Gli sviluppatori di PlanetSide 2 e H1Z1 diventano third party

Completamente a sorpresa, Sony Online Entertainment ha annunciato di avere cambiato di proprietà.

Lo studio, che fino ad oggi era stato la principale testa di ponte di Sony per la realizzazione di titoli solo online, è stato acquistato da Columbus Nova, “un’impresa di gestione di finanziamenti rinomata per il successo avuto con il proprio porfolio di compagnie focalizzate su tecnologia, media ed intrattenimento”.

 

SOE diventa quindi a tutti gli effetti uno sviluppatore third party, e assume il nome di “Daybreak Gaem Company”. Pare che continuerà a sviluppare giochi come prima, solo espandendo i propri orizzonti: “PlayStation e Xbox, telefoni e altro ancora!”.

Sono anche state fornite rassicurazioni riguardo i progetti attualmente aperti, quindi la versione PS4 di PlanetSide 2 e soprattutto H1Z1, MMO in stile DayZ sbarcato sull’Early Access di Steam appena qualche settimana fa. “Le cose andranno avanti come sempre, e tutti i titoli di SOE continueranno per la loro strada di sviluppo e operatività. A dire il vero, ci aspettiamo di avere ancora più risorse a disposizione in seguito a questa acquisizione. Significano anche nuovi eccitanti sviluppi per le nostre IP e i nostri giochi attuali, visto che adesso possiamo sposare a tutti gli effetti il mondo del multipiattaforma in cui viviamo.”

 

 

Non è ancora noto quanto Columbus Nova abbia pagato Sony per acquistare in blocco SOE con tutte le sue IP, ma immagino siano stati parecchi soldi.

Anche assunto che Sony volesse liberarsi in ogni caso, per scelte di riorganizzazione interna, di quello che a tutti gli effetti era il suo unico studio a lavorare principalmente su piattaforme non PlayStation (ovvero il PC), non si può certo dire che SOE fosse un peso per l’azienda giapponese. Nonostante le lamentele, le vendite di H1Z1 non promettevano affatto male, e PlanetSide 2 nel corso degli anni si è dimostrato un buon successo.

 

Restiamo in attesa di ulteriori aggiornamenti.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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