Lo spin-off del franchise di Techland non lascerà mai l'Early Access.

Dead Island Epidemic

Gli sviluppatori di Dead Island: Epidemic, spin-off della serie di Techland, hanno annunciato un paio di giorni fa la decisione di terminare lo sviluppo del titolo. I server verranno chiusi definitivamente il 15 ottobre 2015, data oltre la quale nessuno sarà più in grado di giocarci.

 

Cari giocatori,

Sin dall’inizio della Closed Alpha e per tutta la Closed Beta e la Open Beta, abbiamo ricevuto enormi quanità di critiche costruttive e feedback incoraggianti dai nostri giocatori. Tutto questo ha avuto un valore inestimabile per tutti i team coinvolti nello sviluppo del gioco.

Durante le scorse settimane e mesi abbiamo valutato come procedere con lo sviluppo di Dead Island: Epidemic e abbiamo studiato il possibile futuro del gioco. Siamo dispiaciuti di annunciare oggi che siamo giunti alla conclusione di terminare lo sviluppo.

Lasceremo i server accesi fino alla termine del 15 ottobre (fuso orario del Pacifico), periodo in cui attueremo un fortissimo sconto su tutti i personaggi e i boost per dare a tutti una possibilità di spendere i fondi residui per personaggi e oggetti che magari avreste voluto provare ma non avete mai potuto.

Vogliamo ringraziare tutti quanti per il supporto, il feedback e il tempo passato giocando a Dead Island: Epidemic! Il gioco non sarebbe stato lo stesso senza di voi.

Firmato,
Il team di Dead Island: Epidemic

 

Il mercato dei MOBA e continua dunque a dimostrarsi un terreno estremamente difficile da calcare, dove persino prodotti con un discreto budget e una buona ricezione critica (penso anche a Dawngate) rischiano di finire velocemente nella polvere.

Epidemic era entrato in Early Access su Steam a maggio 2014, e a inizio dicembre era iniziata l’Open Beta. Stando alle statistiche tracciate da Steam, dopo un primo boom di accessi corrispondente all’inizio dell’Open Beta il numero di giocatori è colato inesorabilmente a picco, e neppure con la fine dell’estate le cose sembravano risollevarsi minimamente.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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