Benché il gioco base sia teoricamente ancora in Early Access

Ark Scorched Earth

Con una mossa che non ha probabilmente precedenti – ma si lascia anche alle spalle una certa confusione e apre diversi interrogativi – è ora disponibile all’acquisto su Steam un DLC per ARK: Survival Evolved, intitolato ARK: Scorched Earth.

Scorched Earth introduce una nuova mappa, delle nuove creature e delle nuove meccaniche di gioco. Viene venduto per 20€.

 

La cosa curiosa è che ARK stesso è, teoricamente, un titolo in Early Access.

 

 

Prima di continuare a leggere sappiate che non possiedo e non ho mai giocato ARK: Survival Evolved, quindi non posso fare commenti sullo stato effettivo del gioco. Non ho abbastanza il polso della situazione per poter dire se sia in Early Access più di nome o più di fatto, quanti contenuti ancora debbano essere aggiunti e quanti problemi vadano risolti. Semplicemente, non ho idea di come sia ARK stesso nel momento in cui scrivo.

Ciò detto, la bizzarria logica a monte di questa vicenda sta nel fatto che l’Early Access è nato specificamente per permettere di esistere a quei titoli che non potrebbero permettersi, in teoria, uno sviluppo dietro le quinte senza un rientro immediato per almeno parte delle spese. In questo caso, evidentemente, gli sviluppatori sono arrivati al punto non solo di avere i fondi per continuare serenamente i lavori (il che è giusto), ma addirittura per aprire un secondo filone parallelo di produzione su contenuti completamente inediti e venduti separatamente.

 

La prima domanda in tutto questo è perché Steam anche solo preveda che un titolo in Early Access possa pubblicare DLC a pagamento, visto appunto il senso teorico della piattaforma. Ma lasciamo perdere per il momento i tecnicismi (non sappiamo ancora se e come Valve risponderà ufficialmente a questo avvenimento).

Piuttosto, forse è il caso di iniziare a guardarsi in faccia e chiedersi seriamente cosa vuol dire l’Early Access, come sta funzionando e quali risultati sta producendo nella pratica. Non per questioni morali o etiche, ma in primo luogo perché non si vedono, ora più che mai, dove dovrebbero essere le garanzie per i consumatori e gli incentivi per gli sviluppatori affinché un lavoro venga portato a termine una volta effettuato il pagamento per esso – anche quando ci sono palesemente tutti i mezzi per farlo.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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