Tra falle di sicurezza e un intero settore videoludico

AGGIORNAMENTO (17/07/2015):

Sembra che Firefox abbia fatto marcia indietro; ora Shockwave Flash non viene più indicato come software non sicuro, e la sua esecuzione funziona come normale; potete facilmente verificarlo voi stessi aprendo la pagina dei plugin installati.

È bene notare che Flash Player è stato nuovamente aggiornato il 15 luglio. Eventuali modifiche apportate con questo aggiornamento potrebbero avere convinto Firefox a ripensarci e rendere di nuovo il plygin disponibile.

 

Non trovo nessun report che Chrome abbia fatto lo stesso, quindi deduco che sul browser di Google il blocco sia ancora attivo. Vedremo come andrà a finire questa storia.

 

ARTICOLO ORIGINALE (14/07/2015):

Quella che a prima vista potrebbe sembrare una formalità, o un semplice pop-up fastidioso nel proprio browser, è in realtà il possibile araldo di una rivoluzione.

 

 

La storia di Adobe Flash Player, uno dei plugin per i browser più noti, è da sempre legata a problemi di sicurezza (che furono anche una delle maggiori ragioni per cui Apple nel 2010 decise di non incorporarlo in qualsiasi loro software futuro), ma un’ultimo eclatante e grave caso potrebbe essere la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso.

Qualche giorno fa è infatti stata scoperta una falla nella sicurezza fondamentale del software, che se exploitata permetteva di installare programmi e virus nel computer degli utenti senza la loro autorizzazione, o anche solo che ne fossero a conoscenza. Un aggiornamento lampo è stato pubblicato – sulla cui efficacia c’è ancora un po’ di dibattito -, ma la poca fiducia di cui ancora godeva il prodotto di Adobe ha ceduto.

 

Come conseguenza, nella giornata di oggi Google Chrome e Mozilla Firefox, due browser che sommati compongono più di tre quarti del mercato totale, hanno classificato il plugin Flash Player (che compare anche col nome di “Shockwave Flash”) come software non sicuro, di cui è attivamente sconsigliato l’utilizzo.

Cosa significa tutto questo? Nell’immediato, cioè in questo preciso istante, nulla; si può ignorare l’avviso di entrambi i browser e lanciare ugualmente Flash Player per la sessione corrente. Sul lungo termine, però, potrerà sicuramente ad un progressivo abbandono del software a vantaggio delle alternative concorrenti.

Le funzioni di Adobe Flash Player sono svariate, e molte di esse possono essere ricoperte da soluzioni alternative; l’utilizzo di HTML5 come codice di un sito, in particolare, può facilmente rendere obsoleto Flash Player in quasi tutto.

 

Qual è il motivo di tanto allarmismo, quindi? Se c’è un’alternativa più sicura e altrettanto pratica, dove sta il problema?

Il problema è soprattutto in quello di cui ci occupiamo su GameBack: i videogiochi. I cosiddetti “giochi in flash” girano, appunto, usando Flash Player. È possibile programmare giochi “in flash” che in realtà si appoggino ad HTML 5, ma i primi esperimenti si stanno facendo giusto adesso, e soprattutto non si può passare una bacchetta magica e far funzionare tutti i giochi di Flash già esistenti su un altro codice differente.

Se Flash Player fosse abbandonato del tutto smetterebbe di ricevere aggiornamenti, e nel caso nuove (probabili) problematiche di sicurezza dovessero emergere il prodotto diventerebbe di fatto off-limits per gli utenti. L’universo dei giochi in flash potrebbe quindi subire un bruschissimo rallentamento improvviso, e gran parte delle librerie attualmente esistenti, come quelle hostate su Newgrounds e Kongregate, sarebbero messe a rischio.

 

 

Flash Player è un prodotto difettoso, da troppo tempo per poterlo giustificare, e non c’è alcun dubbio che vada sistemato. La decisione improvvisa di abbatterlo, d’altra parte, rischia di trascinarsi dietro parecchie vittime innocenti.

La speranza è che il gesto di Google e Firefox, che ancora non si sono espressi apertamente sull’argomento, sia soprattutto un ultimatum (e uno abbastanza doveroso). Ma se la scelta si rivelasse insindacabile, o Adobe gettasse la spugna, i giochi in flash sarebbero in seri guai.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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