Nuove IP o vecchie conoscenze?

Come riportato da GameInformer, Ubisoft ha annunciato di avere in programma di 5 titoli AAA nel corso dell’anno fiscale 2015/2016 (cioè dal 1 aprile 2015 al 31 marzo 2016).

 

 

Tre di essi sono inconfondibili: Assassin’s Creed Victory, confermato appunto per fine 2015 come d’abitudine, The Division e Rainbow Six: Siege (che è stato ribadito ancora una volta usciranno entro aprile 2016 – ma un rinvio più tardi non è comunque impossibile).

Ora come ora mi vengono in mente anche un paio di altri titoli che saranno pubblicati da Ubisoft, ma non so se possiamo considerarli AAA. Il primo è ovviamente Heroes of Might and Magic VII, ma c’è anche Toy Soldiers: War Chest, che stacca la serie da Microsoft e diventa multipiattaforma appunto con Ubisoft. Con ogni probabilità arriverà anche un nuovo Just Dance o qualcos’altro di simile, ma non chiedetemi di più a riguardo perché in tutta onestà non lo saprei, come non so se vada visto come AAA o cosa.

Mi sembrano invece molto improbabili nuovi capitoli di Watch Dogs e Far Cry a così poco tempo dai precedenti. Del primo inizierei a parlarne da metà/fine 2016, e per il secondo servirà probabilmente anche di più.

 

Passando alla speculazione libera, da alcuni mesi appaiono indizi su un possibile sequel di ZombiU, titolo horror creato in esclusiva per l’ultima console fissa di Nintendo. Sempre accenni e poco più puntano anche ad un imminente ritorno di Prince of Persia e all’arrivo dell’ormai mitologico sequel di Beyond Good and Evil.

Non dimentichiamoci poi che Ubisoft è proprietaria tra gli altri di Rayman, Splinter Cell, Ghost Recon, e Driver, tutti nomi assolutamente papabili per un AAA ancora non annunciato in uscita a fine 2015 o inizio 2016.

 

Oppure potrebbe trattarsi più semplicemente di nuove IP, al che staremmo sprecando fiato per niente.

 

 

Temo dovremo aspettare come minimo l’E3 2015 per un quadro definitivo della situazione, quindi se ne riparla a giugno.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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