Dopo un articolo per specificare quanto i videogiochi siano maturati davvero, tanto che siano iniziati ad arrivare produzioni letterarie di un certo spessore e qualità, non potevano mancare gli articoli volti ad analizzare questi libri in maniera più specifica.

Come già messo in chiaro, la maggior parte delle volte i libri dedicati ai videogames faticano parecchio a conquistare posti di rilievo nelle librerie, soprattutto per via di una scrittura non sempre impeccabile e per gran parte dei casi per colpa di scelte commerciali non azzeccate. Mi riferisco al voler a tutti i costi trarre sempre più profitto da ogni singola cosa dedicata ad una saga famosa, compresi i libri.

Il panorama è cambiato. Finalmente qualche scrittore talentuoso ma comunque agli albori si fa avanti e riesce ad acquisire popolarità in modo eccelso, onorando il videogioco da cui vuole trarre il libro. Non è questo però il caso, mi riferisco tuttavia allo scrittore: non è agli albori.

John Shirley è famoso nell’ambito dell’horror grazie ad alcuni suoi contributi alla cinematografia moderna (da citare la sceneggiatura de “Il Corvo”, da lui scritta), oppure per la sua effimera notorietà nel mondo della musica. John Shirley poi bazzica nell’ambito dei videogiochi da un bel po’, perciò il suo ruolo è azzeccato. Inoltre lui stesso dice: “Penso che i cinema, videogiochi, fumetti, libri e teatro siano forme d’arte che si incrociano continuamente senza escludersi”. Come non essere d’accordo?

John Shirley dunque può vantarsi della sua maestria nel combinare elementi horror e splatter senza scadere nel “già visto”. Un altro motivo per affidare a lui l’arduo compito di concedere ai fan di BioShock il libro che si meritano. Nonostante il lungo travaglio.

Questo libro si è fatto attendere parecchio. I pretesti per creare un romanzo dedicati alla città sottomarina, in effetti c’erano tutti. Questo però non è bastato a permetterne la pubblicazione in tempi brevi. Il libro è stato soggetto a moltissimi rimandi. L’uscita è stata posticipata per almeno due anni, lasciando i fan di BioShock ogni volta a bocca asciutta. E quando dico “i fan di BioShock”, intendo soprattutto il sottoscritto. Ah, quante volte mi sono recato in libreria, con il tagliandino pubblicitario alla mano, a chiedere timidamente se fosse presente il tanto agognato libro! E quante volte ancora mi sono dovuto sorbire la risposta: “Nel computer è presente, ma non ce l’abbiamo”, dovendo andare a casa a controllare ogni volta che la data di uscita fosse effettivamente giusta, sforzandomi di darmi la colpa! Semplicemente, il libro non voleva arrivare. Addirittura un fan italiano ha decio di scriverselo da sè, il libro, pubblicandolo quindi gratuitamente online.

Comunque, è uscito. E non è niente male.

Prima peculiarità del romanzo in questione, è la coraggiosa voglia di offrire veramente quel “qualcosa in più” di una saga, che potrebbe spingere i fan ad acquistarlo. Non è nato con l’intento di “prendi i soldi e scappa”, tipico di molte case editrici. E questo lo si nota subito.

Il libro mette in scena il “ciclo vitale” di Rapture stessa. La vera protagonista, infatti, è la città sottomarina. Questo giustificherebbe il titolo. Ma come fa la città ad essere protagonista di un romanzo? In “BioShock: Rapture” viene fatta luce su molti degli eventi tenuti nascosti o poco chiari avvenuti in fondo al mare. Ma soprattutto potremo assistere alla nascita, sviluppo ed infine degrado della città. In un modo piuttosto particolare.

Il libro ripercorrerà gli eventi precedenti sia BioShock che BioShock 2. La parte più bella sta nel fatto che anche non avendo giocato i giochi si potrà godere dell’ambientazione e della trama. Meglio specificare però che leggendo il libro prima di aver giocato i titoli, si incapperà in spoiler davvero gravi che potrebbero rovinare in maniera notevole la trama principale.

Salta subito all’occhio come la narrazione si concentri ogni volta su personaggi diversi. La “regia” non fa altro che saltare da un personaggio all’altro, dandoci ogni volta punti di vista differenti. Questo ci permette quindi di scoprire quello che passava per la testa ad ogni abitante degno di nota, in un modo del tutto simile al sistema dei “Audio-Diari” presenti nei due giochi.

Si inizierà dunque dai pensieri di Andrew Ryan, ricco magnate alla ricerca di un’utopia personale dove riporre le speranze dell’umanità, partendo tuttavia da un sistema politico decisamente più “libero” di quello americano e basato unicamente sulla competizione del mercato. Ryan crea Rapture, investendo tutti i suoi capitali. Nonostante questo sia il perno dove ruota la trama (spiegata da me in modo davvero sommario), si può dire che il protagonista sia Bill McDonagh, personaggio conosciuto nel gioco solo per vari motivi, nonchè effettivamente migliore amico di Andrew Ryan. Analogamente alla città, Bill crescerà insieme a Rapture e così la sua carriera.

Come già accennato, quello che fa di “BioShock: Rapture” un buon libro sono senz’altro i personaggi. Sfogliando le pagine del romanzo ci si accorge di come ogni volta un personaggio offra un nuvo modo di vedere la città. Ci sono i ricchi e i poveri, i visionari e i pazzi. Sta al lettore interpretare però il tutto. Quello che può sembrare irragionevole per qualcuno potrebbe essere assolutamente giustificato per qualcun altro. In un certo senso l’anima stessa del gioco è stata trasmessa nelle pagine.

Un’altra cosa bella è forse la “miscela” creatasi con le due trame dei videogiochi perfettamente amalgamate tra loro, rispettando i tempi e le date di ogni evento. Sembra tutto così plausibile, ragionando nel mondo marino. Ci sono persino gli incipit e le motivazioni che hanno spinto i personaggi a fare quello che hanno fatto nei videogiochi, il tutto prima che il giocatore facesse la sua comparsa (i riferimenti ai personaggi stessi interpretati dal giocatore si sprecano).

Il tempo della narrazione è senza ombra di dubbio gestito davvero bene. Innanzitutto la narrazione stessa è davvero veloce. Gli anni passano in fretta, proprio come se dovessimo seguire l’andamento di una città. E forse questo è l’elemento che sorprende di più: il declino graduale di Rapture. Potremmo ritrovarci a fine libro, ma soltanto guardandosi dietro accorgerci di come la città sia peggiorata. Tutto questo è permesso da delle brevi introduzioni ad ogni cambio di scena, che ci indicheranno luogo e tempo dove si svolgono i fatti, in modo chiaro e conciso.

Una menzione d’onore va fatta per la descrizione di alcune delle cose che intralciano i libri sui videogiochi, come i combattimenti, o il mero splatter. John Shirley in questo campo è maestro, si è quindi alcune volte scomodato e si è ricordato di descrivere i più macabri dettagli dovuti ad uccisioni o squartamenti, giusto per arricchire la scena sempre di più.

Se non fosse per alcune incertezze in alcuni frangenti dovuti alla monotomia della scena, “BioShock: Rapture” potrebbe benissimo essere considerato perfetto, nell’ambito dei VGL (VideoGiochi da Leggere). Si tratta senza dubbio di un romanzo che non solo può finalmente competere con altri romanzi non appartenenti al mondo dei videogiochi, ma può buttare giù dal trono libri appartenenti a saghe ben più famose.

A parer mio questo libro si è guadagnato il tanto agognato titolo di “Prequel Letterario”. Un Must Buy per tutti i fan di BioShock e BioShock 2.

 

Jake Joke
Questo utente è troppo pigro o troppo impegnato a giocare per completare il suo profilo.

Lascia un commento