Sono state isolate le recensioni di utenti che hanno ottenuto il gioco tramite key

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Steam ha introdotto da quasi 3 anni la possibilità per gli utenti di assegnare direttamente sullo store un voto positivo o negativo ad ogni prodotto acquistato, ma da sempre il sistema è in lotta contro una lunga serie di exploit e fenomeni che ne hanno minato la credibilità.

Alcuni mesi fa il voto di ogni gioco è stato suddiviso in due, mostrando sia quello complessivo che quello prodotto dalle recensioni pubblicate più di recente, ma altri problemi sistemici prevalgono, ed è oggettivamente difficile dire che le recensioni degli utenti su Steam siano un metro sempre affidabile per valutare un prodotto a scatola chiusa.

 

Ulteriori modifiche, apprendiamo, sono state implementate in questi giorni. In particolare, sono state rimosse dal calcolo della media dei voti tutte le recensioni scritte da chi ha ottenuto il gioco non attraverso un acquisto diretto su Steam, ma piuttosto l’attivazione di una key di qualsiasi tipo o provenienza (in questo caso si può ancora scrivere una recensione, ma essa non sarà conteggiata nella media). Fino ad oggi era solo fornita all’utente la possibilità di auto-segnalare il proprio gioco come ricevuto gratuitamente, e nessuna altra distinzione veniva fatta.

La ragione dietro a questa scelta è tentare di combattere il fenomeno diffuso, soprattutto nell’ambito degli Indie e dei titoli che escono da Steam Greenlight, di alterazione della media voti da parte degli sviluppatori con recensioni positive “comprate” tramite la cessione di key per i propri titoli.

 

La maggior parte della manipolazione dei voti delle recensioni da parte degli sviluppatori a cui assistiamo avviene tramite il processo di fornire key Steam per il loro gioco, che sono poi utilizzate per generare recensioni positive. Alcuni sviluppatori mettono in piedi un sistema in proprio, utilizzando key Steam su account secondari. Alcune organizzazioni offrono persino servizi a pagamento per scrivere recensioni positive.

Gli sviluppatori hanno da sempre la possibilità di distribuire o vendere attraverso altri store digitali o fisici delle key Steam. Questo non cambierà. Ad ogni modo, è troppo facile che queste key finiscano per essere utilizzate in modi che gonfiano artificialmente i voti delle recensioni.

Un’analisi di vari giochi su Steam dimostra che almeno 160 titoli hanno una percentuale sensibilmente maggiore di recensioni positive da parte di utenti che hanno attivato il prodotto con una key rispetto a di quelle da parte di utenti che hanno acquistato il gioco direttamente su Steam. Ci sono, ovviamente, ragioni legittime per cui questo possa accadere: alcuni giochi hanno forti basi d’utenza fuori da Steam, e altri hanno degli early adopter o backer su Kickstarter molto dediti e più coinvolti col gioco.

Ma in molti casi l’abuso è chiaro ed ovvio, ad esempio quando si hanno recensioni duplicate e/o generate in blocco, o recensioni da parte di account collegati allo sviluppatore. In questi casi abbiamo deciso di agire bannando le false recensioni, e termineremo ogni rapporto commerciale con gli sviluppatori che continueranno a violare le nostre regole.

 

 

La guerra di Steam per arrivare ad un valido sistema interno di recensioni è ammirevole, ed eliminare gli abusi favoriti dalla scorrettezza degli sviluppatori è sicuramente una priorità. Ma, ad onor del vero, il più grave difetto delle recensioni degli utenti sembra essere insito nella loro stessa natura: quello di invogliare semplicemente chiunque a dire quello che vuole.

Parlando di titoli da una certa fascia di popolarità in su, a rendere inaffidabili le recensioni di Steam è generalmente la diffusa mancanza di serietà, costanza e coerenza nel sistema. Le campagne di review bombing contro questo o quel gioco organizzate dall’esterno sono tutt’altro che una novità (e ora sono facilitate anche dall’altrimenti ottimo sistema di Rimborsi, che permette di acquistare un gioco, recensirlo immediatamente negativamente e poi darlo indietro), così come le valanghe di “recensioni-scherzo” che confondo spesso le acque. Questo è per non parlare di tutte quelle recensioni che, semplicemente, non hanno nulla di vero o di pertinente da comunicare in relazione ai titoli in questione.

 

Spesso a dare l’idea migliore di un gioco sono poche recensioni ben sviluppate e articolare, ma inesorabilmente sperdute in un mare di battutacce, iperboli e reazioni a questo o quel fatto più o meno scollegato dal gioco in sé. Al che si perde completamente, a mio avviso, lo scopo stesso dell’avere un sistema di aggregazione di massa di pareri.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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