Il mercato delle console portatili è sempre stato un po’ traballante. Si può dire che la prima ad affermarsi in questo campo sia stata Nintendo, grazie al genio di Yokoi, inventore dei Game & Watch, usciti per la prima volta nel 1980. Quello era il periodo d’oro degli arcade, dove la caccia al punteggio valeva più di ogni altra cosa e il divertimento, appena messo piede in una sala giochi, era assicurato. Perciò masse di ragazzini regalavano i propri risparmi alle grandi aziende videoludiche, solo per trovare una via di fuga dalla vita reale, un po’ come succede oggi. In poco tempo si instaurò nell’immaginario collettivo la formula “Sala giochi = Divertimento”. Quando però venne in mente di trascinare i videogiochi nelle case, i ragazzini ebbero la possibilità non solo di mantenere i propri risparmi al sicuro nei salvadani, ma anche di divertirsi in ogni momento, senza limitazioni di orario o di denaro. Yokoi, però, passato in poco tempo da umile operaio a dirigente, si mise in testa di far divertire la gente in ogni momento e in ogni luogo… e ci riuscì. Dunque i ragazzini ebbero la possibilità di “cacciare il punteggio” anche a scuola, in macchina, in tram, nel bagno. Ed è così che nasce il concept delle console portatili, Nintendo ne detiene il primato e non avrà intenzione di lasciarlo, arrivando persino ai giorni nostri. Difatti inventa sempre più nuove console per allettare il palato dei giocatori “da trasporto”, sfornando un’intera linea di Gameboy, rivoluzionando tutto con il Nintendo DS e spingendosi ancora oltre con il 3DS.

Ma non è di Nintendo che vorrei parlare, bensì di Sony. Se quest’ultima azienda è famosa per le sue console fisse, ultimamente lo è anche per quelle portatili.

La PSP esce nel 2005 e si impone subito come diretta avversaria di Nintendo, decidendo quindi di combattere lo strapotere delle sue console portatili. In quel periodo io non ero altro che un fanciullo e mi godevo un parco titoli ai miei occhi fantastico, possedendo un Gameboy Advance (il mito del DS era per me ancora lontano). Insomma, ero felice e spensierato e non mi aspettavo di comprare altre console per almeno dieci anni. Tuttavia, dopo rumor e trafiletti di giornale letti e riletti, scoprii quello che Sony aveva in serbo per me. Non ho specificato che ai quei tempi, per quanto riguardava le console fisse, ero innamorato della gloriosa PlayStation 2. Perciò, alla notizia di una console portatile Sony, non potei fare a meno di esaltarmi. Nella mia mente iniziarono a balenare immagini di me stesso mentre giocavo con una fantomatica Playstation portatile, attaccata ad un televisore a rotelle, che potevo portare in giro ed utilizzare quando volevo. Ovviamente avevo una fervida immaginazione. Ma il punto è che non esisteva più il concetto di giocare quando si vuole e dove si vuole, bensì di giocare quando si vuole e dove si vuole, ma alla Paystation. Era questo il lato che più mi affascinava; poter investire pedoni e rubare macchine in un GTA portatile? Il sogno di molti.

Alla fine però, una volta ottenuta la console, la domanda venne spontanea: era come mi aspettavo? Sì e no…

La PSP ebbe un ingrato destino; fu supportata da pochi titoli di rilievo e furono prodotte troppe versioni con poche migliorie di spessore, che col tempo hanno iniziato a confondere i potenziali acquirenti. Inoltre aveva parecchi difetti strutturali: caricamenti lunghi, batteria non proprio longeva, ma soprattutto la mancanza del secondo analogico. In un certo senso, non si poteva avere lo stesso feeling che si aveva su PS2. La cosa più curiosa, però, è che nonostante fosse una console pensata per gli occidentali, fu supportata tantissimo più dal Giappone e tuttora escono parecchi titoli di stampo orientale, prevalentemente RPG.

Le strade delle console “semifisse”, apparentemente, per me stavano per terminare. Rimasi perciò negli anni fedele a Nintendo, fino a che Sony non ci riprova e annuncia la PlayStation Vita, questa volta però con il secondo analogico. L’euforia fu decisamente più bassa a questo giro, visto che ormai avevo imparato la lezione, ma non nascondo che un barlume di speranza era rimasta. E quando uscì, questa benedetta Vita, non potei fare a meno di comprarla.

Il problema più grande, però, erano le aspettative dei fan. Personalmente, soltanto la presenza di un secondo analogico avrebbe potuto calmarmi ma, ovviamente, ci voleva qualcosa di più.  Quel qualcosa fu perciò presentato da Sony tramite il supertrailer/montaggio-di-spezzoni-vari messo in scena all’E3, che prometteva giochi inediti, ma soprattutto più shooter, come per esempio un episodio di Uncharted. Sembrano perciò essere presenti molti nomi importanti e ne vengono annunciati molti altri.

Al momento dell’uscita però, il parco titoli sembra piuttosto scarno e soltanto alcuni giochi si rivelano di qualità. Questo si dimostra un pretesto di molte critiche, alzate principalmente da chi ancora non possiede la console. Se ci pensate, infatti, è difficile trovare qualcuno che ha acquistato Vita  e che ne è rimasto deluso. Non penso sia solo dovuto al fatto di aver speso un’ingente somma di denaro  e di non volerlo ammetterlo. Perchè, possedendo effettivamente la console, penso di poterlo dire: è proprio bella.

Non faccio fatica a dimostrare la mia “simpatia” verso questo handheld dal doppio stick analogico. Sebbene, come ho detto, ho sempre amato Nintendo e le sue console portatili (pretesto che mi ha anche fatto diventare videogiocatore), con l’uscita del 3DS sono rimasto deluso, per una serie di motivi che però non spiegherò. E quasi automaticamente, se non potevo schierarmi da una parte (Nintendo), allora ho iniziato a schierarmi dall’altra (Sony). Non è però questa la vera ragione. Semplicemente, penso che Sony abbia fatto centro, ma che stia gestendo veramente male la situazione.

Per colpa di una partenza non proprio eccelsa, durante il proprio viaggio Vita sembra destinata ad incontrare molte controversie. Ormai si sono formati molti gruppi di haters ingiustificati, che hanno già fatto diventare questa console uno zimbello. Perchè si sa; il profitto è dato dalle vendite, le vendite sono date dalla tendenza e la tendenza è data dal volere delle persone. Se le persone, in questo caso i videogiocatori, hanno già dato il proprio giudizio, classificando (ingiustificatamente) Vita come una brutta console, allora le cose possono sistemarsi soltanto con estrema fatica.

Se guardassimo la console più da vicino e se la prendessimo per come è, nella sua interezza, allora ci accorgeremmo di come faccia egregiamente il suo dovere: divertire. All’interno di essa infatti sono presenti molte funzionalità “aggiuntive” per una console. È presente un browser, la posta elettronica e molte app dedicate ad ogni social network, che trasformano il gingillo in un vero e proprio device portatile. Alcune persone si sono lamentate delle scarse funzionalità di queste applicazioni, dimenticando però di possedere una macchina da gioco. Ma questo perchè? Perchè Sony fin da subito ha calcato moltissimo la mano sulla connettività online, creando aspettative ripagate solo in parte.

Il problema più rinomato, come già detto, è la mancanza di titoli “bomba”, che permettano alla console di decollare. Ma non si parla di IP già note, bensì di novità che diano una ventata di aria fresca al mercato. Per come la vedo io, i titoli originali esistono eccome (vedi Gravity Rush, Escape Plane, il futuro Teraway), ma sono pochi. E siccome ad ogni evento corrisponde una spiegazione, penso di poterne trovare una anche per questo. Innanzitutto, le basse vendite di Vita sono date anche dal prezzo, ancora troppo alto. Se una console costa troppo e riesce ad attirare soltanto chi se la può permettere, semplicemente, non vende. Se non vende, nonostante abbia un sacco si potenzialità, non permette ai publisher di investire su di essa, per evitare di rischiare un flop. Perciò in men che non si dica si crea un circolo vizioso senza fine: se la console non vende le terze parti non investono, lasciando la lineup esigua, e se la lineup rimane scarna, la console non vende. Piuttosto incasinata come situazione.

Vorrei fare inoltre un ultimo appunto personale. Nonostante il genere FPS non mi piaccia particolarmente e il mercato attuale ormai ne è saturo, penso proprio che questa console ne abbia davvero bisogno, soprattutto per sfruttare i due stick analogici. È per questo che da piccolo sognavo una console fissa ma portatile, capace di immergere come si potrebbe fare sul divano di casa, ma in tram. Ed è anche per questo che aspetto di acquistare i vari Killzone, Resistance e sì, anche CoD.

Come giocatore vorrei perciò invitarvi a non fermarvi davanti i soliti pregiudizi che intasano i forum, ma di provare a dare una possibilità a questa console. Sono sicuro che se il prezzo si abbassasse, allora le vendite aumenterebbero sensibilmente, così come le uscite dei titoli. Dunque, la durata vitale di Vita (gioco di parole non voluto) dipende anche dai giocatori, ma soprattutto da Sony. Vedremo chi vincerà: il denaro o l’originalità?

Jake Joke
Questo utente è troppo pigro o troppo impegnato a giocare per completare il suo profilo.

1 Responses to “Il bello della Vita”

  1. Zone ha detto:

    Ho una vita e penso esattamente ogni minima cosa che hai scritto.
    La sony sta gestendo davvero male il mercato del dispositivo, facendolo diventare una discarica di casual game (PlayStation mobile), porting e giochi multipiattaforma, senza dare una vera anima al prodotto con dei titoli esclusivi per la console e di originale fattura.
    La connettività ed il carattere “social” è ciò che mi fa andare in bestia: io voglio giocare per fattacci miei! Non voglio una connessione automatica al PlayStation Network e non voglio essere costantemente connesso alla rete.
    Gli unici titoli che mi hanno convinto sono stati “Little Big Planet” e, soprattutto, “Soundshapes”, l’unica esclusiva degna di nota.

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