Estinzione in vista

The Stomping Land, un titolo indie a tema preistorico (e paleontologicamente poco corretto, vista la convivenza di umani e dinosauri, ma su questa parte chiudiamo tutti un occhio), ha superato con successo una campagna su Kickstarter raccogliendo più di 114’000 dollari ed è approdato su Steam il 30 maggio scorso, in vendita in formato Early Access. Dopo appena una settimana gli update hanno smesso di uscire, ma ovviamente ce ne si è resi conto solo col passare del tempo.

Dal 21 giugno anche l’account Twitter del gioco è caduto nel totale silenzio: gli sviluppatori erano virtualmente svaniti nel nulla. Il 5 agosto la preoccupazione della community viene riportata da PC Gamer; conseguentemente il responsabile del gioco, Alex Fundora, contatta Kotaku per tranquillizzare gli acquirenti dicendo che i lavori stanno proseguendo e che un periodo così lungo senza aggiornamenti è dovuto al fatto che il gioco starebbe venendo trasposto sulla Unreal Engine 4. A quanto pare l’addetto stampa che aveva assunto per scrivere su Twitter ha terminato il suo contratto a giugno, senza venire subito sostituito, e quello sarebbe il motivo della mancata comunicazione.

È una risposta che convince il giusto, per tutta una serie di ragioni abbastanza razionali che non credo di dovervi stare ad elencare. Sta di fatto che gli aggiornamenti ancora non escono, e ora Steam, dove qualcuno deve essersi reso conto della situazione, ha bloccato la vendita del titolo.

 

Non è ancora confermato che il gioco sia morto per sempre, ma tutto questo è come minimo molto, molto strano e fuori dall’ordinario; persino gli altri sviluppatori coinvolti si sono pubblicamente detti stupiti dell’annuncio del passaggio alla UE4, di cui a quanto pare persino loro non sapevano nulla.

Non mi risulta che ci siano stati comunicazioni più recenti da parte di Fundora, e se non ne arriveranno nelle prossime una o due settimane suppongo che a quel punto potremo serenamente dire game over per The Stomping Land.

 

The Stomping Land carnotauro

Tutti, in questa o in un’altra vita, abbiamo sognato di cavalcare un carnotauro…

 

Questa vicenda è destinata a far discutere, e non a torto.

Il fatto è che, assunto che davvero lo sviluppo si sia fermato per sempre ad appena una settimana dalla messa in vendita, Alex Fundora non sarebbe in nessun modo incriminabile per questa vicenda, e non sarebbe obbligato in nessun modo a restituire né i 100’000 e passa dollari di Kickstarter né tutti gli altri ricevuti con le vendite su Steam. Chiunque abbia acquistato The Stomping Land ha pagato in coscienza (legalmente parlando) che il prodotto che avrebbe ricevuto sarebbe stato incompleto. Il gioco è arrivato, incompleto, e questo è quanto.

Il problema principale dei titoli venduti su Steam in Early Access è che gli acquirenti, nel momento in cui pagano, diventano finanziatori, non azionisti, del progetto. Significa che non detengono una quota della proprietà dell’IP e non hanno nessuna forma di potere decisionale o diritti economici. Su Kickstarte o nell’Early Access di Steam non state acquistando il gioco, state acquistando una copia del gioco, più precisamente una copia della versione Alpha o Beta del codice.

 

Facciamo un’analogia. Diciamo che oggi preordiniate un grosso titolo AAA presto in uscita, ad esempio Call of Duty: Advanced Warfare, e che domani un meteorite cada sugli studi di Sledgehammer Games interrompendone forzatamente lo sviluppo e facendo cancellare il titolo ad Activision. Senza soffermarci troppo sulle altre trascurabili conseguenze di un evento simile, in questo caso Acitivision DEVE rimborsarvi i soldi del vostro pre-ordine, perché avete pagato per qualcosa che non vi è mai stato consegnato.

Ora poniamo invece che nessun corpo celeste ci colpisca nei prossimi mesi e che Advanced Warfare esca nei negozi come programmato. Il gioco vi viene consegnato, però lanciandolo scoprite che è una Beta piena di bug che funziona a malapena (ovviamente faccio un esempio a caso, non sto in alcun modo presagendo questo per questo particolare titolo). Avete diritto ad un risarcimento in questo secondo caso? La risposta è no, a meno che non riusciate ad appigliarvi a una causa per pubblicità ingannevole o qualcos’altro di simile, collegato più a quello che Activision ha detto e mostrato prima dell’uscita che a quello che vi è poi arrivato.

 

In condizioni normali la “qualità” percepita di un prodotto di natura artistica non può essere ragione di obbligo di restituzione. Per dire, se compro un film in DVD e il DVD non parte ho diritto a farmelo cambiare o rimborsare, se guardo dieci minuti di film e non mi piace no, a meno che il negozio da cui lo avete acquistato non abbia particolari politiche proprie a riguardo.

Il caso dell’Early Access, di tutto lo spettro possibile di acquisti di videogiochi, è quello che in assoluto offre al cliente meno garanzie di avere un prodotto finale. State comprando un gioco che sapete non essere finito e che ricevete come non finito, accettando in partenza che non è finito. Voi pagate il gioco che scaricate subito, non i futuri update: quelli sono gratuiti ma a totale discrezione dello sviluppatore, e potrebbero quindi anche non esistere affatto.

 

The Stomping Land stiracosauro

… o uno stiracosauro. O qualsiasi accidenti di centrosaurino dovrebbe essere questo.

 

Tutto questo può dirvelo chiunque abbia un minimo di conoscenze in materia, e non sono certo il primo a farlo. Quello che però viene e verrà spontaneo fare è dare “la colpa” di tutto questo a qualcuno. Di chi è “la colpa”?

Di chi crea un gioco e poi subito lo abbandona, o addirittura già prima di farlo ucire progetta di abbandonarlo, perché il meccanismo glielo permette (Alex Fundora)? Di chi è disposto a fare da piattaforma di lancio per giochi di questo tipo senza offrire nessuna garanzia al cliente, di norma neppure risarcimenti a scandalo scoperto (Steam)? O magari di chi potrebbe – e moralmente dovrebbe – informare i potenziali clienti dei rischi dell’offerta, ma si dimentica ogni volta di ricordare questa particina brutta dell’Early Access per non rovinare l’atmosfera di festa di una nuova uscita (praticamente ogni giornale, praticamente ogni volta)? O ancora di chi, per superficialità, ignoranza, ingenuità, stupidità o quel che vi pare, paga a scatola chiusa e poi si lamenta perché si è seduto ad un tavolo da poker e ha perso (gli acquirenti)?

 

Non intendo certo dirvelo io, direi proprio che siate tutti in grado di pensare anche da soli. Il mio lavoro finisce, e io mi sento soddisfatto, nel momento in cui avete ricevuto un quadro d’insieme su cui giudicare.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

5 Responses to “The Stomping Land non è più in vendita su Steam; sviluppo terminato?”

  1. […] Avevamo già parlato cinque mesi fa del possibile abbandono di The Stomping Land, titolo finanziato su Kickstarter e poi approdato su Steam Early Access, che ad appena un mese dall’uscita aveva smesso di venire aggiornato. L’iniziatore e organizzatore del progetto, Alex “Jig” Fundora, era rapidamente ricomparso e aveva ricominciato a pubblicare alcune piccole patch. […]

  2. […] prima cosa che mi sento in dovere di dire, soprattutto visto il particolare momento che questo formato di progetti sta vivendo, è che Ice-Pick Lodge non è un gruppetto di tre o quattro ragazzini usciti qualche settimana fa […]

  3. […] Avevamo già parlato cinque mesi fa del possibile abbandono di The Stomping Land, titolo finanziato su Kickstarter e poi approdato su Steam Early Access, che ad appena un mese dall’uscita aveva smesso di venire aggiornato. L’iniziatore e organizzatore del progetto, Alex “Jig” Fundora, era rapidamente ricomparso e aveva ricominciato a pubblicare alcune piccole patch. […]

  4. […] Alex Fundora, e Steam ne aveva bloccato la vendita. Per maggiori dettagli vi rimando all’articolo che avevo scritto […]

  5. […] prima cosa che mi sento in dovere di dire, soprattutto visto il particolare momento che questo formato di progetti sta vivendo, è che Ice-Pick Lodge non è un gruppetto di tre o quattro ragazzini usciti qualche settimana fa […]

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