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Trillion: God of Destruction (PS Vita) – Recensione

Fra un trilione di titoli

Nel mercato videoludico moderno, trovare un prodotto originale è molto difficile, ma ogni tanto spunta qualche perla grezza, che a metà fra genialità e follia riesce a risplendere di una luce propria in un mercato ormai quasi saturo in ogni genere. Questo è il caso di Trillion: God of Destruction, il nuovo jrpg/dungeon crawler atipico creato da Idea Factory, nota per alcune serie come Hyperdimension Neptunia e Mugen Souls, insieme a Nippon Ichi Software, che ha sviluppato titoli come Disgaea e Prinny Can I Really Be the Hero. Trillion, conosciuto in terra nipponica come Makai Shin Trillion, è un mix perfetto che riesce a far risaltare sia lo stile che gli anni di esperienza delle due software house.

Un trilione di storie

Una leggenda narra che, tanto tempo fa, una serie di angeli volle ribellarsi a Dio, e abbandonò il paradiso, assumendo il nome di “caduti” meglio conosciuti come demoni. Il loro leader si chiamava Satana e pare che si sacrificò per sconfiggere un essere che aveva invaso l’inferno, durante l’eterna guerra che imperversa fra angeli e demoni. Trillion: God of Destruction ci farà vestire i panni di Zeabolos grande Overlord, nipote di Satana e attuale re dell’inferno, il quale perderà la vita insieme a suo fratello Astaroth, nel tentativo disperato di fermare l’enorme creature apparsa nel suo regno. Ma in punto di morte, una misteriosa voce femminile raggiunge Zeabolos, e gli propone un patto: offrire la sua anima per poter sconfiggere la creatura. Il sovrano accetta immediatamente, spinto dalla vendetta. Risvegliatosi nel suo castello, Zeabolos si troverà faccia a faccia con una ragazza di nome Faust, la stessa che gli ha proposto precedentemente il patto, e che ha rimesso insieme il suo corpo dilaniato dalla battaglia. Faust metterà al corrente il protagonista della situazione, spiegandogli che il nemico che stanno fronteggiando non è un normale mostro, ma il dio della distruzione Trillion – nome attribuitogli dal numero di maledizioni che gravano su di lui. Purtroppo Zeabolos è ormai impotente e il suo corpo non è più nelle condizioni di combattere, perciò dovrà delegare l’infausto compito di affrontare la divinità, le sei Overlord.
La trama di Trillion viene narrata principalmente attraverso fasi visual novel, in cui si passa da momenti zeppi di nonsense e fanservice ad altri caratterizzati da una tensione palpabile, vista la minaccia che incombe sul mondo e sui protagonisti. Nel complesso, la storia viene narrata in maniera molto godibile nonostante i molti tempi morti del gioco, con una buona dose di colpi di scena. Le fasi dedicate ad ogni singola ragazza sono molto curate, facendoci affezionare ad ognuna di loro, rendendo così il rischio di perm-death davvero snervante.

 

Un trilione di modi per…

Trillion: God of Destruction non si può di certo definire un normale jrpg, così come non si può nemmeno definire un normale dungeon crawler, presentando infatti una struttura di gioco a dir poco unica. Lo scopo del gioco è quello di sconfiggere il dio della distruzione Trillion, con il suo numero abnorme di punti vita, attraverso una serie di scontri. Il gioco in sé può essere tranquillamente diviso in due fasi principali, una in cui occorre allenare l’Overlord scelta o assegnataci, e un’altra in cui affronteremo il dio della distruzione in una enorme boss battle. Durante la prima parte, come detto in precedenza, dobbiamo allenare la nostra piccola signora dell’inferno, fino a farla diventare una degna rivale per la nostra nemesi. Durante il corso dell’avventura si passa senza dubbio più tempo nei menù che a “menare le mani”: se solitamente si dice che la preparazione è alla base del successo, be’, qui invece la preparazione è tutto, e senza un’adeguata strategia o un buon allenamento non avremo neanche una singola possibilità di riuscire a far sopravvivere l’Overlord alla battaglia. Durante la preparazione, possiamo attingere a tantissime opzioni di allenamento e potenziamento. Ogni tipo di esercitazione ci darà una serie di punti in vari attributi(aura, mana, spell, reflex, charm e taste) che serviranno a far salire le diverse statistiche della nostra protagonista o per farle acquisire nuove skill, attive o passive. Tuttavia, bisogna anche prestare attenzione a non farla sforzare troppo, perché accumulando troppa stanchezza rischia di ferirsi, vedendosi così costretta a saltare diversi giorni d’allenamento. Per far si che non accada, possiamo farla riposare una giornata intera, farle passare un po’ di tempo con Zeabolos, oppure usare alcuni oggetti curativi. Per avere la meglio contro un mostro del genere, inoltre, la sola la forza bruta non è sufficiente, e ci viene infatti messo a disposizione un fabbro, presso il quale possiamo potenziare la nostra arma e applicarle diverse abilità grazie a delle pietre e un laboratorio di ricerca dove potremo creare dei soldati con l’aspetto di maialini, che ci supporteranno in battaglia con le loro abilità difensive o d’attacco. Uno dei parametri più importanti che occorre sviluppare durante il sonno di Trillion, infine, è l’affetto. Regalando degli oggetti, rispondendo correttamente a delle domande, oppure passando del tempo con la nostra Overlord, oltre a scoprire dei retroscena sul suo passato, viene aumentata la barra dell’affetto. La barra, per gran parte della battaglia, sostituirà interamente quella degli HP e degli MP, come una sorta di scudo protettivo, che permette di resistere ad alcuni attacchi del mostro.

 

It’s over one trilion!

La cosiddetta seconda parte del gioco invece è costituita dalle battaglie contro Mokujin (un essere creato da Faust, che replica alla perfezione le mosse del dio della distruzione), Trillion stesso e le fasi da classico dungeon crawler, nella valley of sword. Le prime due consistono in enormi boss battle, che si svolgono lungo un corridoio dove occorre scansare mine o affrontare numerosi nemici per riuscire almeno ad avvicinarci ai colossali avversarsi. Una volta nelle loro vicinanze non è sufficiente attaccare alla cieca per vincere, ma è necessario calcolare con una precisione al limite del maniacale il tempismo degli attacchi. Il repertorio dei nemici è composto da spazzate, pugni, trappole velenose o mega raggi che radono al suolo tutto quello che è nella loro traiettoria. Per questo è molto importante sfruttare al meglio gli incontri settimanali con Mokujin, che ci permettono di fare pratica ed essere preparati meglio per lo scontro successivo. La valley of sword invece è un dungeon al cui interno è possibile trovare oggetti ed equipaggiamenti, oltre a diversi nemici. La peculiarità di questo luogo, però, è che mette a disposizione solo un determinato numero di turni per uscirne vincitori o per ritirarci, e se sforeremo quel numero verremo letteralmente buttati fuori e perderemo tutto quello che abbiamo guadagnato durante l’esplorazione.

 

Un trilione di Pixel

Tecnicamente il gioco risulta discreto, non ci sono particolari magagne tecniche o cali di frame troppo evidenti, graficamente invece da una parte abbiamo artwork e un character design curatissimi, dall’altra i modelli 3D dei personaggi e dei nemici non si possono definire allo stesso modo. La nota dolente però riguarda le ambientazioni che risultano davvero spoglie e anonime. Anche sul fronte audio abbiamo un contrasto, infatti se da una parte abbiamo due doppiaggi – sia quello inglese che quello giapponese – che rasentano la perfezione, altrettanto non si può dire della colonna sonora, che spesso risulta vuota e senza troppo spessore, oltre ad essere sovrastata quasi sempre dalle voce dei personaggi.