Sei con Mark o contro Mark?

Quasi immediatamente dopo l’annuncio dell’acquisto da parte di Facebook di Oculus VR, la società dietro ad Oculus Rift, Markus Persson, noto come “Notch”, il creatore di Minecraft, ha espresso il proprio disappunto mettendo le mani avanti e bocciando subito possibili future collaborazioni per il “nuovo” Oculus:

Discutevamo la possibilità di portare Minecraft su Oculus. Ho appena cancellato l’accordo. Facebook mi dà i brividi.

 

Più tardi, sul proprio blog, Notch ha pubblicato un post in cui spiega più in dettaglio la sua visione della cosa e le conseguenze che ne trae. Il testo è visibile integralmente qui, in inglese; ne tradurrò solo delle parti.

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Ho ricevuto il mio dev kid di Oculus Rift, e ci ho giochicchiato. Era convincente. Aveva parecchi problemi di design. Mi ha fatto venire la nausea. Era autografato dall’intero team di Oculus Rift. Ero super-emozionato e ho lavorato ad un paio di prototipi prima di passare ad altre cose. Forse lo avrei ri-preso in mano quando saremmo stati più vicini all’uscita della versione consumer.

Un paio di settimane fa mi hanno ricordato che non avevo ancora visitato il loro ufficio, uno dei premi per la campagna di kickstarting. Ci sarebbe stato John Carmack. L’opportunità combinata di vedere le loro ultime tecnologie e di poter parlare di VR (e di Doom) con John era una prospettiva straordinaria, quindi ho fatto le più di 12 ore di volo fin là. Quello che ho visto era tanto sorprendente quanto potreste immaginarvi. Avevano risolto tutti i problemi maggiori, e restavano solo enormi sfide di design e implementazione software.

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Ovviamente, volevano Minecraft. Ho detto che non si adatta molto alla piattaforma, dato che è molto basato sul movimento, gira su Java (che fa fatica a restare su 90 fps costanti, soprattutto visto che i giocatori si costruiscono dei loro livelli potenzialmente enormi) e fa molto affidamento sull’Interfaccia grafica utente. Ma magari sarebbe stato bello fare una versione alleggerita di Minecraft per Oculus. Qualcosa di gratuito, simile alla Minecraft PI Edition, magari? Quindi ho lanciato l’idea, e i nostri addetti hanno iniziato a parlare ai loro addetti per vedere se se ne poteva fare qualcosa.

Poi, neanche due settimane dopo, Facebook li compra.

Facebook non è una compagnia di persone con un background di appassionati di tecnologia. Facebook non è una compagnia che produce tecnologie per giocare. La storia di Facebook mostra che a loro importa far crescere il numero dei loro utenti, solo e soltanto far crescere il numero dei loro utenti. Qualcuno ha già fatto dei giochi per le piattaforme Facebook, e anche se ha funzionato alla grande per un po’ si sono trovati in una posizione molto poco felice quando Facebook ha cambiato la piattaforma per meglio adattarla all’esperienza social che cercavano di costruire.

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Non fraintendetemi, la VR non è una brutta cosa per il ramo social. (…)

Ma io non voglio lavorare nel ramo social, io voglio lavorare nel ramo videogiochi.

Fortunatamente l’ascesa di Oculus è concisa con l’emergere di alcuni competitori. Nessuno di essi è perfetto, ma la competizione è una gran bella cosa. Se questo significa che ci sarà più competizione, e che la VR continuerà a migliorare, sarò davvero molto felice. Voglio sicuramente essere parte della VR, ma non intendo lavorare con Facebook. Le loro motivazioni sono troppo sfuggenti e instabili, e storicamente non sono mai stati una piattaforma stabile. Non c’è nulla nella loro storia che mi dia fiducia in loro, e per questo dico che mi danno i brividi.

E non ho sborsato 10’000 dollari con l’idea di spronare un primo giro di investimenti solo per costruire valore in vista di un acquisto da parte di Facebook.

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Se volete provare Mineraft in VR, c’è un’eccellente mod che permette di farlo. Si chiama Minecrift, e potete trovarla qui.

 

Per chi si stesse chiedendo il senso della frase dei 10’000 dollari: Notch ha appoggiato su Kickstarter il progetto Oculus Rift, come svariate altre persone. Solo che Kickstarter non rende azionisti di qualcosa, solo finanziatori; è una sorta di pre-ordine di una copia dell’oggetto, non l’acquisto della proprietà intellettuale stessa, che rimane tutta ai realizzatori.

Questo significa che i titolari di Oculus VR avevano il diritto di vendere la società senza dover rendere conto a nessuno, tantomeno ai finanziatori. Notch si sta lamentando del fatto che i 2 milioni e qualcosa di dollari sono, di fatto, stati usati per rivendere il tutto a Facebook per 2 miliardi, e non per realizzare il prodotto promesso. Chi era dietro al progetto ora è ricco e se ne lava le mani, mentre chi lo ha finanziato deve andare a discutere con Facebook se qualcosa non gli va bene nel prodotto che ha pre-acquistato.

O Zuckerberg sta solo facendo scena e sa già perfettamente di voler deviare il progetto su un binario molto diverso, salvando fin che può le apparenze, o non credo si rendesse conto di quanto male il pubblico di videogiocatori, e ancora di più quello di videogiocatori su PC, potesse prendere l’acquisizione. Da ieri sera ho fatto più giri su diversi siti di videogiochi, e tutte le sezioni dei commenti sono virtualmente identiche. Responso: “Oculus Rift per me è morto”.

 

La domanda più importante, però, è: quanti altri seguiranno Notch? E non parlo degli sviluppatori indie, che in maggior parte – che dir si voglia – non muovono praticamente numeri sul mercato, soprattutto combinati ad un ambiente nuovo come questo. Le grandi compagnie ci penseranno un po’ prima di dire un categorico “no”, e faranno la loro decisione in base a quello che Oculus Rift stesso diventerà, a come sarà pubblicizzato, venduto, a chi lo comperà e perché.

Siamo sulla soglia ad una possibile svolta storica, molto più grande di quello che in molti per adesso immaginano. Facebook cercherà di “piegare” le grandi aziende di videogiochi alla propria visione, e una spesa simile non può essere giustificata da soli giochietti simil-mobile. Bisognerà vedere chi dirà di sì e chi di no, e quale sarà l’esito finale.

Cosa faranno EA, Activision, Ubisoft, Take-Two, Bethesda? E Valve, che del mercato PC è ormai il perno inamovibile? In altre parole: come si presenterà Facebook all’industria videoludica, col cappello in mano o facedo la voce grossa? E nel secondo caso l’industria videoludica deciderà di prendersi Facebook in casa e stare alle sue regole oppure gli chiuderà la porta in faccia?

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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