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Dead Effect (PC) – Recensione

Siamo alla fine del 2014, in un periodo in cui sparatutto in prima persona (FPS) e i giochi a tema Zombie godono a dir poco di grande popolarità, motivo per cui il mercato è finito col diventare saturo di titoli con queste caratteristiche. In questo panorama videoludico, il team di sviluppo InDev Brain ha comunque deciso di buttarsi nella mischia, pubblicando anche su PC Dead Effect, uscito già un anno fa su Android e iOS. Già da questa premessa, forse avrete previsto dove voglio andare a parare, ma prima di trarre le conclusioni, analizziamo più approfonditamente il gioco.

“A pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina

Il titolo di un gioco non è mai un elemento da giudicare. In questo caso, tuttavia, la poca originalità di Dead Effect è così evidente che persino leggendo il titolo è possibile sentire una sensazione di dejà-vu, una sensazione che purtroppo sarà presente per tutta la durata del gioco, che si aggira intorno alle 5-7 ore.

La storia ci vede nei panni di un membro dell’equipaggio della nave spaziale ESS Meridian, diretto a Tau Ceti F, con il compito di colonizzare il pianeta. Durante il viaggio, però, il protagonista viene risvegliato dalla sua cella di ibernazione in seguito ad un grave incidente: un virus ha infettato tutti i membri dell’astronave, che si sono così trasformati in zombie. L’unico altro superstite a bordo è il dottor Wagner, che ci fornirà supporto radio per aiutarci ad indagare per scoprire cosa è successo sulla ESS Meridian.
La trama, dunque, non è nulla di particolarmente originale, ma svolge comunque il suo lavoro, offrendo quel che basta per dare un pretesto per giocare. Dato il genere di gioco, questo basta e avanza, quindi se non altro si può chiudere un occhio.

Il vero problema, invece, è il gameplay, tremendamente stereotipato e privo di idee interessanti. È il classico, fin troppo classico “sparatutto vecchia scuola”, in cui ci si ritroverà generalmente ad andare da punto A ad un punto B, facendo saltare la testa a qualsiasi cosa si muova. Tra le maggiori pecche del gameplay, oltre alla ripetitività, riporto l’impossibilità di utilizzare attacchi corpo a corpo, una mancanza spesso fastidiosa e che potrebbe mettere in difficoltà in alcune situazioni.
Le armi non sono abbastanza differenziate tra loro e l’arsenale è sufficientemente ricco e variegato, si va dalle pistole alla motosega, passando per fucili d’assalto, granate, mitragliatrici leggere e compagnia; inoltre, ogni arma può essere potenziata con i crediti guadagnati tra una missione e l’altra.
Oltre alla modalità campagna, costituita da 12 missioni, è presenta la modalità extra sopravvivenza, in cui bisognerà resistere per un determinato periodo di tempo o ad un certo numero di ondate di zombie.

Nessun elemento del gioco riesce ad evitare di essere catalogato come cliché, tuttavia questa mancanza di originalità non dispiacerà certamente agli amanti degli sparatutto classici, cruenti e poco impegnativi. Se vi interessa solo maciullare decine di zombie, Dead Effect non vi deluderà, se invece siete in cerca di un’esperienza più coinvolgente, intensa e profonda, rivolgetevi altrove.

Morti ad effetto

Dal punto di vista grafico, Dead Effect riesce a dare più di quanto ci si potesse aspettare da un titolo indie e inizialmente sviluppato per smartphone e tablet. Gli scenari di gioco sono ben realizzati, così come armi e nemici. Un po’ inaspettatamente, ottimo anche il comparto audio, con una colonna sonora davvero azzeccata e in grado di trasmettere forte tensione, ed effetti sonori credibili. Peccato per il volume dei dialoghi, leggermente troppo basso anche se portato al massimo tramite le impostazioni.