Qualche dettaglio, ma ancora molto fumo

Già alcuni mesi fa avevamo riportato che il prossimo Need for Speed sviluppato da Ghost Games sembrava richiedere una connessione ad internet costante per funzionare; ora Electronic Arts ha confermato definitivamente la notizia, approfondendo leggermente l’argomento.

 

Parlando con Xbox Magazine, e come riporta GamesRadar, l’executive producer dello studio Marcus Nilsson ha affermato quanto segue:

Abbiamo usato molto Autolog nel corso degli anni e, come sappiamo, è una feature molto potente. Questa volta in particolare vogliamo darle una voce più umana. Tratterà quanto giocato dai vostri amici come parte dell’esperienza narrativa.

Abbiamo anche un nuovo sistema di istantanee, che scatta fotografie di un sacco di momenti diversi – [esse vanno] sul network di Need for Speed, dove la gente può mettergli un “mi piace”, e quei “mi piace” sono reintrodotti nel gioco come moneta. Quindi si avanza condividendo le proprie foto. Xbox One ha ottimi sistemi integrati per realizzare video e diffonderli in stream, e useremo anche quelli.

 

Queste informazioni sono già più dettagliate di quanto avessimo fino ad ora, ma non è ancora chiarissimo fino a che punto il gioco sarà legato alle sue funzionalità di rete, e se queste possano giustificare agli occhi di un utente qualsiasi l’obbligo a connettersi o non poter giocare per nulla.

Sta di fatto che l’ultima volta che EA ha tentato qualcosa di analogo, con SimsCity, il risultato non è stato particolarmente felice per una lunga lista di motivi, e ad un anno dal lancio l’obbligo di connessione è stato ufficialmente rimosso. Credo che con Need for Speed si avrà anche la prima volta un gioco AAA non manifestamente MMO o multiplayer-only obbliga a connettersi per giocare anche su PS4 e Xbox One; vedremo come andrà a finire.

 

Need for Speed uscirà il 4 novembre 2015 su PS4, Xbox one e PC.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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