Il supposto sequel spirituale di Planescape: Torment

Torment Tides of Numenera

A partire da oggi è possibile giocare su Steam una versione non completa di Torment: Tides of Numenera, titolo di inXile finanziato su Kicksterter che promette di essere una sorta di sequel morale del famoso Planescape: Torment, RPG isometrico di Black Isle Studios uscito nel 1999.

 

 

La versione in accesso anticipato di Torment: Tides of Numenera è in vendita per 45$; contiene attualmente circa 10 ore di gioco, su un totale di circa 50 previsto per la release finale, e gli sviluppatori avvisano della presenza di bug. Il titolo è in discreto ritardo sulla tabella di marcia originale, considerando che la data d’uscita prevista ai tempi della campagna di raccolta fondi era dicembre 2014.

Riguardo questa release in particolare, poi, si sta generando una discreta discussione tra i finanziatori su Kickstarter, che non riceveranno un codice per l’accesso anticipato a meno di non avere pagato abbastanza da essersi guadagnati l’accesso esclusivo alla “beta” del gioco, iniziata neanche una settimana fa (e quindi, esclusivamente parlando, già finita), venduto su Kickstarter per 75$ assieme al titolo o ottenibile aggiungendo 20$ ad un altro tier oscillante tra i 20$ ai 60$, e finendo quindi per pagare nel migliore dei casi quanto i nuovi acquirenti su Steam e nel peggiore molto di più. Durante la campagna Kickstarter non era mai stato promessa esplicitamente la possibilità di accedere in Early Access su Steam al titolo, quindi inXile non ha mancato alle promesse fatte, ma tutta la questione è stata posta in termini abbastanza vaghi, e nella realtà odierna, dove l’Early Access è assimilato più ad un pre-lancio del prodotto finito che ad una “beta” interna ed esclusiva, è perfettamente comprensibile che si siano generate confusione e polemiche.

 

Vedremo comunque come si concluderanno i lavori su Tides of Numenera, la cui uscita è ora prevista per PC in data da destinarsi.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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