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yakuza kiwami (PS4) - Recensione

“Un’antica leggenda racconta di una carpa così coraggiosa da riuscire a risalire la cascata situata sulla Porta del Drago, l’impresa colpì gli dei che la trasformarono in un drago.

Da questa leggenda si può dire che sia nato anche Ryu ga Gotoku – letteralmente “come un drago” – il titolo nipponico di Yakuza. In questi ultimi anni la serie sta vivendo una nuova gioventù in occidente e per questo, a meno di un anno dall’uscita di Zero, ecco che mamma Sega ci permette di rivivere la prima avventura del Drago della Dojima in un remake, che come dice il suo stesso nome, Kiwami, è a dir poco estremo.

Un nuovo inizio

Siamo nel settembre del 1995 ed il Drago della Dojima Kazuma Kiryu è una leggenda, in tutto il mondo criminale e non, ed è a un passo dal creare la propria “famiglia”. La sua vita però subisce un drastico cambiamento quando viene coinvolto nell’omicidio del suo capo Dojima Sohoei, di cui si prende la responsabilità, questo gesto lo condanna alla reclusione in carcere che grazie alla sua buona condotta dura “solo” 10 anni.

Uscito di prigione Kiryu si trova davanti un mondo totalmente diverso da quello che ha lasciato. Mentre cerca di scoprire cosa è success, durante la sua assenza incontra la piccola Haruka, che lo coinvolge, a sua insaputa, nella lotta che sta infuriando all’interno del Tojo Clan dopo che sono scomparsi 10 milioni di yen dalle casse dell’organizzazione.

Kiwami riesce a ridare nuovo luce alla storia del primo Yakuza grazie alle tante piccole aggiunte, come i flashback fra un capitolo e l’altro, che danno più profondità al personaggio di Nishikiyama rimasto abbastanza bistrattato anche questa volta nonostante la sua importanza all’interno della trama.

Purtroppo, per quanto personaggi come Kiryu e Majima riescano come sempre a reggere l’intero apparato di Yakuza sulle proprie spalle Kiwami, molto più di altri capitoli, soffre nel reparto narrativo. Per questo l’intera vicenda, sia ai fan di vecchia data che  ai nuovi, risulta davvero troppo veloce rendendo tantissimi personaggi incapaci di esprimere il loro vero potenziale. Nonostante tutto però il comparto narrativo rimane di altissimo livello grazie ai temi sempre più maturi trattati e alla perfetta recitazione dei protagonisti.

Fra botte e Majima

Kiwami porta avanti il nuovo sistema degli stili di combattimento adottato da Yakuza 0 abbandonando del tutto ormai quello che è stato per anni il classico sistema della serie. Come nel prequel si potrà contare su diversi stili di combattimento: il Brawler lo stile più equilibrato, il Rush stile basato su colpi veloci e schivate e il Best molto lento che predilige l’uso degli oggetti.

I vari stili di combattimento si potranno potenziare attraverso i punti esperienza che guadagneremo completando missioni secondarie, battendo i “boss” durante la storia, oppure prendendo letteralmente a mazzate i vari bulletti sparsi per tutto Kamurocho. I potenziamenti si dividono in Soul, Tech e Body che sviluppano: le heat action ovvero delle mosse, se così possiamo chiamarle, finali abilità di vario tipo e gli Hp.

Il combat system è stato ulteriormente raffinato ma si inizia a sentire una sorta di pesantezza durante i scontri. Infatti le mosse usate e le heat action sono prese pari pari dal capitolo precedente, il che crea in chi ha giocato 0, dopo pochissime ore un leggero senso di insoddisfazione durante gli scontri.

Ma neanche a dirlo a ridare vigore a tutto ci pensa il caro e vecchio Majima Goro, che dopo aver vestito i panni di co protagonista in 0, stavolta lo si vedrà nel ruolo di stalker del suo amatissimo “Kiryu-chan”, introducendo la geniale meccanica del “majima everywhere” che come dice il nome vedrà Majima sbucare da ogni angolo della città e in modi sempre più eccentrici che non voglio anticipare per non rovinarvi la sorpresa. Ogni scontro con il Mad Dog aumenterà la nostra affinità con lui da un minimo di F a un massimo di SSS, il nostro legame permetterà a Kazuma di recuperare il suo stile unico il Dragon ovvero il classico stile di combattimento usato negli altri capitoli della serie.

Oltre alla storia matura e ai personaggi, la serie Yakuza è amatissima per le attività secondarie presenti all’interno del gioco che purtroppo in Kiwami deludo per la loro scarsità rispetto al passato . Infatti scordatevi i vari Outrun o Virtua Fighter, nelle sala giochi, potremo solo accedere agli ufo catcher e Mesu King una specie di Wrestling dove ragazze in bikini vestiranno i panni di alcuni famosi insetti e a colpi di morra cinese combatteranno fino allo stremo. Un’altra cosa molto amata dai fan sono di certo gli hostess club, in questo caso potremo entra nello Shine e nel Jewel, che per nostra sfortuna ci permetteranno di intrattenerci con una sola ragazza, il che vuol dire solo due hostess un numero davvero minuscolo per gli standard della serie.

Un drago stanco

Tecnicamente Kiwami riesce a stupire ancora per quanto riguarda le animazioni facciali, che risultano al limite del foto realismo grazie all’engine utilizzato per 0 , la stessa cosa non si può dire per il resto infatti gli npc e le texture di Kamurocho si possono definire a malapena sufficienti , il che è un peccato contando sulla cura maniacale con cui viene di solito realizzato il famoso quartiere.

Sul fronte dell’audio ci troviamo davanti ad un lavoro inecepibile il gioco è stato interamente ridoppiato, in ogni sua frase, così da poterlo adattare al suo nuovo contesto sul lavoro dei seiyuu non c’è nulla da segnalare a parte che il caro e vecchio Takaya Kuroda torna a splendere nei panni di un Kiryu più maturo dopo quello “vecchio dentro” di Yakuza 0.