Dopo i Paesi Bassi (che, come avevamo detto la scorsa settimana, hanno intimato ad alcuni sviluppatori di rimuovere le loot box dai propri prodotti in quanto gioco d’azzardo senza licenza), anche il Belgio si schiera contro le casse premio nei videogiochi, e lo fa con ancora più decisione.
Stando a quanto riporta il suo stesso sito ufficiale, ad esprimersi in merito è stato direttamente il Ministro della Giustizia belga, Koen Geens, dopo una “attenta indagine”. Il testo integrale è più che comprensibile con una semplice passata verso l’inglese su Google Translate, ma in sostanza sono stati presi in esame quattro titoli AAA (in quanto “videogiochi che raggiungono milioni di persone in tutto il mondo e sono spesso prodotti da grandi studi”): Star Wars: Battlefront II, Overwatch, FIFA 18 e Counter-Strike: Global Offensive.
Battlefront (che ha modificato il proprio sistema di microtransazioni scollegandolo completamente dalle loot box e da ogni struttura con elementi di casualità) ne è uscito “pulito”, ma gli altri tre sono stati valutati contenere sistemi equiparabili al gioco d’azzardo in base alle leggi belghe. Stando allo stesso codice penale belga, questi titoli dovrebbero ora rimuovere le proprie loot box oppure essere rimossi totalmente dalla vendita nel paese, altrimenti i loro distributori potrebbero rischiare fino a 10 anni di prigione e 1’600’000€ di multa (pene entrambe doppie rispetto al normale in quanto sono coinvolti dei minori).
Il braccio di ferro fra l’industria videoludica e alcuni stati si fa quindi ancora più acceso, e cosa succederà ora è sempre più difficile dirlo. Se la reazione a catena di prese di posizione contro le loot box continuerà, prima o poi i publisher saranno costretti a capitolare; d’altra parte, il rischio è che queste azioni si fermino a pochi mercati “minori”, e si opterà per bloccare semplicemente le transazioni online all’interno di quei paesi senza alterare le strutture dei prodotti per il resto del mondo.