Ogni tanto bisognerebbe soltanto mettere da parte il pad e iniziare a riflettere su quello che si ha compiuto fino a quel momento. Ci si potrebbe fare delle domande. Magari si potrebbe guardare la propria console e chiederci perchè in quel momento stiamo giocando con quella. O con il proprio computer. O con qualsiasi altro mezzo per videogiocare.

Si dice che il mondo “È bello perchè è vario”. Cosa vuole significare questa frase? Si riferisce alle differenze di razza, cultura, aspetto? Oppure ai gusti di ciascuna persona? Sorge spontaneamente un’altra domanda: “in che modo si sviluppano i gusti di una persona?”.

Ad ognuno piace qualcosa, che magari a qualcun altro può non piacere. Certo, si possono condividere più passioni, ma credo che non si penserà mai alla stessa maniera su ogni argomento, così come non si possono avere gli stessi gusti. Ritorniamo alla domanda precedente. I gusti di una persona, nella maggior parte dei casi, si sviluppano fin dall’infanzia più remota di ogni individuo. La maggior parte delle volte però, vengono trasmessi ai figli dai genitori, in modo diretto e indiretto. Semplicemente perchè crescendo in un ambito dove si predilige una determinata cosa, la si “assimila” e la si inizia ad amare a propria volta. Questo discorso chiaramente non vale per tutti i casi, ma nella maggior parte di essi.

Il mercato, o l’economia generale, sa bene in che modo funzionano i gusti. Conosce quelli delle persone, perchè ci deve guadagnare su. Il marketing verte tutto intorno alla mentalità della massa, che tramite i propri pensieri, induce un ipotetico produttore ad offrire una determinata cosa piuttosto che un’altra. Oppure ci sono quelli di nicchia, che sfruttano invece i gusti di chi della massa non si è mai interessato. Ecco perchè alcune volte si formano delle mode, volte soltanto a far guadagnare alcuni.

Poi, ovviamente, ci sono le pubblicità. Le pubblicità riescono addirittura a cambiare i gusti delle persone, in certi casi. La pubblicità è talmente ridondante da poter indurre un “poco probabile compratore” ad un “compratore assiduo”. Lo scopo più generale, di solito, è quello di “colpire” determinati target.

Chiaramente il mercato dei videogiochi non è da meno. Sempre di lucro si parla. Perchè affermare che i videogiochi non sono prodotti commerciali sarebbe come affermare che l’economia non gira attorno al denaro. Devono pur mangiare, questi poveri sviluppatori. Ecco quindi che sempre più aziende creano sempre più prodotti. Prodotti diversi tra loro, però. Prodotti che mirano a “colpire” qualcuno di specifico. Perchè il mondo è bello perchè è vario.

Al giorno d’oggi esistono videogiochi di tutti i tipi, per ogni persona. Un acquirente ha la possibilità di scegliere tra migliaia di titoli, basandosi quindi sui propri gusti e le proprie esigenze. Ecco però che giungono le aziende maggiori, che vogliono vendere di più, basandosi quindi sulle console che producono. Le console, infatti, non servono altro che ad aumentare gli introiti di queste cosidette grandi aziende. Quale miglior modo di aumentare i propri guadagni, quindi, se non quello di “catturare” una determinata fascia di mercato e fare in modo che questa acquisti sempre da loro? Come? Con le esclusive, chiaramente.

Alcune volte le esclusive vengono prodotte da studi interni alla casa madre, altre volte da studi che sono stati pagati bene per offire i propri servigi solo a quella azienda. Di sicuro nel mercato funziona. Ogni console alla fine è costruita secondo le esigenze del target d’origine. Quando ne acquistiamo una, quindi, ci basiamo come già detto sui propri gusti. Ma allora perchè deridere o insultare le altre console, se i gusti sono puramente soggettivi?

Quando magari si acquista qualcosa di importante per noi, la si inizia a lodare, a soffrirne la mancanza, sempre se si parla di una passione vera. Se ci sono altre persone che provano queste emozioni per la stessa cosa, allora perchè non unirsi? All’orrizzonte però appare qualcosa di diverso, di strano, che però non si avvicina ai propri gusti, ma a quelli di altri sì. Tanto, cosa importa degli altri? Siamo nella nostra fazione, dobbiamo “difenderci” in qualche modo da quella “nemica”. Il diverso, si sa, è pericoloso. Ecco come nascono le Console War.

Le Console War hanno un senso solo fino ad un certo punto, ma comunque ne hanno un po’. Generalmente si sviluppano con l’odio e la presa in giro di qualcosa diverso da quello che si possiede. Insulti, frecciatine, vengono detti e scritti senza curarsi delle reazioni. Si parla di qualcosa di puramente superficiale, ma dove si possono capire alcuni comportamenti del genere umano, di quelli più antichi e animaleschi. Il “entrare in fazioni”, partecipare a zuffe virtuali ( e non, in alcuni casi), sono tutte cose che appartengono al genere umano da millenni. Si “combatte” per difendere i propri gusti. Ma i gusti non dovrebbero essere già intoccabili? Sono soggettivi, non devono essere uguali. A te cosa importa se prediligo un certo tipo di giochi rispetto ad un altro?

Le Case Madri sfruttano tutte queste rivalità, producendo sempre più esclusive (giustificatamente, ovvio), ma dando sempre più “armi” con cui combattersi. Chi ci perde in tutto questo? Noi. Chi ci guadagna? Loro.

Immaginiamoci invece un mondo senza differenze. Ognuno ha la propria console, identica alle altre. Ognuno gioca il proprio gioco, uno solo, chiaramente. Si hanno gli stessi gusti, le proprie debolezze. Sarebbe davvero così bello?

Alla fine, le Console War esistono perchè l’uomo stesso esiste. Darsi battaglia è una costante del genere umano, non avrebbe nessun motivo a fermarsi proprio ora, magari con l’avvento dei videogiochi. Tramite di esse si possono imparare cose nuove, si possono vedere nuovi punti di vista, se si ascolta. Criticare oggettivamente non vuol dire attizzare una lite, chiaro, ma è raro che non ci si faccia prendere dalle proprie preferenze. Non è un problema, gioco con quello che voglio io. Continuate pure ad azzuffarvi.

Jake Joke
Questo utente è troppo pigro o troppo impegnato a giocare per completare il suo profilo.

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