Corsi, scuole, lavoro e carriera nel settore dei videogames

Bioshock Infinite

Molti di noi hanno sempre avuto una passione bruciante per i videogames, fin da piccoli sognavamo di poterli creare e progettare, magari in team, dando respiro e forma alle nostre idee. La vita ha poi indirizzato alcuni verso altri percorsi ma, ora più che mai, è possibile decidere di cambiare rotta e inseguire il proprio sogno d’infanzia.

Ad aiutare in questo cambio di rotta è la Digital Bros Game Academy (DBGA), una delle scuole di videogame presenti sul territorio che ormai da anni prepara i suoi allievi per un futuro lavorativo nell’industria dei videogiochi.

IL MERCATO DEI VIDEOGIOCHI IN ITALIA GODE DI UNA SALUTE STREPITOSA

Dopo aver sorpassato sia sport che cinema con un fatturato record di 160 miliardi di dollari nel 2020, il mercato videoludico gode oggi di una salute strepitosa: solo in Italia, lo scorso anno il settore ha generato introiti per oltre 2 miliardi di euro, con una crescita del 22% rispetto al 2019.

Il lavoro? Un (video)gioco da ragazzi

Requisiti per l’ammissione: diploma di maturità, una dose massiccia di creatività e tanta passione. Gli sbocchi ci sono: aumenta ogni anno la fame di talenti delle aziende nostrane, da Ubisoft Italia a Milestone, passando per una miriade infinita di studios indipendenti. Sono infatti tantissime le realtà che oggi cercano figure professionali creative e ambiziose. E cresce così, parallelamente, anche l’offerta formativa.

SOLO LO SCORSO ANNO L’INTERO SETTORE E’ CRESCIUTO DEL 22% RISPETTO IL 2019

Vista la crescita del settore, non stupisce che siano così tante le scuole oggi in Italia, dall’Accademia Italiana Videogiochi (attiva dal 2004, dispone di un Open Day per aiutare i futuri alunni nella scelta del corso) alla Event Horizon di Torino, che offre anche lezioni gratuite online, fino alla Vigamus Academy di Roma, collegata all’omonima fondazione che ha dato vita al primo Museo del Videogioco in Italia. La stessa università IULM di Milano ha inserito tra i suoi corsi anche un master in Game Design, e così anche l’università di Verona. Tante le opzioni per la didattica a distanza.

SONO SEMPRE PIU’ LE SCUOLE E AZIENDE CHE SI CONCENTRANO SUL SETTORE VIDEOLUDICO E TANTISSIME LE REALTA’ CHE SONO IN CERCA DI GIOVANI TALENTI CREATIVI

La DBGA ha di recente introdotto Online Blended, un apprendimento in streaming strutturato come un vero e proprio campus virtuale, che mira a chiudere il gap tra formazione in presenza e online. Tra le specializzazioni più richieste, il primo posto va senza dubbio alla figura del Game Designer. Vero e proprio architetto, si occupa delle meccaniche di gioco e del coordinamento del team, per dare al prodotto finale una visione d’insieme. «Non richiede studi specifici a monte», commenta Geoffrey Davis, direttore della DBGA, «ma una grande predisposizione alla creatività e una buona capacità analitica».

Altrettanto importanti il Level Designer, che si occupa della creazione dei mondi di gioco tramite software appositi chiamati editor di livelli, e lo User Interface Designer, che si occupa di rendere l’interfaccia di gioco semplice, intuitiva e accessibile.

NEL NOSTRO PAESE L’INDUSTRIA DEI VIDEOGAME POTREBBE PRESTO DIVENTARE IL MOTORE DEL SETTORE DELL’INTRATTENIMENTO…

Se nel settore dell’intrattenimento consideriamo anche lo sport, i grandi produttori di contenuti come Netflix o Prime, il web nella sua interezza includendo i giochi online con vincita in denaro come le slot machine o il più accettabile e simpatico bingo online, si capisce quanto sia ricca e imperante questa industria. Perché non focalizzarsi allora sui videogames e provare a “giocare per lavorare” invece di “lavorare per giocare”?

Per accedere ai corsi non è necessario padroneggiare i linguaggi di programmazione (vengono insegnati durante i corsi), mentre è vitale una conoscenza di base della lingua inglese. La DBGA registra un tasso di occupazione dei propri studenti che si assesta intorno al 74%. Molti ex-allievi hanno trovato lavoro in realtà importanti del settore, tra cui Avalanche Studios (Just Cause), Gameloft (Rayman, Splinter Cell Conviction), oltre alle già citate Milestone e Ubisoft.

Altri invece hanno deciso di fondare il proprio studio, come i ragazzi di Jyamma Games e Green Flamingo. Con la convergenza tra il settore dei videogiochi e ambiti lavorativi più tradizionali come la moda e l’automotive, aumentano anche le occasioni per estendere le competenze acquisite durante i corsi ad altre aree. «La nostra è un’industria che crea davvero tanta occupazione», afferma Davis, «ed è ormai diventata un motore economico importante che non può essere più ignorato. Spero che il First Playable Fund (il decreto pubblicato sulla G.U. a febbraio, che mette a disposizione 4 milioni di euro per l’industria dei videogiochi, ndr) sia solo l’inizio di un lungo futuro di sostegno anche da parte del Governo».

Enzo Tramontana
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