Cosa ne penso di Rooks Keep, attualmente in Early Access

Rooks Keep, sviluppato da RuneStorm e disponibile su Steam in formato Early Access da qualche giorno, è in verità tre giochi distinti in uno, cioè scacchi, un MOBA a tinte fantasy e una curiosa via di mezzo tra i precedenti due. Ho avuto modo di giocarlo per qualche ora, e queste sono le mie primissime impressioni.

 

Rooks Keep screenshot 1

 

L’idea

Rooks Keep è un gioco a tema scacchi: i personaggi giocabili sono i corrispettivi dei pezzi del famosissimo gioco da tavolo in due eserciti, un del bene e uno del male (abbiamo quindi pedoni, torri, alfieri, cavalli, regine e re, da una parte come paladini e maghi e dall’altra come demoni e cavalieri neri). E gli scacchi stessi sono inclusi nel pacchetto: si può giocare una normalissima partita sia contro l’IA che contro un avversario online, ovviamente con i personaggi 3D disposti sulla scacchiera e ambientazioni varie di contorno.

Al di là di questo, il “grosso” del gioco è un TPS multiplayer in cui sempre quegli stessi personaggi si affrontano in piccole arene con varie modalità ed obiettivi. Tutti possono effettuare attacchi leggeri o pesanti, e si può separatamente bloccare oppure cercare di parare a tempo; il risultato è un semplice ma interessante incastro di combattimenti corpo a corpo: parare blocca tutto il danno dei colpi leggeri ma solo parte di quelli pesanti, mentre riuscire a bloccare annulla del tutto entrambi e permette anche un rapido contrattacco immediato. Tutti sono anche dotati di un’abilità speciale specifica del “pezzo” attivabile con Q, che consuma una seconda barra di energia che si usa anche per “schivare” (di fatto “saltare in lungo”) e che si ricarica col tempo. In giro per le mappe si trovano alcuni power-up che poi ricompaiono col tempo.

 

Rooks Keep screenshot 2

 

Una caratteristica particolare è che il sistema di “classi” è totalmente dinamico, ovvero che non si ha nessun “livello del profilo” o simile: all’inizio di ogni partita ogni giocatore ha un certo numero di punti, che può spendere subito per spawnarsi con una classe migliore (ad esempio, giocare come pedone non costa niente, come cavallo costa 2 punti e come regina 5, molto simile a quanto visto nella modalità OverRun di Gears of War: Judgment – e probabilmente anche prima in qualcos’altro che non conosco) e nel corso della vita per potenziarsi (più danno, più vita, maggiore velocità di movimento ecc.). Ma si tratta di qualcosa di molto volatile, perché ogni volta che si muore tutti i potenziamenti acquistati vanno perduti, e scegliere un personaggio non lo “sblocca”, bisogna pagare ogni volta per usarlo. I punti si accumulano uccidendo in campo e raccogliendo power-up, e (a meno che non si imposti diversamente) si continuano ad accumulare per il corso di tutta la partita.

 

Infine, è disponibile una particolare modalità che mescola davvero scacchi e combattimenti in tempo reale. In pratica si gioca una normale partita a scacchi, solo che quando un pezzo cerca di mangiarne un altro i due si affrontano in duello in tempo reale, ed è quello che sopravvive a non venire tolto dalla scacchiera.

 

Le speranze

Rooks Keep screenshot 3

 

Anche se alcuni aggiustamenti sarebbero sicuramente possibili, il sistema di combattimento è ben eseguito. Gli attacchi e le parate hanno tempi decifrabili, i modelli si muovono con disinvoltura e la hit detection funziona. L’IA dei bot non è particolarmente articolata ma è adatta alla situazione, e sono disponibili parecchi livelli di “difficoltà” su cui la si può impostare. Per quel che riguarda gli scacchi, l’interfaccia è molto chiara e comoda da usare, e la possibilità di aggiungere o sostituire ai modelli 3D dei simboli più tradizionali per i vari pezzi evita ogni possibilità di fare confusione.

Parlando più in generale, le opzioni per la creazione dei match sono parecchio esaustive, permettendo di regolare ogni singolo fattore e anche di attivare vari modificatori e opzioni curiose (seppure, almeno per ora, di dubbia efficacia), come una funzione per auto-spostare da qualche altra parte qualcuno che sembra stia camperando un po’ troppo.

 

A questo va aggiunto di sicuro un impatto visivo nel complesso molto convincente, con un’estetica coesa e pochi effetti nei posti giusti, per un gioco molto piacevole da vedere e abbastanza leggero da reggere. Anche il sonoro sembra curato, per quanto sicuramente non al centro dell’esperienza e poco più che un sottofondo.

 

I dubbi

Rooks Keep screenshot 4

 

Per cominciare, le modalità di gioco, per svariate ragioni.

Alcune sono, a mio modesto parere, semplicemente pensate male. Ad esempio, partita tutti contro tutti in cui ognuno ha un numero limitato di vite e vince l’ultimo che sopravvive: il modo migliore di cavarsela è stare nascosti da qualche parte e aspettare che gli altri si ammazzino a vicenda, per poi quindi affrontare l’ultimo sopravvissuto dello scontro, dato che non si fanno punti per le uccisioni o non si riceve alcun vero tipo di bonus (o malus se non si uccide). E si dovrebbe anche ripensare una curiosa modalità in cui ogni volta che qualcuno viene ucciso passa all’altra squadra finché non ne resta in campo solo una: l’idea è carina, ma visto che ogni volta l’ultimo rimasto di un team diventa automaticamente overpowered le cose possono andare per le lunghe, per non parlare del fatto che quando si passa di squadra si perdono tutti i punti vittoria fatti, di fatto disincentivando a mettersi in gioco e rendendo il tutto un perpetuo macello senza apparente logica o tattica.

Altre sono molto standard, e di per sé non hanno nulla che non vada: deathmatch, deathmatch a squadre… Il problema è che, almeno giocando con i bot, qualsiasi partita si trasforma nel giro di un paio di minuti nel più totale caos e diventa impossibile capire qualsiasi cosa di quello che sta succedendo; in particolare, giocando a squadre si vengono a formare enormi mischie in cui è impossibile persino distinguere amici e nemici, un po’ per la velocità a cui quello che vi sta intorno succede e in buona parte perché i giocatori non sono evidenziati da colori diversi con sufficiente chiarezza (le parti colorate sono troppo piccole, spesso si coprono di sangue e con alcune abilità e poteri vengono rese totalmente invisibili dall’effetto grafico aggiuntivo) e non c’è nessun tipo di indicatore in stile nome colorato sulle loro teste.

 

Rooks Keep screenshot 5

 

Ci sono anche altri problemi grossi. Primo: non c’è apparentemente spazio per tattica e vero gioco di squadra. Spesso e volentieri si è in mezzo a mischie tali per cui è assolutamente impossibile bloccare o gestire gli avversari singolarmente, e si finisce per morire a ripetizione senza nessuna possibilità di ribattere se non tenersi completamente fuori dallo scontro. Secondo: ci sono un po’ troppi sbilanciamenti in giro per garantire match vari e complessi. I personaggi più forti sono troppo più forti di quelli deboli per dare loro anche solo una minima possibilità, se si gioca bene, e l’uso dei punti per potenziarsi può permettere a qualcuno che fa scorta per mezzo round di spendere una follia in un’unica vita verso la fine e trasformarsi in un treno oneshottatore sostanzialmente implacabile, soprattutto nei tutti contro tutti.

Un’altra cosa su cui forse sarebbe il caso di ragionare è il sistema di direzionamento del personaggio. A differenza che nel grosso dei TPS, infatti, qui la direzione in cui il vostro soldato guarda e colpisce non è legata al mouse, ma al movimento, il che significa che se guardate in avanti (ovviamente…) ma camminate all’indietro colpirete anche verso di voi, e non verso dove guardate. Il sistema di movimento in sé è ben fatto e il gioco è sicuramente controllabile, si tratta più che altro di una scelta di stile da adottare.

 

Rooks Keep screenshot 6

 

Tutto questo è ancora prima di chiedersi quali effetti abbia nella pratica il lag in un gioco simile. Il sistema di blocco funziona ancora, con dei ritardi? E le hitbox? Non sono domande retoriche: non ne ho idea, perché al momento è di fatto impossibile giocare online se non si hanno degli amici a cui connettersi direttamente. Il gioco non ha server dedicati, quindi ognuno crea una partita e la hosta, solo che vista la comprensibile scarsa diffusione (Rooks Keep è in vendita su Steam da appena 7 giorni) per ora non sono riuscito proprio a trovare un match aperto a tutti a cui aggiungermi, quindi questa parte resta in sospeso.

 

Per quel che riguarda gli scacchi, poco da dire: sono scacchi, e l’unica cosa in cui si possono avere problemi, cioè l’IA, mi pare buona. Mi rimane un po’ di confusione sulle dinamiche esatte della modalità “mista”, ma quello probabilmente è perché l’ho provata solo un paio di volte; in ogni caso, vedendo come si muove l’IA sulla scacchiera sospetto che sia la stessa della normale partita a scacchi, e questo potrebbe essere un problema, perché ovviamente il fatto che mangiare un pezzo non voglia dire per forza mangiarlo (anzi) cambia di molto le cose.

 

Rooks Keep screenshot 7

 

Stato dei lavori

Tecnicamente e praticamente: avanzatissimo. Gira perfettamente, nessun bug, buona quantità di contenuti per il prezzo. Si potrebbe di sicuro pensare che Rooks Keep sia un gioco finito, senza sapere che è in Early Access.

Concettualmente, spero non altrettanto avanti. Lo spero perché come ho già spiegato se le fondamenta del gameplay sono valide tutto quello che fino ad ora è stato costruito con esse risulta confusionario, ripetitivo, piatto e poco invogliante a continuare a giocare, a meno che proprio non ci si diverta anche solo a vedere delle teste tagliate e dei corpi insanguinati volare a destra e a sinistra.

 

La mia impressione generale

Mi piacerebbe dire “l’idea c’è”, ma è l’unica cosa che non ci vedo davvero, almeno per ora.

 

Rooks Keep screenshot 8

 

Rooks Keep è stato sviluppato da programmatori e animatori molto capaci, ma nutro più dubbi sul lavoro fatto in fase concettuale; insomma, il gioco c’è e funziona bene, ma l’assenza di modalità più ragionate e soprattutto di un sistema di ricompense per il proprio operato che valorizzi meglio la tattica o il gioco di squadra rende tutto piuttosto ripetitivo, e la poca varietà di fondo del gameplay unita alla ripetitività lo fanno diventare noioso decisamente troppo presto.

Ho giocato 6-7 partite contro i bot, e dopo la seconda mi sono sembrate tutte uguali, indipendentemente dalla modalità che avevo scelto: un enorme caos di creature che saltano da tutte le parti menando fendenti, e in cui cavarsela è più che altro tempismo e fortuna di non trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, oppure, nei casi peggiori, piccoli stupidi exploit come aspettare che gli altri si uccidano tra loro o “rompere” il sistema di upgrade usando tutti i punti in un colpo solo e diventare decisamente fuori dalla portata dei singoli nemici o anche di piccoli gruppi, come ho spiegato prima.

 

Rooks Keep screenshot 9

 

Questa comunque non deve assolutamente suonare come una bocciatura, perché non lo è. Con alcuni aggiustamenti tutt’altro che impossibili, e per cui mi auguro che la community farà sufficientemente pressione, si potrebbe arrivare facilmente ad un “bilanciamento” migliore che renda più coinvolgente e profondo quello che al momento definirei “solo” un giochetto tutto sommato divertente e con dell’originalità. E la modalità “mista”, online e con poco lag, sembra avere tutte le carte in regola per essere essere già perfettamente funzionante e godibile.

Se devo consigliarvi o sconsigliarvi l’acquisto, vi posso rispondere affermativamente solo nel caso siate un gruppo e prevediate di organizzarvi delle partite tra di voi, perché allo stato attuale giocare online con sconosciuti è, come dicevo, virtualmente impossibile, e solo quello che ho visto contro i bot non me la sento proprio di dire che valga 15€.

 

Nelle prossime settimane e mesi vi terrò aggiornati se dovessero esserci degli sviluppi importanti. Se qualcuno ha qualcosa da chiedere, sono ovviamente a disposizione.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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