Vai con lo sciovinismo

Non è un vero e proprio annuncio ufficiale, ma, secondo Tracking Board, Vertigo e Prime Universe starebbero organizzando la produzione di una pellicola su Thief, il franchise stealth inventato dal fu Looking Glass Studios e ora di proprietà di Square Enix (per inciso, il fatto che sul sito siano convinti che Looking Glass ed Eidos esistano ancora e che Thief sia un action uscito nel 1999 mi fa sperare che siano più ferrati nell’ambito cinema che in quello videogiochi). Per la cronaca, Prime Universe è la compagnia dietro al film Hitman: L’assassino uscito nel 2007, mentre Vertigo ha finanziato The Lego Movie.

Attenzione, comunque, perché nel cinema le cose non funzionano come per i videogiochi. Quando una produzione “parte” in realtà si è molto lontani dalla certezza che il film prima o poi arriverà, vuole solo dire che si sta ragionando se vale effettivamente la pena di farlo. Non saprei tenere il conto di quante pellicole tratte da videogiochi sono state “annunciate” e poi non se n’è saputo mai più nulla.

Quella recente, d’altra parte, sembra una tendenza a provarci un po’ più spesso. Nell’ultimo decennio abbiamo visto un buon numero di film di ispirazione videoludica a medio-alto budget che sono usciti nelle sale (lo stesso Hitman, Prince of Persia, Max Payne, Silent Hill, Doom, e ovviamente la perenne e ormai deragliata su binari propri serie di Resident Evil), e svariati altri stanno per arrivare, per davvero (Need for Speed, Assassin’s Creed, Ratchet and Clank, Warcraft), il tutto senza contare la vagonata di pellicole prodotte da Uwe Boll, il grosso delle quali oggettivamente di livello mediocre (però, datemi del pazzo, tutto sommato Postal mi è piaciuto).

 

È un fenomeno interessante, che sarebbe meritevole di venire discusso seriamente, anche e non ultimo nei risvolti che produce tanto sui film quanto sui videogiochi in termini di stile di realizzazione effettiva. Un film su Thief, se mai la cosa verrà fatta, apre a scenari suggestivi; non è un gioco “senza trama” e di fatto con solo una premessa, anzi, sia che si peschi dall’ultimo capitolo che dai vecchi il numero di eventi e la varietà dei contesti sono più che sufficienti per tirarci fuori un’ora e mezza di scene costruite con un perché.

Ovviamente però quasi tutto il giornalismo videoludico (e l’utenza), da bravo esercito del paraocchi quale è, sta già ora accogliendo la notizia di oggi con una via di mezzo tra uno sdegno di sufficienza e la pura rabbia: “film” e “videogioco” nella stessa frase sono tabù, non c’è nessuno spiraglio di salvezza, guai anche solo per un attimo a fermarsi a pensare, il male deve essere rigettato. Si è già deciso inappellabilmente fin da ora che un possibile film di Thief farà schifo, perché è un film e c’entra qualcosa con un videogioco, e ovviamente i film sono realizzati tutti da incompetenti e freddi bastardi che non capiscono la poesia che solo i giocatori sanno cogliere.

Suppongo sia per non rischiare neanche per un istante di dare un’impressione della comunità tutta dei videogiocatori diversa dallo stereotipo del sociopatico nervosetto e frustrato che vive chiuso in camera sua e rigetta l’idea che qualsiasi cosa che non sia quello che fa lui possa valere qualcosa, per qualcuno. Continuate così, ragazzi.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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