Controller Xbox 360 sporco di sangue

Di tanto in tanto salta fuori l’argomento videogiochi, e ogni volta c’è sempre qualcuno pronto a demonizzarli, in genere qualcuno che non ha mai giocato e non ha la minima conoscenza sull’argomento.

Ma i videogiochi fanno bene o fanno male? In questo articolo darò la mia risposta. A differenza di molti, cercherò di spiegare il mio parere, che non voglio spacciare per verità assoluta ma semplicemente per ciò che è: un’opinione personale.

Meglio stare zitti che dire stupidaggini

Per iniziare l’argomento vorrei cercare una spiegazione sul motivo per cui uno dei nostri svaghi preferiti viene giudicato così severamente, e in questo caso la prima cosa che mi viene in mente è l’effetto Dunning–Kruger; sono sicuro che molti di voi lo troveranno adatto a molti altri argomenti.

L’effetto Dunning–Kruger è una distorsione cognitiva a causa della quale individui inesperti tendono a sopravvalutarsi, giudicando a torto le proprie abilità superiori alla media. Questa distorsione è attribuita alla incapacità metacognitiva da parte di chi non è esperto in una materia, di riconoscere i propri errori.

Ovvero chi non conosce l’argomento è portato a farsi delle opinioni basate sul nulla, e se questi sono dei giornalisti è facile che influenzino l’opinione di molta gente.

Invito i lettori a segnalare nei commenti false notizie o esempi qualora vedessero che chi non dovrebbe si auto-investe della carica di esperto.

Mi pare di notare, ma forse è solo una mia impressione, che alcuni cerchino di battere il ferro finché è caldo, alla ricerca di facile audience, incurante delle conseguenze e sfruttando le paure della gente.

Se si verifica un grosso incidente ferroviario, per settimane ogni lampadina fulminata su un treno fa notizia. Se trovano una playstation a casa di un ragazzo con seri problemi psicologici, che vive in una società dove è più facile acquistare armi che prendere un aereo, la causa di ogni sua cattiva azione è sicuramente la suddetta console.

Il capro espiatorio

Quando si verifica una tragedia, la gente ha bisogno di risposte semplici in modo da potersi girare dall’altro lato e andare avanti facendo finta di niente.

Facile dare la colpa ai videogiochi piuttosto che dare la colpa a chi ha commesso il fatto. Molto più difficile dare la colpa a tutti quelli che conoscevano il ragazzo e non lo hanno voluto aiutare. Nessuno si sveglia la mattina e dopo due partite a Mario Kart decide di diventare pazzo.

Ogni conversazione che arriva al punto di “la colpa è tutta dei videogiochi” dovrebbe essere interrotta perché da quel punto in poi sono solo stupidaggini. Vi ricorda qualcosa?

La legge di Godwin da Mike Godwin, ex legale della Wikimedia Foundation (non certo un sito dove ci sono poche discussioni), dice:

Mano a mano che una discussione su Usenet si allunga, la probabilità di un paragone riguardante i nazisti o Hitler si avvicina ad 1.

Ovvero, una discussione che va avanti troppo a lungo aumenta le probabilità che qualcuno dica qualcosa che verrà paragonata ad una frase di Hitler o di qualche nazista con lo scopo di associare l’interlocutore a questi e dimostrando automaticamente che ha torto. In questo caso si dovrebbe interrompere la discussione e far notare a chi ha fatto il paragone che ha raggiunto il limite dell’assurdo.

Riassumendo quanto detto da Stephen Fry, se una persona è cattiva non significa che ogni sua azione lo sia, e soprattutto non significa che ogni cosa che questa persona disprezza sia automaticamente buona. Hitler si oppose alla caccia alle volpi perché pensava fossero animali meravigliosi e la loro caccia fosse un atto terribile e crudele. Stando all’opinione di alcuni, si dovrebbero sterminare tutte le volpi.

Tornando in argomento, a chi gioca la carta “è tutta colpa dei videogiochi” dovrebbe essere fatto notare che non può criminalizzare tutto il mercato videoludico senza avere delle prove.

Ogni cosa ha dei lati positivi e negativi, smettiamola di portare tutto all’estremo e fermiamoci a ragionare.

Altre opinioni

Ecco alcune modi di vedere i videogames che si differenziano dalla moda.

Jane McGonigal è una game designer, quindi potenzialmente di parte nelle sue opinioni, ma questo video riguarda una sua ricerca: l’IFTF.

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Abilitate i sottotitoli in italiano se lo trovate utile.

Il suo discorso sul “dobbiamo giocare di più ai videogiochi per risolvere i problemi del mondo” suscita non poca ilarità nel pubblico ma arriva a conclusioni interessanti.

Il modo di interagire con la gente, di aiutare chi sta imparando a migliorare per raggiungere insieme un obiettivo e di affrontare le difficoltà tipico dei MMORPG sarebbe di grande aiuto nella vita reale.

Lo sforzo e l’ingegno che milioni di persone impiegano in questa attività potrebbe davvero portare a qualcosa.
Utopia dite? Beh, non completamente; i videogames hanno già aiutato a trovare un farmaco per l’AIDS (repubblica, time).

Passiamo ad un’opinione più oggettiva e professionale, Daphne Bavelier è una ricercatrice laureata all’Ecole Normale Superieure de Paris e PhD al MIT.

Nel suo discorso sfata alcuni miti, e lo fa esattamente nel modo in cui si dovrebb: con il metodo scientifico.

I videogiochi NON causano problemi alla vista, anzi, possono migliorarla. I problemi vengono da una postura scorretta, cattiva illuminazione e vecchi monitor.

I videogiochi NON causano problemi di attenzione.

I videogiochi possono aiutare a sviluppare abilità molto utili nella vita di tutti i giorni e in questo video prende come esempio CoD e non un qualche gioco sviluppato dal ministero della sanità.

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Ovviamente, come per ogni cosa, devono essere utilizzati moderatamente e responsabilmente. Pensare che se 5 ore alla settimana di videogiochi fanno bene allora 100 ore fanno benissimo è una stupidaggine priva di fondamento.

Conclusioni

Personalmente, penso che non ci si debba porre il problema sul fatto che i videogiochi siano “buoni o cattivi”.

Alcuni sono violenti, altri volgari. Sarebbe bello se esistessero delle etichette per indicare se sono adatti ai bambini. Infatti esistono (vedi PEGI). Comprereste un film porno a vostro figlio di 7 anni? Allora perché gli comprate un videogioco vietato ai minori?

Conosco gente pigra che spreca la vita a giocare ai videogiochi e gente di successo che li adora, non credo che siano una causa del bene o del male e sarebbe sbagliato evitarli tanto quanto esagerare.

Li paragonerei, e qua potrebbero piovere dissensi, ad uno sport. Alcuni giocano per passione, alcuni per lavoro con tanto di sponsor e orari di allenamento. Contribuiscono a socializzare e a sviluppare doti fisiche come la prontezza di riflessi.

Se pensate che vostro figlio giochi troppo, forse è perché ha pochi stimoli. Provate ogni tanto a sfidarlo, potreste imparare qualcosa. E se perdete subito la partita non è perché lui ci passa troppo tempo, ma perché voi ce ne passate troppo poco.

Marvin
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