Blizzard logo

Con una mossa abbastanza spiazzante, Blizzard ha recentemente cambiato la propria politica riguardante il Battletag degli utenti sulla propria piattaforma di distribuzione e gioco digitale, Battle.net.

Su Battle.net ogni utente ha un proprio ID reale (nome e cognome), che può essere tenuto nascosto, e un Battletag (soprannome), ovvero il nome visibile pubblicamente e utilizzato di default dai giochi. Una volta creato un account, Blizzard ha da sempre permesso di effettuare un singolo cambiamento del proprio Battletag, e poi basta – questo fino ad oggi.

 

Come riporta VG24/7.com, Blizzard sembra avere introdotto di recente un sistema che permette di modificare il proprio Battletag più volte, ma a pagamento: la prima modifica, come sempre, è gratuita, mentre per effettuarne di ulteriori è necessario ogni volta pagare 10€.

 

La possibilità di cambiare il proprio Battletag più volte è una feature da sempre molto richiesta dagli utenti (a quanto pare diverse persone già più di un anno fa si auguravano l’introduzione di qualsiasi opzione per farlo, persino una a pagamento), e porre qualche vincolo per evitare cambiamenti di nome costanti ed illimitati da parte di chiunque è buona norma al fine di evitare il caos più totale sulla piattaforma. Ma porre ogni singola modifica dietro ad un paywall – e uno relativamente alto come questo – suona sinceramente molto più come malafede che come strumento deterrente volto a  garantire la stabilità della community.

Immagino che una contro-argomentazione possa essere “sempre meglio così che non poterlo fare e basta”, il che sotto un certo punto di vista è anche vero. Fatto sta che consentire semplicemente un cambio di nome a ciascun account ogni 2, 4, 6 o anche 12 mesi avrebbe ottenuto di fatto lo stesso risultato senza introdurre migliaia di euro nell’equazione.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

Lascia un commento