The Elder Scrolls V: Skyrim Special Edition immagine in evidenza

The Elder Scrolls V: Skyrim Special Edition permetterà per la prima volta di provare il celebre titolo di Bethesda su console ad un alto dettaglio grafico, un alto frame rate (si spera) e con il supporto di mod, ma il gioco sarà ri-pubblicato anche su PC.

Dato che la nuova versione introduce per tutti nuove tecnologie (come luce volumetrica, profondità di campo dinamica e riflessi screen-space) e che il titolo è ormai entrato in fase Gold (sarebbe a dire, i dischi da vendere nei negozi sono in stampa), Bethesda ha comunicato i requisiti di sistema minimi e consigliati per giocare a Skyrim Special Edition su computer. Diamoci quindi un’occhiata:

 

Requisiti minimi:

  • Sistema operativo: Windows 7/8.1/10 (solo versioni a 64 bit)
  • CPU: Intel i5-750/AMD Phenom II X4-945
  • GPU: NVIDIA GTX 470 1GB /AMD HD 7870 2GB
  • RAM: 8GB
  • Spazio libero su disco: 12GB

Requisiti consigliati:

  • Sistema operativo: Windows 7/8.1/10 (solo versioni a 64 bit)
  • CPU: Intel i5-2400/AMD FX-8320
  • GPU: NVIDIA GTX 780 3GB /AMD R9 290 4GB
  • RAM: 8GB
  • Spazio libero su disco: 12GB

 

Se pensiamo che Skyrim è uscito ormai 5 anni fa alcune richieste nei requisiti minimi potrebbero sembrare altine (più che altro CPU e RAM), ma nel complesso non credo che in molti avranno problemi a far girare il gioco.

È anche stato comunicato lo spazio minimo necessario per l’installazione di Skyrim Special Edition su PS4 e Xbox One, rispettivamente di 33GB e 25GB. Questo per quanto riguarda le versioni europee del gioco, per qualche motivo sensibilmente più grandi di quelle nordamericane (immagino per via delle molte localizzazioni audio?).

 

The Elder Scrolls V: Skyrim Special Edition sarà disponibile su PS4, Xbox One e PC a partire dal 28 ottobre 2016.

Ricordiamo che i giocatori su PC che possiedono il titolo originale e tutti i suoi DLC su Steam potranno scaricare gratuitamente la nuova versione.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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