RetroGaming, puntata 6: Planet Blupi (1998; PC)

RetroGaming, puntata 6: Planet Blupi (1998; PC)

Oggi parliamo di uno spin-off di una serie sconosciuta e col nome totalmente sconnesso dall’unico capitolo della saga che qualcuno forse conosce. Evvai!

 

Planet Blupi screenshot 1

Questo gioco è la parabola della vita. Lavora duro e avrai una casa, una barca, una pista da ballo e dei pomodori. Passa il tempo a cazzeggiare senza produrre niente e morirai di inedia.
Immagine originale qui

 

Tanto tempo fa, in una lontana e misteriosa terra chiamata Anni Novanta, viveva un gioco che quasi nessuno ricorda: Speedy Eggbert. Io ad esempio non lo conoscevo; mi sono visto un video su YouTube e ho potuto appurare che si tratta di un platform di rara ignoranza, ma che a quanto pare a qualcuno piaceva (piace?), e che per questo si è guadagnato la nomea di classico. La nostra storia però è un po’ più complicata di così.

Pare che Speedy Eggbert non fosse il nome originale del gioco. Prima di venire pubblicato da eGames lo stesso esatto platform era infatti uscito come titolo indipendente col nome di Speedy Blupi. E gli stessi sviluppatori, un team dal nome EPSITEC, pare nello stesso anno (il 1998), avevano sviluppato e distribuito un altro gioco del “franchise” di Blupi, intitolato Planet Blupi. Il nostro gioco di oggi.

 

Ovviamente ho fatto un po’ di ricerche per dirvi tutto questo, e la cosa curiosa è che man mano che indagavo e credevo di avere scoperto tutto quello che c’era da sapere su questa dimenticata serie saltava fuori sempre qualcos’altro.

Esisteva uno Speedy Blupi, ok. Che però derivava bene o male direttamente da qualche gioco dimenticato da Dio, da Satana e da tutto ciò che c’è nel mezzo chiamato Blupi Explorateur.

 

Blupi Explorateur

La tentazione di inviare quel fax è SPAVENTOSAMENTE forte.
Immagine originale qui.

 

Che a sua volta derivava da un gioco educativo chiamato Blupi at Home programmato nel 1988 per DOS e Smaky. (Che cazzo è lo Smaky? È un computer svizzero degli anni ’70… a quanto pare della stessa EPISTEC! Parco titoli assicurato, dunque.)

Ma c’è anche l’indimenticabile Blupimania, che molto probabilmente (come il grosso di quello che c’è su quella Wiki) solo questo certo “LorenzoTheComic”, titolare del sito che ho usato fino ad ora, ha mai posseduto; e difatti l’unica prova video dell’esistenza di questo gioco è sua.

Ci sono poi diversi altri giochi, alcuni solo in francese, di anni ignoti e su cui sinceramente non ci tengo così tanto a sapere di più. A quanto pare sono esistiti anche uno Speedy Blupi 2 (con un altro doppio nome Eggbert/Blupi, tanto per non incasinare ulteriormente la situazione) e un Blupimania 2, che addirittura più di una persona sembra avere mai giocato.

 

Ma bando alle ciance e arriviamo al punto.

Planet Blupi è una sorta di puzzle game nella veste di un gestionale. Il terreno di gioco è a caselle (anche se il sistema di movimento nasconde all’occhio decentemente la cosa finché ci si deve solo spostare) con griglie grandi fino a 200×200 – letto da qualche parte; mai più che mi metto a contarle.

Col mouse si controllano tutti i blupi, gli esserini gialli, e si possono ordinare loro delle azioni che per comodità dividerò in quattro gruppi: azioni di movimento, che non richiedono altro che il blupi stesso; azioni di raccolta risorse, che alterano un elemento naturale trasformandolo da inutile e immobile a utile e trasportabile; azioni di costruzione, che utilizzano una risorsa già trasformata per dare vita ad un edificio; azioni di impiego degli edifici, che consentono di sfruttare gli edifici edificati in vari modi, usando o no ulteriori risorse esterne in base al caso.

Ogni blupi ha un indicatore dell’energia: tutte le azioni richiedono energia, persino camminare, ovviamente con delle distinzioni in base all’importanza del compito. L’energia si può completamente ripristinare facendo mangiare al blupi un mucchietto di pomodori, che è possibile coltivare all’infinito tramite l’edificio Capanno da giardino. Se un blupi raggiunge un livello basso di energia inizierà a muoversi più lentamente e sarà sconsigliato farlo lavorare ancora; questo perché se l’energia finisce del tutto il blupi, molto semplicemente, muore sul posto.

Arrivando ai nemici, per la precisione sono di quattro possibili tipi: dei ragni giganti che saltellano da tutte le parti, non possono fare male ma mangiano il cibo dei blupi se lo trovano a terra; dei virus, sotto forma di nubi vaganti, che infettano tutti i blupi che toccano togliendo loro l’energia per fare qualsiasi cosa finché non vengono curati con un’apposita medicina; delle ruspe possedute dal demonio che asfaltano a vista qualsiasi cosa animata e non gli capiti a tiro; dei robot inoffensivi, ma con la faccia cattiva e quindi meritevoli di morire (tendenzialmente dilaniati in un’esplosione). In teoria anche il fuoco può essere un “nemico”, ma si tratta di un agente ambientale che agisce propagandosi fin dove può e spegnendosi appena non può più propagarsi oltre, quindi non me la sento di considerarlo davvero tale.

 

Planet Blupi screenshot 2

Blupi 40’000: Space Marine.
Immagine originale qui

 

Lo scopo delle partite cambia ad ogni missione, ma generalmente è una variante o una complicazione di “fai raggiungere ad un certo numero di blupi un certo punto della mappa” (qualche volta nella forma delle casette rosa tanto chic che vedete nell’immagine in testa all’articolo) o di “elimina questi nemici”. Il gioco non è spaventosamente vario ed esteso, ma lo è abbastanza da dover giocare buona parte delle missioni per poter dire di avere visto tutto.

Non mi stupisce che in tutte le missioni la morte di un certo numero di blupi comporti la sconfitta immediata; invece mi sconvolge abbastanza che in alcune sia previsto e necessario che alcuni dei propri si sacrifichino in modo orribile. Sappiate che dietro lo smalto da grafica per bambini l’universo di gioco non è un così bel posto in cui vivere, perché bruciare vivi, esplodere, venire stirati da un mezzo pesante o semplicemente morire di stenti edificando un’imponente torre è tutt’altro che raro. D’altronde, ogni guerra ha bisogno di martiri; per un blupi che dona la propria vita alla causa, dieci, cento altri blupi potranno vivere sicuri nelle loro casette rosa a fiori.

Le missioni in totale sono 30, di difficoltà – sia logica che micro-logistica – crescente. All’inizio i compiti saranno intuitivi e basilari, ma andando avanti inizia il trial and error, con un paio di missioni che o perché non si spiegano a sufficienza o perché semplicemente non sono riuscito a capire io che di fatto non ho mai finito. Almeno è possibile giocare in qualsiasi momento qualsiasi missione ad entrambi i livelli di difficoltà, anche se non si ha mai finito quelle precedenti.

 

Qualche anima buona ha caricato un video del gameplay della prima missione, cosa che io non avrei potuto fare neanche volendo perché – guarda caso – i miei programmi di registrazione interni al pc non riconoscono il gioco come applicazione perché è troppo vecchio. Verrà il giorno in cui tornerò al VCR, lo giuro.

 

 

Graficamente Blupi non è male, ma non è neanche così straordinario; la grafica è estremamente semplicistica, ma è anche molto pulita e fluida. Direi che è esattamente quello che ci si poteva aspettare da un puzzle game: è lo stile artistico a tenere banco, tutto a vantaggio della fluidità e della fruibilità per quanto riguarda le prestazioni richieste.

Il comparto audio merita una nota a sé, perché riesce allo stesso tempo ad essere valido e sconvolgente. Giocando, le musiche sembrano carine e adatte; si è concentrati su quello che si fa e su quello che si deve fare e non si ascolta davvero quello che va in sottofondo; tutto ok. Ho però avuto modo di ascoltarmi le musiche singolarmente, senza fare altro intanto, e… aaahh… la mia mente è esplosa. Non so neanche io se nel senso buono o in quello cattivo.

I brani del gioco sono 10, ma non intendo liberare un simile potere dinnanzi al mondo. Ve ne offro in dono solo uno; se avete una decina di minuti di tempo provate ad aprire questo video e a seguire le istruzioni che ho messo nella descrizione. Basta che clicchiate qui.

Da notare come questo non è un loop, ma la traccia eseguita una volta, prima ancora che inizi a ripetersi e da me sfumata alla fine per evitare un taglio ben più brusco lasciato lì da chi ha creato il file originale (immagino che prima di raggiungere la fine ci si riagganci a qualche punto verso l’inizio, durante il gioco).

 

Una cosa molto carina di Planet Blupi è la presenza di un editor di missioni, che mette nelle mani del giocatore lo stesso tool di cui disponevano gli sviluppatori. In teoria ci si potrebbero ricreare tutte le missioni del gioco; ovviamente però è pensato per farne di nuove. E qualcuno lo ha anche fatto.

È una cosa molto bella in teoria, ma non finirò mai di chiedermi perché oggi, che “siamo tutti connessi” e tutto il resto, gli sviluppatori non offrono quasi mai un tool simile, mentre una volta, quando al massimo passavi le tue missioni a tuo cugino su un floppy, c’era in ogni sacrosanto gioco. Misteri insoluti.

 

Planet Blupi è un brillante ricordo di quando quelli che oggi sono diventati giochi in flash erano ancora prodotti a pieno budget e con una piena dignità. Tempi andati per sempre, immagino.

Per concludere, Planet Blupi non è né banale né monotono, e non è neanche così facile da finire. Il principale problema è che, sinceramente, il gioco non vale la candela, nel senso che impazzire per procurarselo (e magari anche per farlo andare a dovere) non vale quello che il gioco stesso ha da offrire. Se avessi scritto questa pagina nel 1998 avrei di sicuro consigliato a tutti di darci un’occhiata perché meritava molto. Peccato che nel ’98 andassi ancora all’asilo, e che oggi è un po’ troppo tardi.

Tuttavia, se vi capitasse un’occasione inattesa e Planet Blupi potesse essere vostro senza intoppi, la risposta è: sì. Non credo che nessuno, facendolo oggi per la prima volta, se ne innamorerà, ma di sicuro può essere un passatempo intelligente e divertente.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

4 Responses to “Planet Blupi – La vita stessa degli uomini-uova è nelle tue mani”

  1. Tommaso ha detto:

    Ovvio che lo ricordo. Mi ricordo che ero troppo piccolo (classe 1991) per capirne appieno le regole. Qualche anno dopo giocai anche a Speedy Eggebert (a mio avviso una figata).

  2. Ike Broflovski ha detto:

    Anni e anni che cerco qualcuno che conosca questo gioco, su cui ho passato l’infanzia, ero quasi convinta che fossi l’unica a conoscerlo, questo e Loader Larry. Qualcuno per caso sa dove posso trovarlo? Tutte le mie ricerche sono finiti in virus e file vuoti.

  3. Ennio Lombardi ha detto:

    Non mi conosci lo so: comunque planet blupi è qualcosa di allucinante, uno dei miei bei ricordi d’infanzia, le missioni da piccolo per concluderle sudavo 7 camicie ed ora a 21 anni logicamente riesco a concluderle subito, poi è interessante il fatto di creare missioni e so anche come metterle nella sezione missioni o nella sezione tutorial… Magari esistesse un sito dedicato alle missioni Blupi create dagli altri utenti

  4. […] funziona, per me e per diverse altre persone, con Sanitarium ma anche con altri vecchi giochi (es. Planet Blupi). Il perché, però, credo nessuno l’abbia ancora […]

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