Una grande incognita

AGGIORNAMENTO:

Dopo alcuni mesi di sviluppo abbiamo scritto una nuova pagina di impressioni sul gioco, che trovate qui.

 

ARTICOLO ORIGINALE:

The Forest è uscito su Steam in forma di acquisto Early Access un paio di settimane fa. Ho provato il gioco per alcune ore, e queste sono le mie primissime impressioni sull’attuale versione (Alpha 0.02).

 

the forest alpha 2

Sopravviveremo alla foresta?

 

L’idea

The Forest è un gioco survival open world horror in prima persona. Si inserisce in una variante strana del genere, con pochi esponenti e nessuno davvero di rilievo (penso ora a Miasmata), e le intenzioni sono chiaramente quelle di fare meglio di tutti gli altri titoli simili visti fino ad oggi.

La partita inizia con lo schianto dell’aereo su cui sta viaggiando il protagonista, un uomo che non parla mai, di cui non vediamo il volto e di cui non sappiamo niente se non che suo figlio, in aereo con lui, viene rapito dagli strani abitanti dell’isola.

 

Si esce dall’aereo (che ha più di un possibile “punto di schianto”, scelto casualmente ad ogni nuova partita) e si è letteralmente liberi di esplorare l’ambiente circostante e iniziare a darsi da fare. Non ci sono obiettivi, missioni, niente. Si ha un libro con un elenco di oggetti che si possono costruire, e per cui ovviamente bisogna recuperare i materiali dall’ambiente. Si hanno un contatore della fame, una salute, un’energia e quella che credo sia un indicatore per le malattie. L’inventario può contenere oggetti di ogni tipo in numero limitato, e anche solo per cambiare arma bisogna aprirlo, senza però mettere in pausa il gioco.

Come il titolo fa intuire, l’isola in cui si è finiti è più che altro boschiva – a clima stranamente poco tropicale e più centro-europeo che altro. Gli alberi e la foresta sono componenti importanti del gameplay, in quanto la legna è una delle risorse indispensabili per costruire, e dovrete procurarvela tagliando gli alberi. Non costruite però solo “edifici”, ma anche oggetti, combinando quello che avete con voi; ad esempio, una bottiglia di alcolici e un lembo di stoffa producono una molotov.

 

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Il gioco non si mette in pausa. Mai. Ma dormendo la partita viene salvata.

 

The Forest è un vero survival, anche se non punta ad esagerare nel realismo di ogni singolo aspetto che questo potrebbe implicare. Significa che bisogna mangiare periodicamente, stare vicino ad un fuoco quando è notte e piove per non congelarsi, lavarsi se si è sporchi di sangue perché si potrebbero contrarre delle infezioni, cucinare la carne cruda… Come dicevo, comunque, non cerca di coprire ogni possibile sfumatura insita nel termine “sopravvivere”, né di complicare troppo le cose. Non c’è un indicatore della sete, se si viene feriti non c’è nessun tipo di sanguinamento e si recupera vita semplicemente assumendo medicinali o mangiando… il risultato è una strana via di mezzo, un survival “irrealistico” ma veramente improntato sulla sopravvivenza.

Non dovete però lottare solo contro la fame e l’ambiente. L’isola è abitata da una strana popolazione indigena apparentemente umana (anche se in alcune grotte troverete cose decisamente non umane…), una civiltà di tipo tribale che pattuglia costantemente l’ambiente, soprattutto di notte, e se vi trova cercherà di uccidervi a vista. Ci si può proteggere costruendo totem fatti con pezzi dei loro corpi, che li terranno relativamente a bada, oppure ci si può arrischiare ad affrontarli in combattimento (anche perché i pezzi dei corpi da qualche parte dovrete pur prenderli, no?).

 

Il mondo ha un ciclo giorno-notte e climatico automatico. Di giorno si vede ovviamente meglio, e gli indigeni sono più radi (ma non assenti), motivo per cui conviene costruire e fare provviste. Di notte la partita si trasforma letteralmente in un assedio, con un numero ben superiore di indigeni a cui bisogna fare fronte in qualche modo.

 

the forest alpha 4

Una parete di legno inclinata, un fuoco da campo, tre pire di cadaveri ardenti. Casa dolce casa.

 

Se si muore, anche per “cause ambientali”, si viene trasportati in una delle caverne degli indigeni dell’isola, da cui bisogna quindi prima di tutto uscire e poi cercare di rimettersi in carreggiata con la sopravvivenza. Se si muore una seconda volta, la partita finisce. Così, almeno, funziona al momento.

 

Le speranze

Il gioco dà l’idea di poter diventare molto solido, se rifinito a sufficienza e con criterio. Al momento la partita va forse troppo di corsa in tutto, ma il sistema di crafting è molto interessante e già abbastanza ben implementato, e la parte survival ha un numero sufficiente di sotto-componenti da farmi immaginare ci si possa giocare molto bene il bilanciamento a lavoro finito.

Gli sviluppatori hanno promesso l’introduzione prima o poi di una modalità “tranquilla”, senza indigeni, e quella da sola promette di funzionare bene, anche se non riesco ad immaginarle una gran longevità.

 

Anche il comparto grafico e quello sonoro sono molto promettenti, e offrono già elementi di grandissima qualità (le luci, modelli e texture, ma soprattutto le animazioni di tutto, da un varano che scappa ad un indigeno colpito in corpo a corpo).

 

the forest alpha 5

Molti ambienti vanno rivisti e sistemati, ma la tecnologia dietro al comparto grafico di sicuro non manca.

 

I dubbi

È evidente come sulla componente horror si stiano ancora prendendo le misure. Si può decisamente combattere contro gli indigeni, e finché sono un paio li si può uccidere con estrema facilità, il che rende gli inconti più frustranti perché così frequenti che altro. Sommateci che il gioco non offre veri strumenti per “evitarli”, e non ci sono apparentemente zone dell’ambiente abbastanza fuori mano da garantire un rifugio sicuro. Gli unici modi per sopravvivere più di venti minuti ai cannibali, al momento, sono essere dei maestri col sistema di corpo a corpo oppure barricarsi con una parete di roccia alle spalle e dei totem fatti di pezzi dei loro corpi davanti, che li terranno a distanza finché non se ne andranno da soli o arriverà giorno, che rende tutto più un esercizio di pazienza che altro.

Non dubito che si possa trovare un migliore bilanciamento tra la componente survival pura e cruda e quella horror, ma siamo ancora lontani dall’averne una prova tangibile. Per adesso l’isola dà l’impressione di essere decisamente sovrappopolata per “fare paura”, ma soprattutto questo distrae da tutto il resto della componente survival, che invece sarebbe molto più interessante se resa almeno un po’ una sfida di per sé.

 

Stato dei lavori

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No, non è uno “scatto pericoloso”. Era fermo lì ad ansimare da più di 20 secondi. E aveva tutta l’intenzione di rimanerci ancora.

 

The Forest è uscito su Steam solo da un paio di settimane, e si vede. L’ottimizzazione è già sorprendentemente buona, ma mancano ancora svariate feature, ci sono tantissimi bug e glitch e alcuni ambienti vanno completamente sistemati.

Non è che abbia molto da dire: non è neanche vicino all’essere finito, ma è già relativamente giocabile. Ricordiamoci che c’è ancora tantissimo tempo a disposizione.

 

La mia impressione generale

The Forest vuole essere qualcosa di abbastanza unico, e come tutti i titoli unici è molto difficile immaginarsi solo da quello che si legge sulla carta se funzionerà davvero o se si incontreranno degli ostacoli concettuali difficili da superare senza operare degli stravolgimenti altrove.

Faccio molta fatica a dire ora a che livello finale il gioco possa puntare, anche assunto che il team lavori davvero. Non sono ancora state gettate tutte le basi necessarie a definire il gameplay, non sarà solo “lavoro manuale” da qui in avanti, ci sono ancora svariati nodi per niente banali da sciogliere. Il resto dello sviluppo si profila impegnativo, e metterà davanti a scelte e sfide i cui esiti non sono così ovvi.

Si sente che c’è un titolo con tanto potenziale nascosto qui sotto, ma non mi sbilancio su quanto di quel potenziale sia possibile estrarre davvero, e a che prezzo.

 

the forest alpha 1

Ci sarà da lavorare tanto e con intelligenza per dare una forma più funzionale e coerente al mescolone caotico di buone idee che è al momento il gioco.

 

Nei prossimi mesi tornerò di nuovo su The Forest, per tenervi aggiornati sull’andamento dello sviluppo.

Per oggi, se non ci sono dubbi o domande a cui (spero di poter) rispondere, io avrei finito.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

2 Responses to “The Forest – Primissime impressioni (Alpha 0.02)”

  1. […] Avevo già parlato del gioco per sommi capi poco dopo l’uscita – articolo che vi consiglio di leggere prima di questo per capire meglio di cosa parlo – ma credo che sia ora di scrivere un aggiornamento. […]

  2. Daniele ha detto:

    “Per adesso l’isola dà l’impressione di essere decisamente sovrappopolata per “fare paura”, ma soprattutto questo distrae da tutto il resto della componente survival, che invece sarebbe molto più interessante se resa almeno un po’ una sfida di per sé.”

    Hai detto tutto, sei l’unico recensore tra quelli che ho letto che ha capito questo importante aspetto di The Forest.

    Se ti interessa, stiamo sviluppando un Survival incentrato sulle meccaniche e sotto-meccaniche di sopravvivenza, si chiama DinoSystem.

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