Come qualcuno forse saprà, alla fine degli anni ’80 Nintendo aveva contattato Sony, non ancora dentro al mercato videoludico, per realizzare insieme una versione del SuperNES che potesse leggere anche dei CD. La console avrebbe dovuto chiamarsi “Play Station” (con lo spazio), ma l’accordo saltò per divergenze sulla ripartizione dei diritti legati ai giochi, e il progetto venne abbandonato.
Cosa Sony fece dopo potete intuirlo: usò le ricerche svolte per creare una console completamente nuova, a cui cambiò il nome in “PlayStation” (senza spazio) per evitare problemi legali con Nintendo.
Un paio di giorni fa un ragazzo, tale Daniel Diebold, ha postato alcune foto di un supposto prototipo della Play Station, e successivamente anche un video:
La console mostrata da Diebold assomiglia parecchio (oltre che ad un SNES) ad almeno una fotografia precedente di un supposto prototipo di Play Station. Ad ogni modo mi è impossibile risalire a quando e da chi fu scattata la foto, e in giro su internet esistono immagini molto diverse sul supposto aspetto della macchina e dei suoi prototipi.
Diebold afferma di avere avuto l’oggetto da suo padre, che sarebbe stato un dipendente di Advanta Corporation (una società fallita nel 2009) il cui presidente, Olaf Olafsson (che sì, esiste davvero), era stato precedentemente a capo di Sony Interactive Entertainment proprio ai tempi dei contatti con Nintendo.
Olafsson si sarebbe quindi portato dietro almeno un esemplare di Play Station, che sarebbe finito nei magazzini di Advanta (che nulla ha a che vedere coi videogiochi) e, al fallimento della seconda azienda, il padre di Diebold si sarebbe tenuto alcune cose (invece di buttarle via, come gli era stato chiesto), tra cui il prototipo in questione. È una storia un po’ strampalata, ma non completamente impossibile.
Per il momento resta molto difficile stabilire se la console riemersa sia un falso o no. Non noto errori grossolani dal punto di vista “storico”, e la scatola ha un aspetto decisamente invecchiato, compatibile con la storia dell’oggetto. Ma è di sicuro anche impossibile confermarne, al contrario, l’autenticità.
Per ora, l’unico verdetto è che se si tratta di una montatura qualcuno ci ha speso parecchio tempo e lavoro.