Al giorno d'oggi non piacerebbero a nessuno, secondo Frank Pearce

Warcraft Orcs and Humans

Dalla Blizzcon 2016, Frank Pearce (co-fondatore di Blizzard) ha rivelato che una ripubblicazione ammodernata di Warcraft 1 e 2 non è in programma presso la compagnia.

Come riporta Eurogamer.net, rispondendo alla domanda di un fan Pearce ha dichiarato quanto segue:

 

Siamo già fortunati ad avere tutto il codice sorgente e gli asset originali dit tutto quello che abbiamo fatto in passato. Ma in realtà, come abbiamo scoperto, è davvero difficile accedere, sbloccare e capire come funziona tutta quella roba. Perché siamo vecchi, e ce lo siamo dimenticati.

Avevamo alcune persone interessate all’idea, che hanno fatto saltare fuori gli asset e il codice di Warcraft 1. Sono riusciti a farlo funzionare e a farlo girare in una finestra. E l’ho giocato. Warcraft: Orcs & Humans era fantastico per l’epoca. Ma nel mondo di oggi, per gli standard di oggi, ve lo prometto, non è semplicemente più così tanto divertente.

Abbiamo risorse limitate in tutto quello che decidiamo di fare. Preferiremmo di gran lunga lavorare su qualche fantastico contenuto di World of Warcraft per voi gente, o di Overwatch, o fare un piano per lo sviluppo di un progetto futuro e dedicarci a quello, piuttosto che tornare indietro e riesumare quei fossili.

 

Warcraft 1 e 2, usciti rispettivamente nel 1994 e nel 1995, sono stati due tra i primi e più famosi titoli di quella che potremmo definire la “generazione zero” degli RTS. C’è sicuramente del merito nelle parole di Pearce: molti di questi giochi, ancora sperimentali e per molti versi grezzi, non sono invecchiati particolarmente bene, soprattutto perché il loro genere è andato definendosi nel modello che tutti oggi abbiamo in mente soltanto a ridosso del 2000, quando molte cose erano già cambiate.

Se una re-release in pompa magna volta ad un pubblico di massa sembra quindi giustamente poco saggia, sicuramente non farebbe male se fosse possibile acquistare digitalmente Warcraft 1 e 2 almeno nella loro forma originale, senza ritocchi di grafica e interfaccia, ma solo ben funzionanti su macchine moderne. I due titoli non sono infatti mai stati pubblicati sul Battle.net (finché ancora possiamo chiamarlo così), e procurarseli legalmente implica spendere cifre spesso proibitive su Ebay per non avere neppure la garanzia che girino a dovere su pc che non montano hardware di 20 anni fa.

Insomma, se giochi anche ben più datati, meno famosi e che non hanno ricevuto di recente un adattamento cinematografico ad alto budget trovano un mercato su siti come GoG, evidentemente non si tratta di un’idea poi così folle.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

Lascia un commento