More than meets the eye

Forse avete sentito che ZeniMax Media, la società proprietaria di id Software e Bethesda Softworks, aveva minacciato di intentare causa a Oculus per il visore Oculus Rift. Oculus ha risposto picche a qualsiasi riconciliazione o mediazione, e la causa alla fine è arrivata, consegnata ad un tribunale ieri, 21 maggio 2014.

Dando una rapida occhiata al lunghissimo elenco di contestazioni fatte da ZeniMax, la cosa mi sembra abbastanza seria e per niente campata in aria.

 

 

Per la versione integrale del documento (in inglese) potete guardare qui, io ne prenderò alcuni estratti che tradurrò in italiano, stando ovviamente molto attento nel limite delle mie conoscenze a non alterare le sfumature legali della formulazione.

 

Sotto un vincolante Non-Disclosure Agreement, ZeniMax ha fornito ai Convenuti [termine giuridico, leggasi “Oculus”] l’accesso ad alcune proprietà intellettuali sviluppate da ZeniMax dopo anni di ricerca e investimento. Queste proprietà intellettuali di un certo valore includevano codice per compter coperto da diritto d’autore, informazioni sotto segreto industriale e conoscenze tecniche pratiche. Il Non-Disclosure Agreement comunica esplicitamente che quelle proprietà intellettuali di ZeniMax sono riservate, di proprietà esclusiva di ZeniMax e che non possono essere mostrate a o usate da qualsiasi parte terza senza previa autorizzazione scritta di ZeniMax. I Convenuti hanno illegalmente preso quelle proprietà intellettuali di ZeniMax e le hanno sfruttate commercialmente per proprio tornaconto. I Convenuti ora sono nelle condizioni di guadagnare miliardi di dollari grazie alle proprietà intellettuali di ZeniMax. I Convenuti non hanno mai ottenuto una licenza per l’uso delle proprietà di ZeniMax, né alcun diritto di vendere o trasferire suddette proprietà a parti terze.

(…)

Oculus ha usato tecnologie hardware e software di ZeniMax per creare un software development kit (“SDK”) per il Rift e per sviluppare, modificare e regolare l’hardware del Rift. Un SDK permette ai programmatori di fare uso di un nuovo hardware, fornendo loro le specifiche tecniche con cui un computer comunica con quell’hardware, nonché un codice che permette di usare le funzioni dell’hardware. ZeniMax ha progettato le specifiche e le funzionalità all’interno dell’SDK del Rift e ha diretto il loro sviluppo.

(…)

Il 23 giugno 2009 ZeniMax ha acquisito id Software, un leader riconosciuto nello sviluppo di vari franchise videoludici, nelle tecnologie di grafica computerizzata tridimensionale (3D) e in motori grafici per videogiochi. I franchise di id Software includono i popolari giochi “DOOM”,”Quake”, “Wolfenstein” e “RAGE”. Tramite l’acquisizione di id Software, ZeniMax ha acquisito il diritto, il titolo e l’interesse palesi e liberi da vincoli su tutte le proprierà intellettuali e gli asset dei franchise di id Software.

(…)

Carmack ha anche accettato che ZeniMax sarebbe stata l’autrice e proprietaria di ogni opera copribile da diritto d’autore che lui avrebbe realizzato per fini legati alla sua attività lavorativa.

(…)

Nel 2012 alcuni dipendenti di ZeniMax, tra cui Carmack, avevano accumulato una conoscenza tecnica riservata di grande valore, nonché informazioni sotto segreto industriale su come sviluppare, combinare e ottimizzare hardware, firmware e software per un’esperienza di realtà virtuale migliore e competitivamente vantaggiosa (la “Tecnologia VR”).

(…)

Nell’aprile 2012 Carmack scoprì tramite un forum su internet che Luckey aveva costruito un basilare visore, che aveva chiamato il “Rift”. Fino ad allora Luckey – all’epoca uno studente in età da college – aveva provato a sviluppare un display 3D migliore. Ma nonostante più prototipi e discussioni con altri appassionati di 3D e realtà virtuale, Luckey non aveva mai realizzato un display funzionale, e gli mancavano le conoscenze tecniche per realizzarne uno. Carmack contattò Luckey per ottente un prototipo di Rift. Luckey si sentì lusingato dall’interesse di Carmack, e inviò un prototipo di Rift all’ufficio di Carmack presso ZeniMax, in Texas.

Negli uffici di ZeniMax Carmack ha valutato, analizzato e iniziato a modificare il prototipo di Rift utilizzando la Tecnologia VR di ZeniMax. All’epoca il Rift era solo un prototipo grezzo. Poco più che un display, non aveva niente per tenerlo attaccato alla testa, software specifico per la realtà virtuale, sensori motòri integrati e altre componenti fondamentali e capacità basilari necessarie per creare un prodotto impiegabile.

Carmack fece modifiche drastiche al prototipo di Rift basandosi su anni di precedenti ricerche presso ZeniMax. Tra gli altri miglioramenti, Carmack identificò, applicò e sviluppò soluzioni proprietarie per gestire i problemi relativi a campo visivo, centro di proiezione e aberrazione cromatica; aggiunse sensori progettati su misura e altro hardware; e programmò un software per ridurre la latenza e per prevenire distorsioni.

(…)

ZeniMax e Luckey si aspettavano che le dimostrazioni del Rift modificato avrebbero attirato una notevole attenzione nel pubblico e nell’industria. Per far sì di proteggere la propria Tecnologia VR proprietaria, ZeniMax rese esecutivo un non-disclosure agreement con Luckey, entrato in vigore il 24 maggio 2012 (il “Non-Disclosure Agreement”).

(…)

Nel giugno 2012 i Convenuti hanno lavorato per commercializzare il Rift modificato, preparandosi ad offrire una prima edizione del Rift tramite “Kickstarter”, un sito internet di raccolta fondi. Per promuovere il progetto del Rift su Kickstarter, i Convenuti prevedevano di creare un video dimostrativo delle capacità del visore Rift, inclusi i miglioramenti che ZeniMax aveva apportato al Rift.

(…)

Per allora [26 luglio 2012] Carmack aveva avvisato Luckey: “È molto importante che tu NON usi nulla che possa essere interpretato come una proprietà di ZeniMax nella promozione del tuo prodotto. Mostrare il mio lavoro di ricerca e sviluppo con materiali di Rage non andrebbe bene, ad esempio.”

Luckey rispose “Mi assicurerò che non mostreremo la demo di Rage nel Kickstarter, ma c’è qualche possibilità che possiamo nominare o mostrare una breve clip da Doom3/BFG Edition?” ZeniMax rifiutò la richiesta di Luckey, dicendogli che poteva usare solo informazioni di dominio puibblico per il materiale promozionale per Kickstarter.

Il 1 agosto 2012 Luckey lanciò la campagna Kickstarter di Oculus. La cifra a cui si puntava era di $250’000. La pagina su Kickstarter includeva un video di 5 minuti che descriveva il visore Rift modificato.

In plateale inosservanza dei diritti di ZeniMax, i Convenuti hanno usato la proprietà intellettuale di ZeniMax nel video su Kickstarter. Il video include diverse clip che mostrano “DOOM 3: BFG Edition” visto attravero il visore Rift modificato. Il video usava anche “DOOM 3: BFG Edition” per promuovere il Rift modificato mostrando, senza autorizzazione, il logo di proprietà di ZeniMax di “DOOM 3: BFG Edition” come primo titolo compatibile con Oculus. Inoltre, nonostante la mancanza di qualsiasi accordo commerciale con ZeniMax, i Covnenuti hanno promesso che alcuni sostenitori della campagna su Kickstarter avrebbero ricevuto copie del gioco di ZeniMax “DOOM 3: BFG Edition” con supporto per il Rift modificato.

(…)

Il 27 settembre 2012 Oculus ha inviato il suo più recente “prospetto per gli investitori” a ZeniMax. Il prospetto, che Oculus utilizzava o intendeva utilizzar per reclutare nuovi investitori, includeva John Carmack in qualità di “consigliere/promotore” e usava il logo di id Software accanto al nome di Carmack. Né Carmack né id Software avevano autorizzato la presenza dei loro nomi e logo nel prospetto, e nessuno dei due aveva promosso ufficialmente il Rift. Il prospetto includeva anche il logo di “DOOM” in diverse pagine. I loghi di altri giochi di ZeniMax erano inclusi nel prospetto di Oculus senza il permesso di ZeniMax, e in piena inosservanza delle direttive di ZeniMax di non utilizzare proprietà di ZeniMax per promuovere il Rift.

Il prospetto di Oculus includeva anche una “product roadmap” che mostrava che i franchise “DOOM 3: BFG Edition” e “Skyrim” di ZeniMax sarebbero stati resi compatibili col Rift. ZeniMax non aveva nessun accordo a riguardo con Oculus.

(…)

Il 19 ottobre 2012 ZeniMax ha fatto una contro-proposta ad Oculus, accettando di fornire supporto da lì in avanti, incluso gran parte del supporto richiesto da Oculus, nonché una licenza per la Tecnologia VR di ZeniMax che era stata mostrata in seguito al Non-Disclosure Agreement. In cambio, ZeniMax avanzava i propri diritti su una maggiore porzione del capitale di Oculus, per riflettere i passati e presenti contributi da parte di ZeniMax.

Il 13 novembre 2012 Oculus rispose a questa contro-offerta, affermando che la proposta di ZeniMax “è talmente fuori da ogni logica che ci chiediamo se ci sia qualche speranza.”

(…)

A metà gennaio 2013 Oculus ha tenuto una dimostrazione del Rift – ora con dentro ancora più Tecnologia VR di ZeniMax – alla convention industriale Computer Electronics Show (“CES”). Oculus usava Tecnologia VR di ZeniMax senza il permesso di ZeniMax e in totale noncuranza delle direttive di ZeniMax di non usare proprietà di ZeniMax per promuovere il Rift. Luckey si presentava sempre di più ai media e al pubblico come il lungimirante sviluppatore della Tecnologia VR del Rift, che in realtà era stata sviluppata da ZeniMax senza la collaborazione di Luckey.

Il 22 gennaio 2013 Oculus ha iniziato nuovi sforzi per ottenere finanziamenti, e ha di nuovo invitato ZeniMax ad investire più soldi e risorse in Oculus. L’offerta di Oculus non forniva ancora nessun pagamento per i contributi che ZeniMax aveva già dato. Oculus continuvava ad usare la Tecnologia VR di ZeniMax senza autorizzazione o permesso di farlo. I Convenuti continuano a promuoversi come gli sviluppatori e i proprietari della rivoluzionaria Tecnologia VR di ZeniMax.

(…)

Alla luce del rifiuto dei Convenuti di aprire una trattativa seria con ZeniMax, ZeniMax ha istruito Carmack di smettere di fornire informazioni proprietarie o altra assistenza tecnica ad Oculus fino a quando un accordo economico soddisfacente non fosse stato raggiunto tra Oculus e ZeniMax.

Invece di ripagare ZeniMax per l’uso delle sue proprietà intellettuali, i Convenuti hanno quindi cercato di ottenere ulteriori conoscenze tecniche sulla realtà virtuale assumento in Oculus dipendenti di ZeniMax, inlcuso Carmack.

Il contratto di impiego di Carmack con ZeniMax è terminato nel giugno 2013. Carmack ha conseguentemente informato ZeniMax che non avrebbe rinnovato il proprio impiego presso id Software.

(…)

Nell’agosto 2013 Oculus ha annunciato che Carmack si era unito ad Oculus in qualità di Chief Technical Officer.

(…)

Oculus continua ad assumere ex-impiegati di ZeniMax che avevano avuto accesso alle proprietà intellettuali di ZeniMax.

 

 

Il documento va avanti, e ho saltato delle parti, ma penso basti e avanzi per capire la sostanza. ZeniMax afferma di avere avuto un ruolo fondamentale tanto nella creazione di quello che è diventato fisicamente Oculus Rift quanto nella costruzione della fama e del successo di Oculus, il tutto in modo informale, subendo continui smacchi legali e senza mai venire ricompensata da Oculus, che ha più volte sviato la proposta di trovare un accordo definitivo e che nel frattempo ha usato senza autorizzazione prodotti di ZeniMax per pubblicizzarsi e lavorare ai prototipi. Quando ZeniMax si è rifiutata di continuare questa collaborazione, Oculus ha quindi iniziato ad assumere dipendenti di ZeniMax, che avrebbero anche una volta lasciata l’azienda continuato ad usufruire di materiale coperto da segreto del loro ex datore di lavoro per far proseguire i lavori presso Oculus, in contrasto coi loro vecchi contratti.

Riassunto semplice: “Noi vi abbiamo cortesemente teso la mano e abbiamo sopportato tutte le vostre ingerenze. Voi vi siete presi il braccio, ce lo avete staccato per continuare a usarlo senza che potessimo ritrarlo e non ci avete mai dato un accidenti in cambio.” “E poi vi ha comprato Facebook per due miliardi”, aggiungo io.

 

Non sono un avvocato, ma mi sembra evidente che i legali di ZeniMax non si stiano arrampicando sugli specchi, e che ci sia molto materiale degno di essere preso sul serio. Non si tratta solo di vaghe allusioni al fatto che Carmack starebbe ora usando materiale sottratto quando lavorava presso id Software, come sembrava e Oculus stesso aveva fatto sembrare in un primo momento. La storia è ben più lunga e piena di punti oscuri che fino ad ora non erano mai emersi e che non mettono Oculus in una bella luce, dal principio del progetto fino ai tempi più recenti.

Mi viene da chiedermi se farsi comprare da Facebook non sia stato, tra le altre cose, un modo per mettersi al riparo da una causa molto difficile da vincere che si sapeva già prima o poi sarebbe arrivata. Perché ora, di fatto, tutta questa storia se la devono gestire i legali di Facebook, Oculus non esiste più come società autonoma.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

1 Responses to “La causa tra ZeniMax e Oculus si fa seria”

  1. […] di due anni fa ZeniMax (la compagnia proprietaria tra le altre di Bethesda e ID Software) aveva intentato una causa civile ad Oculus VR per presunte violazione di accordi e sottrazione di segreti […]

Lascia un commento