognuna fa giocare 3 Single Race di fila. Servono a sbloccare la bellezza di 3 mappe, da aggiungere alle 2 di base.
  • Death Match: giocato in un’arena (è una mappa speciale, quindi sì, di fatto sarebbero 6), due giocatori o un giocatore e un’IA devono uccidersi un tot di volte per vincere.
  • Zombie Massacre: stessa arena di cui sopra, sempre due vetture in campo, ma vince il primo che falcia tot zombie, sparsi per l’ambiente.
  • Death Race: è sostanzialmente Death Match, ma su circuito e potenzialmente con un paio di macchine in più (ma non si può giocare in due giocatori umani, per qualsiasi sia il motivo). Visto che conta solo ed unicamente uccidere gli altri non ne ho capito molto il senso.
  • Fine.

 

earache extreme metal racing screenshot 2

Questo non so cosa sia, ma non è il gioco che ho giocato io. Più di 4 auto in campo non ci sono mai, sempre e comunque. Port su PS2 povero o pubblicità ingannevole?
Immagine originale qui.

 

Ma, anche se per quantità di contenuti Earache sembra più la somma di due o tre demo che un prodotto completo, questo NON è il problema principale.

E il problema principale, incredibilmente, non è neanche la fisica dozzinale, che pure non manca. I veicoli perdono l’inerzia con una facilità esagerata, e anche se tengono la strada abbastanza bene il loro rapporto col terreno non è dei più felici: se urtate un dosso a bordo pista non è raro che la macchina si sollevi e si ribalti, e ogni volta che atterrate dopo un salto è come se per un secondo il veicolo non sapesse se deve riprendere a correre o fermarsi sul posto. Tutti i movimento in generale non danno l’idea di essere naturali, e ogni tanto si verifica qualche altro strano fenomeno (per esempio, con alcune macchine tenere premuto il freno a mano quando si è fermi le fa vibrare sul posto).

 

Il problema vero di Earache, e quello che lo condanna inappellabilmente, è che non si è riusciti a fare la SOLA cosa che una persona sana di mente oserebbe chiedere ad un gioco con questo titolo e questa presentazione: realizzare delle corse/scontri con un minimo di profondità o in qualsiasi modo divertenti.

Le varie auto sono esageratamente sbilanciate. Tutte sembrano avere le stesse esatte velocità, manovrabilità e salute (e se sono diverse non è una differenza percettibile), ma l’arma di cui dispongono cambia spaventosamente di efficacia. Alcuni veicoli colpiscono solo in “corpo a corpo”, molti per di più con tempi di reazione tra quando si preme il tasto e quando il colpo viene sferrato tali che centrare qualsiasi cosa è tendente all’impossibile. Altri sparano. Sparano. Colpi infiniti, circa stesso rateo d’attacco del corpo a corpo, e persino stesso danno, ma sparano, in linea retta davanti a loro, anche con una buona gittata. Uno solo, infine, getta dietro di sé dei barili esplosivi, che in una corsa forse può ancora avere senso, ma nell’arena lo rende virtualmente inutilizzabile.

Il secondo problema, ancora più incomprensibile, riguarda i “power-up”. In giro per i livelli ci sono zombie di tre tipi: “normali”, con un teschio, o con un fulmine (disegnati ben visibili sopra le loro teste). Investire gli zombie normali è completamente inutile e solo “estetico”. Investire gli zombie con il teschio fa crescere il boost del giocatore interessato, che può liberarlo in qualsiasi momento con Tasto triangolo PS3.

Il fulmine, invece, fulmina… chi in quel momento è primo nella gara. Chiunque sia, chiunque colpisca lo zombie, sempre e comunque. Il fulmine non uccide in un colpo, ma solleva da terra e spesso fa cappottare, quindi di fatto uccidendo comuque. La sostanza, quindi, è che con 4 auto in campo e numerosi zombie in giro per la mappa si assiste ad una costante annichilazione totalmente ingiusta ed inevitabile di chi man mano diventa primo.

 

earache extreme metal racing screenshot 3

Se non notate tanta varietà negli screenshot, è perché non c’è proprio nel gioco. Le mappe non sono tutte identiche, ma bene o male questa è la direzione in cui stiamo viaggiando; e sono anche tutte corte, dove un giro si fa in meno di un minuto, e parecchio piatte dal punto di vista del gameplay.
Immagine originale qui.

 

Questi problemi non sono di realizzazione, ma di design: non andavano corretti una volta visto cosa era venuto fuori, sono scelte di cui fatico a capire qualsiasi possibile senso a prescindere. Il gioco si preoccupa di tirare sempre indietro artificialmente chiunque prenda anche un minimo vantaggio, tanto con il numero dei fulmini quanto persino disattivandogli gli “acceleratori” presenti nelle mappe.

Il che, non penso serva io a dirvelo, è abbastanza stupido, perché in una dannata gara lo scopo è cercare di arrivare primi, quindi punire questo comportamento è giusto un tantino conflittuale e scontenta tutti. Non c’è incentivo a fare bene, non c’è sprono a non fare male, tutto perde di senso e si sa che il risultato alla fine è bene o male casuale, e che se hai fortuna potresti vincere senza meritarlo, mentre se stai facendo tutto bene puoi comunque prenderlo in quel posto.

 

Mi sto sforzando di dire delle cose carine su Earache, ma faccio davvero fatica. Non so… ecco, si può cambiare canzone durante le gare, con la levetta destra. Non mi è mai crashato (nell’ora e qualcosa che ci ho messo per fare tutto quello che ci sarebbe da fare)… Altro? Il demone in copertina e nei menu è carino?

In poche parole, Earache: Extreme Metal Raging è Estremamente sconsigliato, sempre e comunque. Questo gioco non è trash, è solo dozzinale, scialbo e senza senso, e solo una perdita di tempo.

 

Buon proseguimento delle vacanze a tutti. Ci risentiamo l’anno prossimo.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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