Da anni i videogiochi fanno girare i propri circuiti su milioni di televisioni sparse nel mondo, eccezion fatta, ovviamente, per le console portatili. Soltanto in alcune rare occasioni sono stati trasportati sul teleschermo senza che una console fosse accesa. Quelle occasioni, in cui si parlava appunto di videogiochi, potevano essere delle pubblicità, spot promozionali. Difficilmente si trattava di programmi volti all’intrattenimento, a meno che si trattasse di programmi contro i videogiochi, in questo caso col tempo ne sono spuntati a bizzeffe.

Ma a pochi è venuto in mente di trascinare i videogames sul grande schermo, per render loro protagonisti, render loro capaci di offrire un intrattenimento evitando di schiacciare bottoni. Però, anche se pochi, ce ne sono.

Quando si parla di “Film ispirati ai videogiochi”, viene istintivo pensare a tie-in di saghe storiche, che condividono la stessa ambientazione e gli stessi personaggi dell’ispirazione d’origine. Anche in questo caso, inutile dirlo, si conoscono già molti esempi e spesso si tratta di pellicole fallimentari. Insomma, dove voglio andare a parare?

Quella cosa che poche persone hanno fatto è stata rendere soggetto i videogiochi stessi di una storia, portandola poi sul grande schermo. Un po’ se come per una volta avessero voluto che i videogiochi non dovessero fare più i cattivi, bensì i buoni.

Un esempio eclatante potrebbe essere: “The Wizard”, o come è arrivato qui da noi “Il piccolo grande mago dei videogames”. Il film trattava la storia di un bambino, che in seguito ad un trauma familiare e dopo aver visto la propria famiglia rompersi, viene rinchiuso in un istituto, smettendo contemporaneamente di parlare. Il bambino ha il costante desiderio di andare verso la California, talvolta scappando dall’istituto e dirigendosi a piedi. Un giorno viene però liberato dal fratello naturale e dopo aver ncontrato un’altra ragazza scappata di casa si mettono in viaggio per raggiungere la tanto agognata California. Durante il tragitto, però, il fratello lascia Jimmy davanti ad un cabinato da sala giochi del glorioso Double Dragon. Dopo esser tornato qualche minuto dopo, il fratello scopre che il piccolo bambino è un prodigio ai videogiochi. I tre ragazzi, scovando un’opportunità per fare denaro, decidono di iscrivere Jimmy al “Video Armageddon”, una speciale competizione basata sui videogiochi. Una volta giunti sul posto, dopo esser scappati da un “cacciatore di bambini smarriti” e dal padre naturale, Jimmi riesce a vincere la competizione. A che gioco hanno giocato? Lo scopriremo fra poco.

Il film rimane tutt’ora famoso per molti fattori. Innanzitutto, la produzione si rivela un’enorme pubblicità per la grande Nintendo, che apparentemente a quei tempi dominava gran parte del mercato (parliamo di fine anni ’80). Perchè? Innanzitutto figurano gran parte delle saghe storiche che fecero famosa Nintendo. Mario, Zelda, il già citato Double Dragon, Ninja Gaiden (che viene anche parodiato, ma in modo totalmente incomprensibile nella versione italiana), Teenage Mutant Ninja Turtels e via dicendo. Molte volte questi giochi venivano citati o mostrati al pubblico in tutta la loro bellezza, a volte sembrava quasi soltanto per dare un contentino al pubblico videogiocatore. Una cosa strana. però, è che sembrava fosse presente unicamente Nintendo. La casa giapponese, infatti, sponsorizzò di persona il progetto, inserendo persino alcuni “extra”; mi riferisco ovviamente alla comparsa del Power Glove, ma soprattutto alla presentazione in anteprima dell’allora inedito Super Mario Bros. 3. Grazie a molte di queste cose, questo film è riuscito ad essere ricordato nell’era di internet sfornando parecchi meme e riferimenti della cultura pop.

Dunque, sappiamo che il film alla fine non era altro che una grande manovra commerciale e neanche registicamente parlando era poi così buono. Ma comunque, piacque? Non a tutti, ma a me sì. Questo perchè… Parlava di videogiochi! Non lo vidi al tempo che uscì, ovviamente sono troppo giovane, ma a molti, compreso me, basta avere qualcosa di cui andare fieri, di poter dire: “Sono un videogiocatore!”, anche se questo film non è l’esempio perfetto, a va bene così, semplicemente perchè uscì al cinema.

Anni dopo, un altro film sarà destinato ad essere proiettato sul grande schermo. Questa volta però sarà diverso. Sarà unico, speciale, con una bella trama, una realizzazione superba  e soprattutto sarà realizzato da una maestra delle animazioni in digitale: la Disney. Ovviamente parlerà di videogiochi. Sto parlando di “Ralph Spaccatutto”, recentemente uscito nelle sale.

Già dalle prime immagini si può “annusare” aria di videogaming. Ci viene presentato Ralph, il protagonista, ci viene detto dove vive, cosa fa. È il cattivo di un videogioco, il suo compito è distruggere un palazzo evitando che Fix It Felix lo ripari. Ovviamente perde sempre. Non ha amici all’interno del gioco, dunque è triste. Tutto questo viene raccontato da Ralph in persona, che nel frattempo si trova ad un “Centro di sostegno per cattivi”. Quì il giocatore presente in sala inizierà ad avere i battiti del cuore più forti. Ralph, probabilmente, è l’unico cattivo non realmente esistente, ma soltanto ispirato ad un altro personaggio ben più famoso: Donkey Kong. Attorno a lui si possono riconoscere molti altri antagonisti: Bowser, direttamente trasferito da Nintendo, il Dr. Eggman, il fantasmino Clyde di Pac-Man, uno zombie armato di accetta, molto probabilmente proveniente da “House of the Dead”, vari personaggi di Street Fighter come Zangief e M. Bison e per i più attenti anche Satine, proveniente dall’universo di Diablo. Non ho citato tutti, ma mi dispiacerebbe rovinare la sorpresa ai più, perciò dirò solo il necessario d’ora in poi.

Si potrebbe comunque pensare che Ralph Spaccatutto sia un titolo dedicato non esclusivamente alle famiglie, ma comunque realizzato “in modo nabbo”, un po’ come lo era stato per The Wizard. Se avete visto il film e lo avete pensato, penso che allora non siete capaci di riconoscere le numerosissime citazioni. Alcuni esempi potrebbero essere le scritte poste su alcuni muri che recitano “No Campers Allowed” o meglio ancora “Jenkins was here”. Soltanto chi è più navigato è in grado di capire questi “Easter Eggs” (sì, ora possiamo chiamarli così) lasciati dagli sviluppatori. Questo gioco è Nerd, molto Nerd. È stato creato da giocatori, per altri giocatori. È un ampio banchetto per gli affamati di citazioni e parodie della cultura pop, normalmente relegati al confine del World Wide Web, ma che in via eccezionale sono stati trasportati anche nei luoghi di ritrovo degli utenti medi, adattandoli in un modo magistrale.

Gran parte dei personaggi è riconoscibile anche dai “gamer occasionali”, o dai nostalgici. Mi è capitato di vedere più facce smaglianti appartenenti ad adulti, piuttosto che a bambini. Difficilmente un bambino di 8 anni potrebbe riconoscere quello che è un Q*bert o un Paperboy qualsiasi, o riuscire a capire che quello digitato è un “Konami Code” (nascosto in molti siti). Sono pochi infatti i personaggi “attuali”, che sono riusciti a sopravvivere alla decimazione delle sale giochi e che ora possiamo trovarci in casa. Sono molti i personaggi, comunque. Quasi come una beffa, non è presente neanche Mario, ma viene citato come “Guest Star”, quasi a significare una dimostrazione del fatto che “Nintendo non domina più”. O almeno non completamente.

In “Wreck-It ralph” possiamo trovare non solo parodie, ma anche critiche. Critiche di cosa? Ma ai videogames ovviamente! Perchè è di questo che finalmente si parla: videogames. Lo si fa in modo serio, ma anche scanzonato. In “Hero’s Duty” (omaggio non poi molto celato ad un altro ben famoso videogioco) possiamo sentire il protagonista urlare qualcosa riguardo alla violenza nei videogames attuali. Mentre questo famigerato Ralph ci fa divertire, ci fa anche riflettere. Dopotutto, quelle critiche da vecchietti  che sentiamo provenire da persone che molto probabilmente non avranno nemmeno mai toccato un joypad in vita loro, sono davvero così infondate? A questo quesito non si può rispondere ora. Intanto però mi diverto a vedere Ralph mentre scappa da un gruppo di mostri-insetti.

Questo film, dunque, rappresenta appieno il traguardo dei videogiochi. La loro storia, il loro fine, la loro vittoria. I videogames, come si è già specificato in articoli precedenti, hanno raggiunto uno stadio evolutivo talmente alto da essersi “confusi” con la cinematografia. Questa volta però in modo serio, o quasi.

“Ralph Spaccatutto” è un flm consigliato dunque a tutti. A chi ama la famigerata “Magia Disney”, a chi ama il cinema nella sua forma più intrattenitiva, a chi era gamer e ha voluto riscoprire il passato, a chi lo è ancora e ama le citazioni, oppure a chi non ha ancora nemmeno preso in mano un joypad e si accinge a premere il primo bottone. PRESS START.

Jake Joke
Questo utente è troppo pigro o troppo impegnato a giocare per completare il suo profilo.

4 Responses to “Insert coin. Press start to watch.”

  1. Nathan ha detto:

    Mi e arrivata una e mail che siceva si andare sulla home e scrivere ko.ami code che cera una sorpresa e non xera nienre

    • In realtà non dovevi scrivere “Konami Code” ma digitare il Konami Code. Comunque quello era solo il primo passo, che ti avrebbe portato a questa pagina. La seconda prova (molto difficile), consiste nel trovare la password per accedere alla pagina nascosta super segreta. E una volta che sarai riuscito ad accedere a quella pagina, ci sarà ancora un’altra prova da superare :)

  2. L’anno in cui Rayman apparse per la prima volta su PlayStation :)

  3. Ferah ha detto:

    “riuscire a capire che quello digitato è un “Konami Code” (nascosto in molti siti)”
    se solo sapessi la password della pagina super segreta…

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